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Bedelia – La caduta degli dei

Bedelia

Recensione

BAO Publishing porta in libreria l’ultima fatica del vulcanico Leo Ortolani, il papà del mitico Rat-Man, che ormai ci ha abituato a produzioni di primissimo ordine che si allontanano molto dalla comfort zone del suo personaggio più celebre, ma che non cedono un millimetro in termini di qualità narrativa.

Dopo essere stata protagonista lontana e sfuggevole della serie Venerdì 12, in qualità di amore non corrisposto del protagonista, Bedelia guadagna una storia tutta sua, in cui la possiamo ammirare in tutto il suo splendore e in tutta la sua odiosità.

Trama

Bedelia è una top model, ma non una di quelle semplicemente inarrivabili a cui erano abituati i comuni mortali della mia generazione, bensì una di quelle moderne, che fanno dell’apparire (ovunque) la loro ragione di vita e che usano i social come unico punto di contatto col mondo esterno. Un mondo inferiore, che guardano dall’alto del loro personale Olimpo da cui saltuariamente scendono allo scopo di torturare qualche anima mortale, per poi tornare lassù dove possono essere unicamente ammirate e desiderate.

Ma essere una Dea su un Olimpo così alto porta con sé due svantaggi: il primo è quello di essere irrimediabilmente sole; il secondo è che la caduta è particolarmente dolorosa.
Ed ecco quindi che, dopo vent’anni di potere assoluto, Bedelia deve lasciare il posto ad una nuova modella, più giovane e più bella di lei.
Il suo mondo va in pezzi, si sbriciola come solo il vetro apparentemente indistruttibile sa fare, e quel che resta è un mosaico di pezzi scoordinati impossibile da reincollare, e impossibili da comprendere per lei stessa.

L’unico che sembra pronto a tendere la mano è il suo angelo custode, che le viene in soccorso e la aiuta a traghettarsi in questa nuova fase, come un moderno Virgilio, apparentemente incurante delle brutture emotive ed emozionali di Bedelia, della sua sociopatia, della sua incapacità di comunicare col mondo tramite canoni normali.
La vediamo quindi confrontarsi, uno per uno, coi suoi fantasmi: con le scelte della sua vita, a partire dal momento in cui ascese al cielo come nuovo astro (scalzando la precedente Dea, uno dei passaggi più memorabili del libro) fino a quello in cui tenta finalmente di recuperare l’unico elemento della sua vita che non sia stato effimero, di mera immagine, il non-rapporto con Aldo (protagonista di Venerdì 12) che, nel frattempo, è andato avanti con la sua vita, ma che non l’ha comunque mai dimenticata.

Il viaggio di Bedelia è una discesa verso un inferno di emozioni contrastanti, a cui non è abituata e che non sa come gestire. Impossibile non odiare questa creatura così superficiale, al punto che finiremo con l’amare una stronza, come recita la tagline del libro. Eppure c’è un momento in cui qualcosa si rompe, e in noi lettori inizia a crescere un vago senso di inquietudine che ci accompagnerà fino all’epilogo, quando i nodi verranno finalmente al pettine e che ci lascerà in corpo, vi assicuro, un umore del tutto diverso.

Analisi

Lo stile di Leo Ortonali è inconfondibile, unico, e qui non fa che tornare con tutta la sua potenza visiva ed emotiva. Si ride alle gag, a volte di gusto, altre a denti stretti: la satira del mondo moderno è feroce, crudele, non salva nulla, non fa sconti a nessuno. La stessa Bedelia, carnefice e vittima, è talmente presa da se stessa e dal suo ego che non si nasconde nemmeno dietro ad una facciata di perbenismo o di Political correctness, anzi.

Ci sono battute dolorose da leggere come: “Cos’è un aborto? Un bambino che non disturba i grandi”, ma sono nulla di fronte al modo in cui la protagonista si butta via, talmente rassegnata al proprio ruolo di corpo in vendita da aver rinunciato a qualsiasi sentimento umano, infischiandosene di come gli uomini la guardano e “per cosa” la guardano. Ed è questa la cosa peggiore di tutte: perché ci si rende conto che la deumanizzazione di questo mondo è molto più profonda e presente nel tessuto sociale di quanto non vorremmo.

Ma c’è un percorso, dicevo, un viaggio di sola andata in cui giunti ad un certo punto le battute non fanno più ridere, e poi scompaiono lasciando spazio a riflessioni via via sempre più amare, sconfortanti, prive di salvezza. È la catarsi finale di chi ha vissuto sempre per qualcosa di effimero ed impalpabile e, finalmente, si rende conto di aver buttato via l’intera sua vita per qualcosa che ha un mero valore economico.

“Le persone della mia età – dice Bedelia ormai ridotta all’ombra di se stessa – hanno già una vita piena di cose… un lavoro… una famiglia… un tumore… Io non ho niente”.
Ecco, è tutto qui. Ed è la paura di ognuno di noi: quella di svegliarsi un giorno qualunque, guardarsi allo specchio, e rendersi conto di aver buttato via il tempo concesso. L’unica cosa che ognuno di noi davvero ha.

Insomma. Leo ci prende per mano, prima ci fa ridere, poi ci stende con un cazzotto nello stomaco. Uno di quelli da cui è difficile rialzarsi. Uno di quelli che quando siamo bocconi a terra ci dà la possibilità di fermare il tempo e pensare, riflettere. Farsi qualche domanda, darsi le dovute risposte e, magari, rialzarci migliori di quelli che eravamo prima.

Conclusioni

Abbiatelo. Leggetelo. Lasciate sedimentare le emozioni.
Poi rileggetelo ancora.

Bedelia è disponibile il libreria dal 29 ottobre 2020.

Nerdando in breve

Bedelia è la nuova graphic novel di Leo Ortolani, edito da BAO Publishing.

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