Recensione
Il 2 settembre 2020 esce Il primo anno, un film francese di Tomas Lilti con Vincent Lacoste, William Lebghil e Michel Lerousseau. Con gran gioia ho avuto il piacere di vederlo in anteprima e devo ammettere che mi è piaciuto abbastanza. Pur non amando il genere drammatico ho apprezzato particolarmente le dinamiche fra i due protagonisti, lasciandomi perfino commuovere sul finale. Ecco quindi il mio parere, senza spoiler e con qualche suggerimento.
Trama
Il primo anno racconta la storia di due ragazzi, Antonie e Benjamin, alle prese con il primo anno nella facoltà di medicina. Benjamin è un ragazzo scaltro e in gamba che, finite le superiori, si ritrova a medicina più per volere paterno che per un reale desiderio. Lì conosce Antoine, che è iscritto al primo anno per il terzo anno di fila ma che grazie a una fortissima determinazione e a una notevole dedizione, ancora non molla. I due si conoscono e si contagiano a vicenda, con Antoine che aiuta Benjamin ad ambientarsi e a prendere subito il ritmo giusto, e con quest’ultimo che ricambia la cortesia mettendosi a disposizione per studiare insieme all’amico, giorno e notte. Solo che la facoltà è difficile, le materie sono tante e la competizione è durissima da sopportare: solo con un forte gioco di squadra i due riusciranno a raggiungere un degno traguardo.
Studiare medicina in Francia
Fin dall’inizio del film ho intuito che l’università francese non funziona come quella italiana, così sono andata a documentarmi un po’. A quanto ho capito, che una persona voglia fare odontoiatria, medicina o una professione sanitaria (fisioterapia, ostetricia, …) poco importa: il primo anno è uguale per tutti. Solo che a dicembre-gennaio e a maggio-giugno vengono effettuati due test a risposta multipla, i cui risultati vengono mediati, generando un punteggio; sulla base di quest’ultimo, viene stilata una graduatoria. A quel punto tutti gli studenti vengono convocati, seguendo l’ordine dato dalla graduatoria, e scelgono a quale facoltà iscriversi.
Ciò significa che se vuoi fare medicina e per medicina ci sono solo 300 posti, ma tu arrivi al 323esimo, devi sperare fortissimo che almeno 24 persone scelgano di intraprendere una strada diversa dalla tua, altrimenti o rinunci e aspetti l’anno seguente, oppure opti per un piano B. Antoine rifiuta categoricamente di prendere in considerazione qualunque strada diversa da medicina, ed ecco perché si ritrova al primo anno per il terzo anno di fila.
A quanto leggevo però, non è possibile ripetere il test d’ammissione per più di una volta. Di conseguenza qualora si venisse bocciati entrambe le volte, non sarebbe più possibile intraprendere una facoltà medico-sanitaria (farmacia inclusa), mentre invece nel film vediamo che Antoine è alle prese con il terzo tentativo.
Quando il troppo studio ti manda in pappa il cervello
Il motivo per cui consiglio di vedere questo film due volte, una a settembre e una a gennaio, è perché Il primo anno parla anche di esaurimento nervoso dovuto al troppo studio. Perciò è bene che tutti, ma in particolar modo le persone tanto cocciute quanto ansiose, lo guardino sia all’inizio del nuovo percorso di studi, sia durante la prima sessione d’esami. Quelle cocciute, o molto determinate, le chiamo in causa con il megafono, perché poche cose come l’ambizione possono trasformarsi da punto di forza a causa di rovina.
Nel film viene esplorata un po’ la sottile linea fra uno studente diligente che fa il proprio dovere in modo controllato, e uno che invece diventa maniacale. Una persona così ossessionata da ciò che sta studiando, da non riuscire mai a staccare, nemmeno durante i pasti o quando altre persone provano ad avvicinarla. Qualcuno così coinvolto da non rendersi conto di essere stato assorbito dall’oggetto dei suoi studi, diventando l’equivalente di uno zombie iperattivo e delirante, non più in grado di prendersi cura di se stesso.
Questo, care personcine che state leggendo, credo sia l’unico messaggio importante del film: prima di tutto, assicurati di conservare un po’ di lucidità, perché passato quel confine sottile può accadere di tutto, fuorché il buon risultato per il quale tanto hai faticato.
Sembra tutto un po’ banale, lo so: per carità, tutti sappiamo che esiste il rischio dell’esaurimento, ma non è il caso di estrarre una morale estremamente retorica da un film che parla di due amici alle prese con dei test. E invece chi vi scrive è qualcuna che il burnout l’ha rischiato fortissimo, camminando sulla linea sottile di cui sopra al pari di una funambola in un circo di impavidi incoscienti. Fortunatamente, ho avuto accanto le persone giuste al momento buono, evitandomi le peggiori conseguenze, però non a tutti può capitare la stessa grazia! Ne Il primo anno, per esempio, va diversamente.
Va anche detto che la storia nella pellicola è proprio “da film”: nel mondo reale la probabilità che si verifichi un finale differente è circa 1. Eppure vale la pena di guardarlo, anche solo per ricordarci che abbiamo dei limiti. La mia carriera universitaria finora mi ha insegnato una grande verità: talvolta, studiare tanto può non bastare; sempre, studiare troppo fa male. Perciò vi invito tutte, personcine care: qualunque età abbiate, qualunque sia la vostra storia e qualunque percorso stiate decidendo di intraprendere o continuare, vi prego, amatevi abbastanza da preservarvi dall’esaurimento.
Conclusione
Se siete stanche, se iniziate a essere troppo irritabili, se il vostro impegno quotidiano diventa un’ossessione, prima di perdere la fame e il sonno (e il senno), prendete coscienza della vostra condizione e aiutatevi. Ci sono un sacco di specialisti pronti a starvi accanto, sicuramente qualche amico e forse anche qualche parente; ci sono degli enti appositi ma soprattutto ci siete voi: siate le persone di cui avete bisogno e non esauritevi.
E se volete prendervi una pausa, un’opzione utile può essere guardarsi un film. Il primo anno si lascia guardare, è delicato e gentile ma senza annoiare né risultare stucchevole. Può essere un buono spunto per una chiacchierata, un buon modo per rompere il ghiaccio e affrontare un discorso sulle difficoltà che si stanno trovando lungo il percorso universitario. Oppure, può semplicemente aiutarvi a staccare il cervello per un paio d’ore (ammesso che non stiate preparando il test per medicina, in quel caso potreste apprezzarlo comunque ma difficilmente vi farà pensare ad altro).
Vi lascio con una canzone che ho in testa da quando ho visto il film e che è perfettamente in tema; statemi bene e non stancatevi troppo <3.
Nerdando in breve
Il primo anno è un film che parla di amicizia e di sfide personali. Se vi piacciono le storie verosimili e leggermente drammatiche, soprattutto se ambientate fra i banchi di scuola, ve lo consiglio. Se siete persone molto ambiziose e determinate, spesso così concentrate sul traguardo da trascurare se stesse, allora ve lo consiglio moltissimo.
Nerdandometro: [usr 3.8]
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