Discutendo

La Redazione racconta: il mio trauma cinematografico

Parlando del più e del meno, in redazione ci siamo accorti che prima o poi quasi tutti siamo stati sconvolti da un film. Qualcosa che è nato come un normalissimo prodotto di intrattenimento si è trasformato inaspettatamente in una fonte di lacrime e riflessioni, tanto da rimanerci in testa come un trauma cinematografico.

Di seguito ne abbiamo raccolti alcuni, ma badate bene: se non avete visto le pellicole in questione, è possibile che incappiate in qualche spoiler più o meno fastidioso. Il consiglio, in caso di dubbio, è sempre lo stesso: prima guardatela coi vostri occhietti, poi tornate a leggere cosa nello specifico ha turbato la nostra tranquillità. Può essere che anche voi rimaniate sconvolti così come è altrettanto possibile che il tutto vi lasci completamente indifferenti: al di là delle morti tattiche pensate appositamente per indurre il pubblico a un lavaggio oculare, il resto è decisamente quanto di più soggettivo possa esistere.

Clack – Espiazione (2007)

Mi ritengo fortunata perché, se penso alla mia esperienza da spettatore cinematografico, non mi viene in mente un film che mi abbia effettivamente traumatizzato. Va anche detto che non sono una dalla lacrima facile guardando film, in particolare quando mi trovo in un cinema affollato (anche se invecchiando mi sto rammollendo).

Esiste però un unico film che mi abbia fatto singhiozzare senza ritegno all’interno di una sala cinematografica (nella stessa serata mi sono poi anche trovata a piangere dal ridere perché subito dopo hanno proiettato Funeral Party. Ma questa è un’altra storia…) e questo film è Espiazione.

Non vi racconto nulla della pellicola, solo che l’espiazione del titolo è quella di Briony, bambina aspirante scrittrice che, con una testimonianza, rovina la vita della sorella Cecilia e del suo innamorato Robbie. Resasi conto di aver frainteso gli eventi, Briony passerà la vita nel tentativo di espiare la sua colpa e ottenere il perdono della coppia.
Prima di essere lo stupendo film diretto da Joe Wright, Espiazione era un altrettanto folgorante romanzo di Ian McEwan di cui vi consiglio caldamente la lettura, non necessariamente prima di vedere il film (io stessa l’ho letto dopo essere stata al cinema e non per questo l’ho apprezzato meno).

Si tratta di un film intenso, magnificamente recitato e diretto e con una storia forte. Non a caso, dopo quella lacrimevole prima visione cinematografica, è diventato immediatamente il mio film preferito.

Morgana – L’orso (1988)

Lo ammetto, sono una persona dalla lacrima cinematografica moooolto facile, piango subito per qualsiasi cavolata (chiedete a Jedi.Lord in che condizioni ero alla fine di Star Wars episodio IX…), ma se dovessi scegliere in particolare un film che mi ha devastato più di altri direi L’Orso: l’ho visto per la prima e unica volta quando ero molto piccola, non ricordo nemmeno la trama né per quale motivo mi avesse fatta piangere così tanto, ma ricordo chiaramente, alla fine della visione, di aver solennemente giurato a me stessa che da quel momento (e parlo di più di 30 anni fa) non avrei mai più guardato film con protagonisti degli animali.

La promessa è stata mantenuta! Al secondo posto non posso non mettere La storia infinita: al mondo ci sono 2 tipi di persone, chi ha pianto alla morte del cavallo di Atreyu e chi mente.

Penny – La battaglia di Hacksaw Ridge (2016)

TRauma cinematografico

Quando uscì al cinema, ci andai col solito gruppo di amabili compagni di corso. Le stesse persone con cui guardo i film della Marvel e a cui propino quelli dell’Asylum, in quelle serate in cui non si trovano piani migliori. Benché io sia una personcina altamente emotiva, ho sempre cercato di mostrare loro il lato più forte e meno lagnoso del mio carattere, ma tutti i miei sforzi sono stati vanificati alla proiezione de La battaglia di Hacksaw Ridge.

La pellicola racconta la vera storia di Desmond Doss, il primo militare obiettore di coscienza dell’esercito statunitense. Andrew Garfield ne veste i panni e ci mostra la nottata in cui, fra un’ondata e l’altra di scontri a fuoco, il soldato ha scandagliato l’intero campo di battaglia nemico alla ricerca di uomini sopravvissuti. Badate bene, uomini, non “suoi commilitoni”: Doss ha infatti tratto in salvo più di 70 persone, fra le quali alcuni combattenti con la divisa di un altro colore, senza mai sparare un colpo.

Ad avermi fatta crollare in un turbine di lacrime e singhiozzi (così accesi da allertare un’amica che “Fra ma vuoi che usciamo?”) sono stati principalmente due fattori: il primo, la brutalità della guerra resa in tutta la sua atrocità dalla regia di Mel Gibson; il secondo, l’umile e genuina bontà del protagonista. Probabilmente uno solo di questi due aspetti mi avrebbe resa o euforica per le scene d’azione, o quasi annoiata dalla quasi ingenua mitezza del soldato, ma l’unione così perfettamente bilanciata dei due aspetti, ha creato un ossimoro continuo completamente destabilizzante che mi ha sconvolta, lasciandomi emotivamente provata.

Non c’è che dire, davvero un capolavoro, ma da quella visione in poi, i film sulle storie vere preferisco guardarli da sola.

Gattiveria – La collina dei conigli (1978)

Il terrore puro per me è stato vissuto al cinema con La collina dei conigli, spaventosa trasposizione anglosassone animata del 1978 tratta dall’omonimo libro di Richard Adams. Col passare degli anni adesso sappiamo che il film fu erroneamente classificato come adatto ai bambini nonostante fosse di una violenza inaudita per quel target: tortura, morte, suicidio, vivisezione e altre amenità rendevano un incubo la sopravvivenza di un tenero gruppo di coniglietti nati per soffrire.

L’autore pare abbia scritto il racconto per intrattenere le proprie figlie durante i viaggi e mi verrebbe da chiedermi come siano cresciute le piccole. La cosa curiosa è che il signor Adams, dopo aver rifiutato l’idea che potessero esserci richiami alla guerra, alle torture naziste e a qualunque tipo di metafora sulla violenza nella sua opera, ebbe una seconda volta l’occasione di veder trasformato in un cartone un suo racconto: Plague Dogs, in cui sono presenti cani torturati, cannibalismo animale e violenza analoga.

E mi domando:”Quale storia avrà traumatizzato l’infanzia del povero Adams?”

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