Discutendo

La Redazione racconta: il film della mia infanzia

Ogni tanto in redazione si chiacchiera e ci si confronta sui temi più disparati, ed essendo tutte persone di età differenti, spesso incappiamo in differenze culturalmente caratterizzanti. Alcuni di noi iniziavano l’adolescenza sul finire degli anni 80, altri sono stati concepiti una decina di anni dopo, e va da sé che il contesto in cui siamo cresciuti ci ha influenzati in modi sensibilmente diversi. Su qualcosa però concordiamo: al di là dell’essere nerdanti, chi più, chi meno, ha un film che lega al periodo dell’infanzia.

Abbiamo quindi pensato di parlarvene un po’, raccontandovi quale pellicola ci riporti in qualche modo indietro di una (o più) decina d’anni e quale sia oggi il nostro punto di vista in merito. Diciamocelo, ci sono meraviglie che attraversano il tempo ma anche obbrobri che ricordiamo magnifici grazie al magico filtro nostalgia di cui vi ho già parlato qui.

Ovviamente è possibile che ci scappi qualche spoiler! Leggete a vostro rischio e pericolo, anche se vi consiglio prima di guardare il film in questione e poi di tornare a leggere quello che abbiamo da dire.

Fedrizzi – Space Jam (1996)

Non so voi, ma io, da piccolo, adoravo i Looney Tunes.
Quando mi hanno messo davanti un film che metteva insieme sport e cartoni animati, sapevo già che mi sarebbe piaciuto.
Michael Jordan, uno dei più grandi campioni sportivi della storia, veniva intersecato con i personaggi del magico mondo di Warner Bros, con animazioni spaventosamente belle per l’epoca e fedeltà nella trasposizioni del carattere.

Ma non è piaciuto solo a me questo film, ha fatto la storia e i motivi per il quale l’ha fatta sono molto molto semplici.
Innanzitutto la trama: per essere un film per bambini è complessa, che lascia molti interrogativi sui valori dello sport e delle soluzioni abbastanza mature ai problemi. Secondariamente parliamo della colonna sonora: in SpaceJam ci sono delle canzoni che sono diventate famose a livello mondiale, sto parlando ovviamente di “I believe I can fly” e, appunto, “Space Jam”, chissà perché…
Infine l’incredibile emozione di vedere il mondo reale combinarsi con quello dei cartoni, il sogno di ogni bambino, poi andiamo, vogliamo parlare di Lola Bunny? *occhiolino*

In assoluto il miglior film della mia infanzia o sicuramente quello che mi è rimasto più impresso in tutti questi anni.

Zeno2K – Ritorno al futuro (1985)

Un film della mia infanzia? Difficile sceglierne solo uno: tra Ghostbusters, Goonies e Indiana Jones, e altre pietre miliari di quel tempo faccio fatica a districarmi nella meraviglia che provavo in quegli anni davanti ad avventure che avrei voluto vivere sulla mia pelle.

Sicuramente quella degli acchiappafantasmi è una di quelle della mia top 5, anche perché chiesi a mia madre di costruirmi il costume per carnevale (sì, avevo anche lo zaino protonico, montato con cartone e un vecchio aspirapolvere) che una volta indossato, levai circa 6 mesi dopo.

Quello però per cui sono rimasto più in fissa (al punto da bruciare la videocassetta) è stato sicuramente Ritorno al futuro: il fascino del viaggio nel tempo, le suggestioni degli anni ’50, la DeLorean… insomma, era il nutrimento per quei primi germogli del nerd che sarebbe poi cresciuto in me, molti anni dopo.

Morgana – Highlander (1986)

I film della mia infanzia in realtà sono 2, ma erano entrambi registrati sulla stessa videocassetta quindi spesso capitava che dopo aver visto il primo, “Labyrinth”, film adatto alla visione da parte di una bambina di 6 anni, iniziassi direttamente a vedere anche “Highlander”, dal target leggermente più alto… Posso dire che entrambi, ma soprattutto Highlander (che resta il mio film preferito in età adulta), hanno segnato e forgiato i miei gusti futuri: amo infatti la Scozia, la musica dei Queen e di David Bowie, le spade (in casa ne ho 7) e il fantasy in generale.

Penny – Spy Kids (2001)

Quando ero piccina dicevo che da grande avrei fatto l’agente segreto (e l’esploratrice, l’archeologa, la fiorista, l’archivista, la pirata…) ma uno dei motivi principali per cui volevo fare proprio la spia erano i gadget. Di tutti, uno in particolare mi aveva sbalordita: l’armadio pieno di cibo che avevo visto in Spy Kids 1.

Nel film due bambini sono i figli di una coppia di agenti segreti. I genitori vengono rapiti durante una pericolosissima missione (che aveva a che fare con il controllo mentale attraverso i cartoni animati che proprio loro guardavano), e i bimbi, accompagnati dal buon vecchio zio Machete, raggiungono una safe house su un’isola nascosta. La casetta era pienissima di gadget straordinari, dalle armi potentissime ad altre chicche di elettronica e cibernetica, ma di tutte le prodezze presenti, la migliore era sicuramente la dispensa.

Praticamente entrando in casa e aprendo le antine dell’armadio, l’interno era completamente vuoto (così che se qualcuno si fosse infiltrato, sarebbe uscito subito, non trovando alcunché da prendere). Tuttavia, riaprendo la stessa antina subito dopo, lo stesso armadio  era pieno di cibi a lunga conservazione, ghiotti e saporiti (patatine, biscotti e molto altro) che ovviamente mi avevano ingolosita parecchio.

Di tutti i gadget che da lì in avanti vidi nei film e cartoni di spionaggio, questo resta ancora il migliore senza ombra di dubbio, e per questo Spy Kids è rimasto il mio film preferito per anni, soppiantato poi da Cloud Atlas.

Gattiveria – I Goonies (1985)

Sul film della mia infanzia non ho dubbi: I Goonies.

Il Natale del 1985 fu davvero speciale per la mia famiglia: avevo appena compiuto 11 anni, abitavamo in Veneto e venivamo a Genova dai nonni per le vacanze tutti gli anni. Il giorno della vigilia purtroppo venne a mancare mio nonno, la prima figura familiare davvero vicina che io e mio fratello perdevamo, e fu devastante. Per riprenderci dal momento drammatico, qualcuno propose di raggruppare tutti i cugini (materni e paterni) e andammo tutti insieme al cinema. Non c’è mai più stata una reunion familiare di questo tipo.

Eravamo tutti più ingenui nel 1985 e per sognare non c’era bisogno di grandi effetti speciali.
Avventura, divertimento, risate e tracobbetti che resteranno per sempre nei miei ricordi di bambina.

Giakimo – Tartarughe Ninja II: Il segreto di Ooze

Uno dei miei primissimi ricordi d’infanzia è ricevere la videocassetta di Tartarughe Ninja II – Il segreto di Ooze. La confezione e la videocassetta erano verde acido e l’ho letteralmente consumata. Tempo dopo ricevetti anche la videocassetta del terzo, ma è il secondo che ho sempre adorato – il primo film quando ero piccolo era semi introvabile.

All’epoca ero già, come tutti quelli della mia età, letteralmente impazzito per le Tartarughe Ninja. Avevo caterve di giocattoli, vedevo tutti i giorni il cartone animato in religioso silenzio e cercavo quanti più gadget possibili e immaginabili. Il film non era che una parte del tutto del mondo delle Turtles. Questa passione per il film è proseguita abbastanza imperterrita negli anni. Comprai il DVD quando lo fecero uscire in Italia e di recente l’ho pure rivisto su Prime Video, quando ero alla ricerca di una madeline d’infanzia per sentirmi meglio.

Il mio occhio oggettivo nota i difetti, ma il mio occhio affettivo ci passa sopra. Perché tutto sommato è un film divertente e caciarone, rende giustizia ai personaggi, lasciandoli nei bassifondi della città e in un’atmosfera più urbana e grounded. Certo, smorza di molto la violenza e l’umorismo è più infantile, ma non raggiunge le stupidate di Batman Forever. Se il precedente Tartarughe Ninja Alla Riscossa resta comunque il film migliore e quello che difenderei con cognizione di causa, il secondo è senza dubbio quello che amo di più.

Non dico che è stato il film che mi abbia svoltato tutti i miei gusti, ma rappresenta un bel compendio di cose che mi piacciono ancora oggi. Se nel 2020 sono ancora qui a leggermi le nuove avventure di quattro tartarughe con nomi di pittori italiani, è sicuramente merito di questo film.

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