Recensione
Il Giappone ha dato tantissimo all’immaginario collettivo. E tra i primi e più famosi personaggi che tutti noi conosciamo non può che esserci Godzilla, il primo dei kaiju moderni. Così giapponese che ogni volta che è stato toccato da mani occidentali ne sono uscite mezze schifezze. Arduo quindi il compito dello sceneggiatore e disegnatore James Stokoe nella miniserie Godzilla: La guerra dei 50 anni, portata in Italia da SaldaPress.
Trama
È il 1954 e Tokyo viene devastata dall’arrivo improvviso di un mostro arrivato dall’Oceano, Godzilla. I soldati Ota Murakami e Kentaro Yoshisima cercano di fermarlo e di mettere in salvo la popolazione. Finita l’emergenza, vengono arruolati nell’appena formata Anti-Megalosauros Force (AMF). È l’inizio di una caccia la mostro in tutto il mondo e che durerà 50 anni.
Un amore lungo mezzo secolo
Stokoe realizza un atto d’amore e come tutti gli atti d’amore non puoi non voler bene a questo fumetto. Nelle note a fine volume l’autore ribadisce il suo amore per Godzilla, il suo mondo e le sue saghe cinematografiche. Sì, perché Godzilla nel corso dei decenni è apparso in circa 30 film, prodotti da studi diversi, ognuno figlio del proprio tempo e con le sue peculiarità.
Da qui parte Stokoe e cerca di dare una certa organicità al re dei mostri e a tutti gli altri mostri che compaiono nei vari film. Per questo ogni capitolo è ambientato in un decennio diverso, in modo da poter mostrare i diversi periodi storici e le diverse innovazioni, dai cannoni al Mechagodzilla. I fan del franchise sono sicuro che troveranno tante belle citazioni, per tutti noi altri sono solo tasselli extra che danno profondità al mondo narrato.
C’è una storia portante, una caccia all’uomo che si affianca alla caccia al mostro lunga decenni e che dà vigore e motivazioni ai protagonisti. Ota è il nostro narratore e percepiamo la sua crescente ossessione per Godzilla che sfocia in toni quasi melvilliani con Godzilla balena bianca e Ota Achab.
Accanto a questa ossessione Godzilla prima è solo, poi viene affiancato da altri mostri storici del franchise, da Mothra a Radon. Qui Stokoe inserisce un colpo di genio notevole con le varie branche dell’AMF dedicate esclusivamente ad un mostro in particolare. Sono comprimari e compaiono poco, ma come idea e come realizzazione mi sono piaciuti tanto, quasi da volere una mini solo su di loro.
Distruzione finale
Stokoe centra anche un altro elemento centrale della saga, o quantomeno del primo film: per quanto Godzilla sia un mostro, i veri mostri sono sempre gli esseri umani. E quindi l’elemento umano negativo è sempre importante per spiegare il personaggio di Godzilla, che ricordo per i più distratti, è un rettile radioattivo gigante che sputa fuoco e che non parla.
Dal lato grafico Stokoe, che si era già ben disimpegnato su un altro franchise di fantascienza con Aliens Dead Orbit, ha uno stile che ben si adatta alla distruzione approntata da Godzilla. E quando hai un fumetto su una rettile gigante che devasta città, saper disegnare città distrutte e kaiju giganti che fanno a botte ti fa portare a casa metà del lavoro.
Quasi più a suo agio nel disegnare i mostri che le figure umane, Stokoe si cimenta in tavole doppie e soluzioni grafiche che danno risalto ai mostri prima ancora che agli umani. Grazie anche ai colori caldi, con tonalità di rosso e blu a farla da padrone, sentiamo l’oppressione e la distruzione apportata da Godzilla.
Concludendo
Con piglio filologico e amore per il personaggio, Stokoe riesce nell’impresa di realizzare un fumetto ponte tra oriente ed occidente. Non sono mai stato un gran fan di Godzilla, tra i grandi mostri ho sempre preferito quell’allupato di King Kong, ma questo fumetto mi ha conquistato.
Edizione
Godzilla: La guerra dei 50 anni è un cartonato SaldaPress di 136 pagine disponibile dal 2 luglio a €24,90.
Nerdando in breve
Godzilla: La guerra dei 50 anni è il perfetto blockbuster fracassone in un’estate priva di blockbuster fracassoni da gustarsi al cinema.
Nerdandometro: [usr 4.0]
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