In una tranquilla serata di prima estate ho deciso di recuperare Undone, serie uscita circa un anno fa su Amazon Prime Video di cui avevo sempre sentito parlare bene e che mi era stata caldamente consigliata da jedi.lord.
Ora, dopo averla vista tutta in appena due serate, mi chiedo perché abbia aspettato così tanto: Undone è una serie particolarissima, che colpisce per la grazia con cui riesce a trattare tematiche difficili e per l’eleganza stilistica.
Creata da Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy per Prime Video, Undone si dimostra particolare già nell’aspetto: la serie è infatti girata in Rotoscope, una tecnica di animazione che consiste nel disegnare personaggi e ambientazioni ricalcando una pellicola girata in precedenza, in modo che il tratto risulti estremamente realistico. (Se vi state chiedendo dove l’avete già vista utilizzata vi basterà pensare a I viaggi di Gulliver del 1939, Il Signore degli Anelli del 1978 e, più recentemente, A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare, girato da Richard Linklater nel 2006 a partire da un racconto di Philip K. Dick e interpretato da Keanu Reeves).
Questa scelta così insolita per un prodotto di animazione, in questo periodo quasi totalmente dominato dalla computer graphic, contribuisce a rendere l’atmosfera che si respira guardando Undone quasi irreale e “strana”, trasfigurando in chiave visiva le sensazioni della protagonista e la sua avventura indefinita, di cui non viene mai chiarita la vera natura. Allo stesso tempo, ci restituisce in tutta la loro completezze le espressività e le interpretazioni degli attori, tra cui spicca su tutti Rosa Salazar, già vista in Alita e qui interprete della protagonista Alma e si distingue Bob “Saul Goodman” Odenkirk, nel ruolo del padre Jacob.
Undone indaga la natura elastica della realtà attraverso le vicende della protagonista Alma, che ha perso il padre a causa di un misterioso incidente quando era ancora bambina e non è mai riuscita ad elaborare del tutto la perdita. Incapace di venire a patti con una vita monotona e tradizionale e inseguita dallo spettro della follia che scorre nelle vene della sua famiglia (sua nonna Geraldine era affetta da schizofrenia), Alma subisce un terribile incidente d’auto che la manda in coma. Quando si sveglia, scopre non solo di riuscire a vedere lo spirito di suo padre ma anche di poter viaggiare nel tempo e di poterlo manipolare. Il padre le rivela di essere stato ucciso e le chiede di usare il suo potere per tornare indietro e impedire il tragico evento. Ma sarà davvero così? O è la mente di Alma che inizia a dare qualche corto circuito?
Undone si tiene sul filo tra immaginazione e realtà e lo fa molto bene, affrontando la malattia mentale in una chiave inedita e profondamente rispettosa e introspettiva. Che sia reale o meno, infatti, il viaggio di Alma è principalmente dentro se stessa, alla scoperta delle sue radici e del suo passato, per quanto doloroso possa essere. Ed è un viaggio trascinante, che ci immerge completamente e ci regala poco più di tre ore meravigliose (questa la durata complessiva della stagione, composta da 8 episodi da circa 25 minuti ciascuno).
Una visione che non posso che consigliarvi. È notizia certa, inoltre, che Prime Video abbia messo in cantiere una seconda stagione, ancora non si sa in che modo si connetterà alla prima. Io trovo che il finale di Undone sia perfetto così com’è, sinceramente, e temo molto che voler continuare la narrazione possa snaturarla. Ma mai dire mai: magari gli autori saranno stupirmi!