Recensione
Dopo spionaggio e guerra, la fase AfterShock della carriera di Garth Ennis prosegue con una serie horror, Discesa all’inferno, disegnata da Goran Sudžuka e pubblicata in Italia da SaldaPress, che ringraziamo per averci messo a disposizione i due volumi.
Ennis ovviamente non è nuovo a fumetti horror e paranormali, basti pensare alla sua run su Hellbrazer. Con Discesa all’inferno Ennis torna da quelle parti, aggiungendo una sfumatura di poliziesco.
Trama
Gli agenti FBI Shaw e McGregor vengono mandati a Long Beach a recuperare due agenti scomparsi in un magazzino. Il magazzino non sembra essere quello che sembra e conduce alla pazzia chi ci entra. Una volta entrati, i due agenti non troveranno una facile via d’uscita e dovranno confrontarsi con i propri demoni legati ad un caso recente di pedofilia.
La storia non si sviluppa in maniera lineare, ma attraverso numerosi flashback mentre si segue il viaggio infernale di Shaw e McGregor. Piano piano la verità viene rivelata ma non esplicitata. I due agenti parlano della loro condizione e vediamo la storia dipanarsi in vari momenti diversi. Sappiamo come andrà, ma non sappiamo come. Ennis gioca con l’incertezza, sia per tenere alta l’attenzione di noi lettori, sia per creare suspence e un disagio sempre crescente.
Raccontare l’oscurità
Disagio è in effetti la parola che meglio descrive le mie sensazioni mentre leggevo questo fumetto. Il magazzino nel quale entrano Shaw e McGregor, quello che vedono, la storia del pedofilo assassino. Tutti elementi che accrescevano il mio disagio. Forse perché la realtà faceva capolino, nei commenti degli agenti, ma anche al pensiero che potrebbe essere tutto vero.
Ennis si aggancia ad un tipo di orrore direi quasi lovecraftiano. Non ci sono i mostri primordiali di HP Lovecraft, ma scendiamo lentamente nell’abisso dell’animo umano e dei suoi orrori, proprio come nei racconti dello scrittore di Providence. Gli elementi fantastici ci sono, ma potrebbero non esserci alla fin fine. È questa forse la cosa più terrificante. Inoltre Ennis lascia tanto di non detto, sfuocando così alcuni elementi della storia, lasciando al lettore il compito di riempire i vuoti.
A spezzare la tensione a mio parere contribuiscono gli inserimenti all’attualità. Si parla di Obama, di Trump, delle presidenziali del 2016, del #MeToo. Li ho trovati un po’ gratuiti, non per quello che dicono (anche perché tutto sommato sono d’accordo quasi sempre), ma perché a mio parere spezzano l’illusione narrativa: si legge chiaramente la voce di Ennis più che dei personaggi. La storia funziona meglio quando resta focalizzata sui personaggi.
Sudžuka ai disegni ha uno stile pulito e asettico, che aumenta l’atmosfera di disagio di cui ho parlato prima. Non ci sono costruzioni di tavola ardite, né Sudžuka ha uno stile bombastico che buca la pagina. I disegni sono però realistici e le tavole sono sempre costruite con precisione. La violenza verbale ma sopratutto grafica viene mostrata senza remore, d’altronde è pur sempre di Ennis che stiamo parlando. In questo modo il racconto acquista forza e la parte grafica contribuisce pesantemente nel rendere Discesa all’inferno un fumetto teso.
Concludendo
Discesa all’inferno rappresenta un lento viaggio verso il cuore nero dell’uomo, che Ennis riesce a rendere sempre più opprimente per il lettore. L’orrore è insito dentro le persone, ci dice Ennis e con Discesa all’inferno riesce nell’impresa di farcelo vedere.
Edizione
Discesa all’inferno è uscito in due volumi cartonati per SaldaPress al prezzo di 19,90€ per volume.
Nerdando in breve
Un viaggio oscuro e senza speranze all’interno dell’animo umano, Discesa all’inferno punta in alto e riesce a colpire nel segno.
Nerdandometro [usr 3.2]
Contenuti