Fumetti & Libri

Due chiacchiere con Ernesto Anderle (Murubutu – RAPconti Illustrati)

Ernesto Anderle

Introduzione

Murubutu è un grande rapper, un rapper che non parla dei soliti temi, ed ha trovato uno stile tutto suo per sfondare nel mondo della musica. La casa editrice BeccoGiallo, assieme a Morning Bell, mi ha dato la possibilità di avere il libro che è uscito su di lui, di cui presto avrete la recensione, e di intervistare l’autore dello stesso: il fumettista Ernesto Anderle.

Intervista

Fedrizzi: Benvenuti a tutti, amiche ed amici di Nerdando.com, io sono Fedrizzi ed oggi ci troviamo in compagnia di Ernesto Anderle, conosciuto sul web come Roby il Pettirosso o anche Vincent van Love. Lo conoscerete sicuramente già, in quanto abbiamo precedentemente parlato di lui, nei miei articoli riguardanti I Pinguini Tattici Nucleari a Fumetti e Ridammi la mano (un libro su Fabrizio de André).
Ciao Ernesto, vorresti iniziare raccontandoci qualcosa di te e della tua carriera da illustratore?
Ernesto:
Ma io ho iniziato a disegnare fin da quando ero piccolo, diciamo che quando ho iniziato ad aprire la pagina di Roby il Pettirosso, che è successo quattro anni fa circa, la gente ha iniziato a scoprirmi. Da lì si è aperto un mondo di possibilità, nascosto dietro a questo personaggio ho iniziato ad illustrare cose, frasi, canzoni e alla gente è piaciuto, di conseguenza sono approdato anche al realizzare libri.

F: Tu conoscevi già Murubutu prima di creare RAPconti Illustrati?
E: Si, sono già due anni che ci esibiamo assieme durante i concerti e ci conoscevamo già ancor prima, poi è maturata l’idea di realizzare questo libro, proprio dal successo riscontrato nei vari concerti, dalla combinazione di lui che canta e io che disegno le sue parole in tempo reale. Però alla fine la scintilla che ci ha fatto scoccare l’idea è stata di BeccoGiallo, la casa editrice, noi abbiamo subito accolto e realizzato il libro in un annetto di lavoro, circa.

F: Come avete lavorato al progetto tu e Murubutu?
E: In realtà io ho avuto molta libertà, ho messo le canzoni che più mi piacevano, che più mi evocavano un’emozione distinta, è stata una cosa molto libera. Però non si può dire che Murubutu sia stato poco incluso nel progetto, perché comunque lui ha supervisionato tutto il lavoro e prima della realizzazione ne abbiamo parlato parecchio insieme, abbiamo avuto un grosso scambio di idee su come strutturare il libro: io volevo che fosse un po’ come un diario di bordo, perché secondo me attraverso le canzoni di Murubutu si viaggia, i suoi testi portano in luoghi e tempi lontani, dipende un po’ dalla canzone, però può andare dal confine estremo dell’impero romani fino alle città distrutte nella prima guerra mondiale, fino all’oggi.

F: All’inizio, ancor prima del libro, tu e Murubutu come siete arrivati a lavorare assieme? Cosa c’è, nel tuo stile e nei tuoi disegni, che c’entra con il rapper?
E: C’è qualcosa che si combina: molte canzoni di Murubutu sono tragiche… diciamo che ci scappa sempre il morto *ride* e secondo me la tragicità legata ad uno stile che quasi un po’ riporta all’infanzia, visto che io uso la china e l’acquerello semplici, il connubio tra queste due sensazioni che si scontrano genera qualcosa di bello e innovativo secondo me. Poi le immagini che disegno sono legate ad un ascolto assiduo della canzone, che genera immagini, quando nella canzone: “I marinai tornato tardi” lui dice “sono dieci anni che è morto” io ho disegnato lui, sul fondale del mare, seduto che fuma la pipa, in realtà vivo. A Murubutu piace molto la semplicità del mio stile, una semplicità un po’ complicata, perché per arrivarci ho dovuto sperimentare e disegnare parecchio, un po’ come Picasso, se dieci anni fa disegnavo iperrealista ora ho iniziato a smontare tutto quello che facevo e lasciare solo la linea più semplice, che poi è anche quella più diretta, ed è per questo che i miei lavori piacciono al pubblico.

F: Prima hai detto che nel libro hai inserito le canzoni che, in qualche modo, ti evocavano più emozioni, vorresti citare magari le due più significative?
E: Ovviamente i “Marinai tornano tardi”, è stata la prima che ho ascoltato e quello di cui subito ho voluto disegnare, mi ha quasi commosso, invece per parlare dell’ultimo album mi è piaciuto illustrare “La notte di San Lorenzo”, una canzone che mi ha coinvolto sia a livello emotivo, sia a livello pratico, in quanto ho partecipato alla realizzazione del videoclip, infatti ci compaio. Questa canzone in particolare è un simbolo della mia amicizia con Murubutu e di una terra che è a me molto cara: la Calabria. Io sono trentino, ma sono calabrese dentro, quindi questa canzone mi ha parecchio coinvolto.

F: La prossima è una domanda che ho fatto anche a Lorenzo La Neve, parlando del libro sui Pinguini Tattici Nucleari, com’è per te trasformare un’opera musicale in immagine?
E: É una liberazione, perché una canzone fatta bene ti riempie di cose, belle o brutte, poter disegnare un po’ tutto quello che hai metabolizzato dal testo e musica ti libera per due motivi: il primo è che se non orbitassero nella tua testa non le potresti mettere su carta e poi quando ascolto un pezzo io mi sento un po’ in debito, in dovere di ricambiare, perché mi ha lasciato un emozione, qualcosa di bello, quindi fare qualcosa, un disegno, che rievoca la sua arte, l’arte del cantante in questione, mi libera da questo senso di dovere, di dover restituire, mi sento come di essermi sdebitato. É come se io strappassi dalle parole tutta l’emotività che c’è dentro e ne disegnassi il significato, il mio, perché in canzoni di grandi autori i significati sono tanti, ognuno può trovare il suo.

F: Tu pensi che nei tuoi disegni ognuno possa essere capace di trovare il suo significato?
E: Spesso nei commenti,  soprattutto nelle canzoni di Murubutu, vedo tanta gente che mi scrive: “è come l’avevo immaginata io”, quindi penso che ci sia un filo che accomuna noi ascoltatori dello stesso cantante, un filo di pensiero.

F: Qual’è il tuo consiglio per affrontare al meglio la lettura di questi libri, chiamiamoli sonori?
E: Il mio consiglio è… non aspettarsi niente, perché ogni pagina può essere mutata da quello che ci aspettiamo, se siamo senza aspettative riusciamo a cogliere al meglio i significati e quindi non basta soffermarsi, ogni pagina è diversa, lo stile cambia e la poliedricità fa da padrona.

F: Bene, siamo giunti al termine dell’intervista, grazie per essere stato con noi. Per chiudere, dove possono trovarti i nostri lettori?
E: Ultimamente pubblico un po’ meno degli altri anni, perché sono un po’ preso con i libri ed altri progetti, però potete trovarmi sulle pagine Facebook e Instagram di Roby il Pettirosso e Vincent Van Love!

F: Grazie ancora!
E: Grazie a voi e a presto!

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