Recensione
Asmodee Italia porta nel nostro paese Bears vs Babies, ultima fatica dei creatori dell’apprezzato Exploding Kittens e, per quanto mi riguarda, è amore a prima vista.
Se conoscete e apprezzate il divertente predecessore, potete già intuire cosa vi troverete davanti con Bears vs Babies: lo stile irriverente e sopra le righe di Elan Lee e Matthew Inman è anche stavolta protagonista assoluto di un party game più strategico di quanto potrebbe sembrare a prima vista.
L’obiettivo principale del gioco è dare vita a potenti eserciti di improbabili mostri, assemblandone le parti calandoci nei panni di un moderno Victor Frankenstein. Le nostre mostruose e assurde legioni ci serviranno per difenderci dagli attacchi delle creature più terrificanti che si possano immaginare: agguerriti bebè.
Meccaniche
Bears vs Babies si configura come un party game di carte che si basa sulle semplici meccaniche di pesca, scarto e azioni. Ciascun giocatore comincerà la partita con in mano 5 carte e, al momento del suo turno, avrà a disposizione un numero variabile di azioni (meno sono i giocatori, più saranno le azioni a disposizione) per iniziare ad assemblare il proprio esercito o pescare carte aggiuntive dai tre mazzi di pesca.
Le regole per creare i mostri sono semplici: a partire dalla testa sarà necessario aggiungere parti del corpo e strumenti, rispettando le linee di collegamento disegnate sulle carte.
Se tra le carte che peschiamo ne troveremo una o più che non raffigurano parti del corpo ma un bebè, dovremo scartarla immediatamente, aggiungendola a faccia coperta sulla pila del rispettivo colore (esistono carte bebè, così come carte mostro, di tre colori: verde, blu o rosso). In questo modo si formeranno gli eserciti di bebè nemici.
Durante il nostro turno possiamo anche scegliere di non effettuare azioni ma provocare invece uno degli eserciti di bebè presenti sul tabellone. Scegliendo, ad esempio, di provocare l’esercito verde di bebè, le carte che lo compongono verranno rivelate e si dovranno sommare i loro punti forza: a quel punto, bisogna contare i punti forza degli eserciti verdi di tutti i giocatori. Se gli infanti vengono sconfitti dai mostri, il giocatore che ha vinto prende quelle carte bebè come punti per la fine della partita. In caso contrario, se i bebè si dimostrano più forti e vincono, le carte dell’esercito di poppanti verranno semplicemente scartate e non fungeranno da punti per nessun giocatore. In entrambi i casi, comunque, gli eserciti di mostri che hanno preso parte alla battaglia dovranno essere scartati.
La partita finisce nel momento in cui i mazzi di pesca risultano esauriti: a quel punto il vincitore sarà il giocatore che avrà accumulato più punti. Ed è qui che emerge la componente strategica di Bears vs Babies: per vincere la partita è necessario ostacolare i propri avversari per impedire loro di accumulare punti, ad esempio provocando un esercito di bebè composto da molte carte (quindi probabilmente difficile da battere) di un colore di cui noi non abbiamo mostri ma i nostri avversari sì.
Nella scatola, oltre al mazzo di carte base, ne è presente un secondo che aggiunge regole e dinamiche alla partita, rendendola più intrigante. Tra le aggiunte ricordiamo la possibilità di pescare dal mazzo degli scarti, gli strumenti per potenziare i proprio mostri, i cappelli, le maschere per occultarne il colore agli altri giocatori, le teste d’orso, che sono le più potenti (se vi stavate chiedendo dove diavolo fossero gli orsi in un gioco che si chiama Bears vs Babies, eccovi accontentati).
Materiali
Bears vs Babies si preannuncia particolare già dalla scatola, realizzata in cartone ricoperto di pelliccia marrone. Il gioco è realizzato con grande attenzione ai materiali e con estrema cura alla parte grafica.
Simpatica l’idea di realizzare il tabellone in stoffa, rendendolo così più pratico da piegare e più durevole.
Il fiore all’occhiello, naturalmente, sono le carte: le illustrazioni ricordano da vicino quelle di Exploding Kittens (in alcuni casi ne riproducono anche i personaggi), con uno stile fumettoso e didascalie super divertenti. Sono colorate e facili da maneggiare (anche se vi consiglio di imbustarle, per evitare di rovinarle con l’utilizzo).
La confezione si completa con un breve ed intuitivo manuale di istruzioni (realizzato con il solito stile spiritoso degli autori) e un foglio di F.A.Q. che riassume le regole aggiuntive e risponde ai più frequenti dubbi che potrebbero crearsi nel giocatore alle prime partite.
Se volete dare un’occhiata più approfondita, vi rimando al nostro unboxing foto sulla pagina Facebook.
Concludendo
Bears vs Babies è un party game divertente e affatto banale, che punta sull’aspetto visivo e sulle meccaniche semplici ma strategiche il giusto.
Pensato per essere giocato dai 2 ai 5 giocatori, come tutti i party games dà il suo meglio proprio in un numero maggiore di sfidanti.
Il divertimento è assicurato dalle combinazioni possibili di carte, che danno vita a mostri assolutamente imprevedibili e tutti fuori dall’ordinario, e dalla componente competitiva. Trovo inoltre spassosissimo il rovesciamento di prospettiva, che vede orribili mostri nei panni dei buoni e paffuti e inquietanti bebè impersonare la parte dei cattivi.
Completamente localizzato in italiano, Bears vs Babies è adatto a tutta la famiglia, assicurando partite veloci all’insegna delle risate.
Un grazie ad Asmodee Italia per la copia inviata per questa recensione.
Nerdando in breve
Bears vs Babies è un divertentissimo party game con una interessante componente di strategia basato sull’umorismo, il rovesciamento di prospettiva e il no sense.
Nerdandometro: [usr 4.0]
Contenuti