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Le ragazze del Pillar – Attracchi familiari

Faccio parte di quel gruppo della redazione di Nerdando che adora i fumetti della coppia Teresa Radice e Stefano Turconi. Per cui è normale che appena ho avuto l’occasione ho comprato e letto l’ultima fatica del duo, Le ragazze del Pillar, uscito per BAO Publishing lo scorso novembre.

Recensione

Le ragazze del Pillar è una specie di seguito/spin-off dell’opera più (giustamente) celebrata del duo, quel Il porto proibito uscito nel lontano 2015 e che ha emozionato tantissime persone da allora.

Se non avete letto Il porto proibito, fatelo tipo adesso. Se non lo volete fare, fatelo lo stesso. Se insistete nei vostri errori, non fa niente. Le ragazze del Pillar si può leggere anche da solo, ma voi vi perdete un gran fumetto.

Trama

Siamo a Plymouth nel 1810. Il Pillar to Post è il bordello della città, porto cruciale della marina britannica dove arrivano navi da tutto l’Impero. E cosa vogliono i marinai dopo mesi in mare? Le coccole. Cosa pensavate, sporcaccioni?

Le ragazzi del Pillar è il primo volume di una (si spera lunga) serie in cui ogni capitolo è dedicato ad una delle ragazze del bordello. Siamo all’interno del mondo creato per Il porto proibito ma ci si limita ad alcuni accenni che non appesantiscono la lettura per chi non ha letto o non ricorda l’opera precedente. Questo primo volume ha due storie per due ragazze, June e Lizzie.

Le storie si focalizzano sulle protagoniste ma in realtà sono affreschi del mondo che ruota intorno alle ragazze e alla città di Plymouth. Ci sono personaggi nuovi e vengono gettati ami per sviluppi futuri.

E così la storia di June s’intreccia con quella del maori monco Tane, assunto come buttafuori dal Pillar e quasi fa da prologo alla storia di Lizzie e di un suo spasimante. Sullo sfondo ci sono degli eventi che coinvolgono il capitano della Last Chance Jasser Allali e una donna in cerca di un passaggio per l’India.

Storie di mare

Entrambe le storie sono narrate con la solita sapienza e maestria di Radice, attraverso personaggi tridimensionali e sfaccettati, inseriti nel microcosmo di Plymouth e nella società britannica dell’epoca.

Magari le due storie non sono particolarmente profonde, però proprio per la loro semplicità consentono all’autrice di farci immergere nei personaggi e nelle loro relazioni. Sebbene le storie si concentrano su alcuni personaggi, il ritmo è quello della storia corale.

Come in altre opere, a mio parere si vede la provenienza di Teresa Radice dalla scuola Disney. Ovviamente non nel tema affrontato, non ci sono tante storie di prostituzione tra i Classici Disney, ma nel modo in cui viene trattato. Un modo agrodolce e universale che scalda il cuore, con le giuste dosi di emozioni, con gag quasi da cartone animato accanto a scene sensuali.

I colori del mare

La grande novità nei disegni è l’uso del colore. Il porto proibito era infatti in bianco e nero, aspetto che dava grande fascino al fumetto, con un’aria più indefinita perfetta per quella storia. Qui invece Turconi torna al colore.

I toni sono simili a quelli del recente Tosca dei boschi, con l’uso di colori pastello che cambiano a seconda del luogo della storia. C’è un grosso uso del giallo e dell’arancione che danno alla storia un’atmosfera autunnale e calda.

I disegni sono i soliti bei disegni di Turconi, sintesi tra un tratto realistico e uno più disneyano. La bravura dell’autore l’ho notata in due frangenti: gli sfondi e i personaggi.

Turconi disegna tanti, tantissimi personaggi diversi e ognuno di essi ha una sua espressività e delle sue caratteristiche grafiche evidenti. Non solo per quanto riguarda i corpi, in particolare delle ragazze del Pillar, ma anche nei volti, nelle espressioni.

Gli sfondi sono sempre curati e mai abbozzati, con dovizia di particolari in ogni ambiente. Un lavoro encomiabile che aiuta ancora di più a dare concretezza al mondo di Plymouth.

A margine, ho personalmente apprezzato molto l’evidente grande lavoro di ricerca fatto da Turconi (e probabilmente anche da Radice) sui costumi d’epoca. Il volume infatti ha una bella appendice in cui sono raccolti esempi di vestiti femminili e maschili, militari e civili del periodo.

Concludendo

Siamo solo agli inizi di una serie ma le premesse sono ottime. Mi sembra che la serie non ha l’ambizione e la volontà di bucare il lettore come Il porto proibito e Non stancarti di andare ma non è affatto un problema. Le ragazze del Pillar racconta storie d’umanità nel porto di Plymouth. Lasciamoci quindi trasportare in quel mondo.

Edizione

Le ragazze del Pillar è uscito a novembre in un volume cartonato di 152 pagine edito da BAO Publishing al prezzo di copertina di €19.

Nerdando in breve

Radice e Turconi tornano nel mondo de Il porto proibito con delle avventure intime e divertenti che scaldano il cuore.

Nerdandometro [usr 4.4]

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