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Un pensiero sul peggio di For The King

For The King

Introduzione

Non sono solito criticare pesantemente dei giochi, ma a volte é necessario.

Il titolo su cui polemizzeremo oggi si chiama For The King (FTK) sviluppato da IronOak Games e Warp Digital Entertainment. 

Si tratta di un Roguelike RPG con meccaniche alla gioco da tavolo, per farla breve, ogni azione nel gioco (che sia amica o nemica) sarà determinata dal tiro di uno o più dadi da 100.

La verità é che, a gioco provato, non é così che funziona.

Mi sono fatto aiutare dai miei compagni di avventura Nyoon e Devix per scrivere questo articolo, c’era talmente tanta roba da citare che non c’è l’avrei fatta da solo.

UI

UI abbastanza scomoda e poco pensata.

Questo, aggiunto ad alcuni bug della UI stessa, la rendono molto fastidiosa (esempi: non ci sono set di equipaggiamento salvabili, non è possibile vedere  l’inventario degli altri membri del party nei dungeons oppure la UI che si blocca su un item specifico).

Builds

Scelta piuttosto scarsa sulle build una volta scelto il personaggio, per natura del gioco, è troppo importante fare un tiro perfetto e la probabilità aumenta esponenzialmente aumentando le statistiche, quindi finché non arrivi al massimo della tua statistica principale (che risulta, per la stessa ragione, essere unica per il personaggio), non ha quasi mai senso equipaggiare oggetti diversi da quelli che ti danno la statistica che ti interessa.

In generale nel gioco troviamo poca varietà di oggetti.

Inoltre, alcune abilità peculiari di classe sono inutili o molto difficili da usare per la classe a cui appartengono.

Nemici

Varianza praticamente ridicola sul piano degli incontri con i nemici: è possibile fare due encounter diversi dello stesso livello, ed il primo può essere facilissimo e il secondo completamente distruggerti una run.
Inoltre, alcuni encounter speciali possono facilmente garantire la morte del personaggio se non si posseggono specifici oggetti (che spesso non si trovano o sono sconvenienti da comprare).

C’è da aggiungere anche che il gap tra le difficoltà è veramente enorme: la difficoltà facile è ridicola, la difficoltà normale è molto difficile, mentre la difficoltà più alta è  letteralmente impossibile in alcune avventure.

Cosa c’è di buono

La meccanica di esplorazione dell’overworld è molto piacevole e lascia spazio a una grandissima ottimizzazione strategica da parte dei giocatori.

In realtà il gioco costa poco, è molto intuitivo e diverte molto, soprattutto in compagnia e potrebbe generalmente essere consigliato per chi si sta avvicinando ai giochi di ruolo da tavolo.

Conclusioni

Ma perché ci sono tutti questi problemi e così poche cose davvero notabili nel gioco? La risposta è solo una: lo studio di sviluppo.

Il gioco, dalla sua uscita ha ricevuto solo un paio di update, senza aggiunta di contenuti e senza maggiori aggiunte nel gameplay.

Ciò che manca a questo gioco è un po’ di innovazione e la risoluzione dei problemi, cosa che, da più di un anno, non succede.

Certo, gli sviluppatori si sono fermati per portare il gioco su console varie, ma questo li giustifica davvero? Per quanto lo studio di sviluppatori sia piccolo, oramai è da più di un anno che nel gioco non cambia nulla e, nell’ottica di portare avanti un gioco che ha, secondo il nostro modesto parere, delle potenzialità incredibili, forse è necessario che gli sviluppatori si diano una mossa.

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