Durante la terza giornata di Lucca Comics and games 2019, l’ottima Clack e io abbiamo incontrato Francesco Tullio Altan, il padre della cagnolina Pimpa. Il buffo animaletto a pois rossi non è l’unico creato dalla mente dell’autore, che ha partecipato al festival del fumetto e del gioco per presentare Uomini, ma straordinari, la prima delle raccolte realizzate da Coconino Press nella quale verranno accorpati i suoi più celebri romanzi a fumetti.
Ha creato anche graphic novel su Linus, quelle ora raccolte in Uomini, ma straordinari: Franz (San Francesco), Colombo, Ben, il Quarto figlio di Noè e Casanova. Con ottica parodistica vengono raccontate le storie di uomini veri, senza però l’intento di far ridere. Il vero scopo dei racconti è quello di togliere la veste fintamente bella che viene spesso aggiunta a un aneddoto che è entrato nel patrimonio culturale, trasmesso di generazione in generazione.
Uomini ma straordinari è un libro atemporale, che si adatta a ogni epoca, racconta come i grandi cambiamenti della Storia avvengono spesso per piccole beghe. Esso raccoglie strisce che finora non erano state inserite in una collana unitaria ma erano sparse in vari formati sulle riviste o sui giornali. Si tratta del primo volume di una collana che Coconino proporrà con le opere di Altan.
L’idea è di ripubblicare il materiale che finora era uscito sparso e ridare la giusta visibilità a opere meno note e conosciute. L’editore ha pertanto deciso di dare una veste adeguata a queste storie, con un formato che le valorizzasse e ne rendesse agevole la lettura.
L’incontro
Com’è nata la Pimpa? Hai dovuto studiare molto il personaggio per riuscire a crearlo?
Tenendo in braccio mia figlia, che all’epoca aveva tre anni, disegnavo per lei perché questo era il nostro modo di giocare. Un giorno per diletto le disegnai un cagnolino e per distinguerlo, gli misi dei pallini rossi. Il carattere e l’atteggiamento della Pimpa è il suo riflesso, che nei suoi atteggiamenti quotidiani mostrava la sua indole curiosa e dolcemente ingenua. Io invece sono un po’ Armando, che la guidavo e la seguivo ma le lasciavo sempre la possibilità di fare da sola le proprie scelte e le sue scoperte.
Non è nata quindi come un cartone per bambini, perché prima di allora non ne avevo mai realizzati né mai mi ero interessato. Probabilmente è proprio per questo che è così longeva: è nata senza uno studio commerciale dietro, con il semplice gusto di intrattenere lei.
Le storie di Pimpa hanno trame improbabilissime e tutte diverse. Il personaggio della cagnolina è ispirato a tua figlia, ma le vicende come ti sono venute in mente? Da dove trai ispirazioni?
È difficile dirlo perché uno non se ne rende troppo conto nel processo creativo. Partendo dal fatto che Pimpa parla con tutti, è immune a problemi di razzismo o di qualsiasi tipo, qualsiasi fenomeno atmosferico o, semplicemente, quotidiano può diventare base per una storia. Ho scritto più di mille fumetti della Pimpa e nonostante questo, grazie a questa capacità del personaggio, le idee continuano a saltare fuori.
Colombo, Francesco e Casanova: perché inserire loro nel libro Uomini ma straordinari?
L’idea di ribaltare una visione ufficiale era interessante. In Italia si parla di “un paese di santi, di poeti e di navigatori”, e quindi Cristoforo Colombo. Leggendo dei diari di viaggio è venuto lo spunto di ribaltare la vicenda ed esplorare il rapporto tra l’indio e il navigatore. C’è un atteggiamento anche un po’ terzomondista in questa operazione.
Come santo, Francesco, ovviamente. È una figura su cui mi sono documentato molto e ho letto moltissimo. Con lo stesso procedimento usato per Colombo, ho preso i luoghi comuni riguardo il personaggio. Gli spunti sono sempre eventi che sono presenti nelle biografie vere. Inoltre il personaggio si prestava a ripercorrere la situazione sessantottina.
Per quanto riguarda Casanova, l’operazione è diversa: lo spunto è partito dal proporre a vari autori di descrivere un episodio della vita del personaggio. A Linus è piaciuto molto il pezzo che ho creato io e infatti proprio grazie alla storia di casanova è iniziata la mia collaborazione con Linus stesso.
Con le vignette caustiche racconta l’attuale condizione esistenziale. Saresti disposto a barattare le storie e il lavoro di fumettista per avere in cambio una realtà più felice? Andresti a lavorare alle Poste?
Certamente, se solo si potesse!
Parlando delle Poste, ho un aneddoto a riguardo. Ero ad Aiguillon nel periodo in cui uscì uno dei miei albi. Durante la sessione di firme ero vicino a Sokal, quello dell’Ispettore Canardo, e lui aveva davanti 200 persone mentre da me non c’era nessuno, così dopo mezz’ora me ne sono andato. Gli ho detto “Questa situazione è come essere alle Poste in uno sportello dedicato alle raccomandate per l’Angola. Inutile.” Scusate, mi è venuto in mente e mi andava di raccontarlo.
Come nasce l’ispirazione per la vignetta di tipo politico?
Le fonti sono giornali, radio, televisione, non ne ho di privilegiate all’interno dei palazzi del potere, anche per essere sicuro di parlare di notizie che conoscono tutti.
La satira, in epoca di social e web, è più libera rispetto agli anni Settanta?
Probabilmente sì, c’erano reazioni in quei tempi, la gente si arrabbiava. Adesso sembra che non importi niente a nessuno: lo facciamo perché è un nostro dovere, ma sembra non avere nessun effetto.
Quale deve essere lo scopo della satira?
Nasce nella storia come un modo di attaccare il potere, e questa è la sua funzione primaria. Coi tempi il potere non è più così impersonato da una sola persona o partito, è diventato una cosa che sfugge alle definizioni. La funzione più importante ora è quella di offrire punti di vista diversi perché, come possibilità di attacco, ne vedo poca.
Le reazioni che suscita sono al massimo di piccolo fastidio che tanto il giorno dopo è già dimenticato. Invece l’idea di creare un discorso che lega le persone che la pensano allo stesso modo, che rivedono i propri pensieri nella vignetta satirica, ha la funzione di lasciare le un po’ meno sole.
Perché hai deciso di intraprendere uno studio di architettura e poi di spostarti al cinema?
Ero sicruissimo che non sarei diventato un architetto pertanto è stato facilissimo abbandonare quella strada. Ho avuto degli incontri importanti, di persone che mi hanno fatto cambiare rotta. La mia vita è stata fatta poco di scelte consapevoli e più di incontri e momenti che hanno determinato svolte di percorso.
I personaggi femminili sono più tenaci, quelli maschili più arrendevoli. Perché?
Sono cresciuto con sorelle e donne forti, e mi sono accorto che l’uomo chiacchiera tanto ma è poco concreto. Le donne sono più libere dagli stereotipi, più puntuali e non hanno paura di cambiare idea, non perché siano volatili, ma perché hanno più consapevolezza di ciò che fanno.
Come vive il rapporto fra le sue vignette e la generazione di oggi?
Non ho molta esperienza diretta della vita degli adolescenti e dei giovani né frequento i social, per cui mi devo fidare di quello che ricordo dei miei tempi, visto che ci sono cose che in fondo non cambiano tanto, e di qualche ipotesi.
Tra un po’ credo lo capirò di più perché mia nipote ha adesso 13 anni e ci stiamo avvicinando al tempo dei primi confronti ideologici. Quindi fra due o tre anni lo scopro, poi te lo dico.
Com’è possibile che nella stessa mente convivano la Pimpa e Cipputi? Come potremmo diventare Armando, un uomo lieve in tempi difficili?
Armando è Altan come mi piacerebbe essere, quindi non ho una risposta.
Cosa ne pensi dell’attenzione che l’arte sta attualmente dando al fumetto?
Sembra un buon segno, vuol dire che questo lavoro, che ha sempre avuto dignità di lavoro artistico, inizia a essere riconosciuto anche ufficialmente.
Ringrazio molto Clack per l’aiuto <3
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