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Terminator: le curiosità da conoscere prima di andare al cinema

Terminator

Terminator

Oggi se diciamo Terminator ci balza in mente un ricco franchise che spazia dal cinema, dove ha all’attivo ben sei pellicole, a tantissimi altri media (per fare un esempio, di recente SaldaPress ha pubblicato un volume che racchiude il sequel a fumetti, scritto prima di Terminator 2). E pensare che all’inizio c’erano solo un’indigestione e un’idea in cui nessuno era pronto a scommettere.

Vista l’imminente uscita al cinema di Terminator – Destino Oscuro, che vede tornare i due attori principali di Terminator, Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton nei rispettivi ruoli ricoperti nel 1984, abbiamo pensato di fare un salto indietro nel tempo per raccontarvi come tutto è cominciato e le curiosità riguardo alla realizzazione di Terminator.

Come tutto è cominciato

James Cameron ha dichiarato che l’idea per Terminator gli venne nel 1981, quando si trovava a Roma per la presentazione del suo primo lungometraggio, Piraña Paura. Dopo una brutta indigestione, il regista passò una notte terribile, nel corso della quale ebbe la visione di un torso meccanico che usciva dalle fiamme di un’esplosione. Il seme era gettato e a partire da questa immagine Cameron scrisse il copione di Terminator.

La sceneggiatura, però, sembrava non piacere proprio a nessuno (nemmeno all’agente del regista canadese): dopo essere stata rifiutata praticamente ovunque, venne acquistata da Gale Anne Hurd, che collaborava con la Orion. La cifra per cui Cameron cedette i diritti è di ben un dollaro più la promessa che sarebbe stato lui il regista del film. A posteriori, la Hurd ha concluso uno dei migliori affari della storia!

Casting

Per il ruolo del cyborg T-800 , James Cameron aveva le idee chiare fin dall’inizio: il suo uomo era Lance Henriksen. I due avevano già collaborato per Piraña Paura ed erano legati da una profonda amicizia; Henriksen, inoltre, si era dato da fare in prima persona nella ricerca dei finanziamenti per il film. La produzione però non era affatto convinta, preferendo altri nomi tra cui Mel Gibson, Micheal Douglas, Tom Selleck e perfino O.J. Simpson (scartato, quest’ultimo, perché Cameron non lo riteneva credibile come assassino).
Alla fine, da protagonista, Henriksen si ritrovò a interpretare una particina minuscola, anche se Cameron si sarebbe “sdebitato” due anni dopo scritturandolo per il ruolo del sintentico Bishop in Aliens – Scontro Finale.

Mentre si discuteva su chi avrebbe prestato il volto al T-800, per il ruolo di Kyle Reese spuntò il nome di Arnold Schwazenegger: Cameron era decisamente contrario ma non poté evitare di provinarlo. Si recò all’incontro, quindi, con l’idea di litigare con l’attore per un pretesto e liquidarlo. Il risultato, invece, fu che l’austriaco si dimostrò molto simpatico e tirò fuori anche interessanti idee su come vedeva l’antagonista del film: Cameron si convinse che sarebbe stato il Terminator perfetto e lo scritturò. Il ruolo di Kyle Reese, quindi, andò a Micheal Biehn (anche lui, tra l’altro, avrebbe fatto parte del cast di Aliens – Scontro Finale), nonostante l’interprete non fosse convinto del film, etichettandolo come “uno stupido b-movie”.

Effetti speciali

Terminator era una storia ambientata nel futuro ma doveva fare i conti con i mezzi tecnici che il 1984 poteva offrire al cinema. Molte delle idee inserite da James Cameron nella sceneggiatura originale furono scartate perché la tecnologia dell’epoca non ne permetteva la realizzazione ma furono poi riutilizzate in successivi film della saga.
Qualche esempio? Inizialmente Skynet avrebbe dovuto mandare indietro nel tempo ben due Terminator: il t-800 e un altro cyborg composto di metallo liquido. L’idea è stata poi riutilizzata per il T-1000 di Terminator 2. Alcune scene prevedevano che il T-800 si nutrisse per alimentare la parte organica che compone il suo corpo: l’idea è stata riutilizzata in Terminator 3 – Le macchine ribelli.

Particolarmente ironica per uno spettatore odierno è l’interfaccia di Terminator: le schermate in soggettiva del cyborg utilizzano un linguaggio assembler proveniente da un Apple II e alcune possibilità di scelta multipla per le conversazioni che ricordano le avventure grafiche degli anni Ottanta. Una tecnologia piuttosto poco avveniristica per delle macchine dal futuro che hanno conquistato il mondo…

Accuse di plagio

Come ogni idea geniale che si rispetti, anche Terminator ha avuto i suoi guai con le accuse di plagio. In particolare, lo scrittore di fantascienza e premio Hugo Harlan Ellison citò James Cameron perché la sceneggiatura del film, a suo dire, copiava a piene mani da due episodi da lui scritti per la serie antologica di fantascienza (inedita in Italia) The Outer Limits e dal suo racconto Non ho bocca, e devo urlare.

La produzione non intendeva impelagarsi in lunghe diatribe giudiziarie e decise quindi di risolvere la questione pagando una somma allo scrittore e inserendo nei titoli di testa la dicitura “Ispirato ai lavori di Harlan Ellison“. Cameron era profondamente contrario ma alla fine dovette cedere, visto che l’alternativa era pagare di tasca propria tutte le spese legali.

Un set scoppiettante

Il clima, sul set di Terminator, non era certo dei più distesi. Un po’ perché James Cameron aveva le idee piuttosto chiare e non gradiva intromissioni, un po’ perché il budget era davvero limitato.
Le discussioni maggiori avvennero tra il regista e Arnold Schwarzenegger, in particolare sul linguaggio del cyborg. L’iconica battuta “I’ll be back“, in particolare, fu fonte di aspre divergenze tra i due.

Il basso budget, inoltre, comportò non pochi problemi: in alcuni casi, il primo ciack doveva necessariamente essere quello buono per l’impossibilità di ripetere la scena, in altri le riprese vennero realizzate praticamente in maniera abusiva. Ne è un esempio la scena in cui il T-800 rompe un finestrino e ruba un’auto, girata in tutta fretta nel vialetto di casa di James Cameron o la sequenza finale del film, in cui la troupe fu fermata da un poliziotto e, per trarsi d’impaccio, dovette raccontargli la favoletta che si trattava di un progetto amatoriale del figlio del supervisore degli effetti speciali.

Un cattivo dal cuore d’oro

Terminator è l’unico personaggio ad essere presente nella 100 Heroes and Villains List dell’American Film Institute sia tra gli eroi che tra i cattivi. Tra i buoni lo troviamo al 48° posto per Terminator 2 – Il giorno del giudizio, mentre tra gli antagonisti è alla 22ª posizione, per Terminator. Al primo posto, attualmente, ci sono Atticus Finch da Il buio oltre la siepe per gli eroi e Hannibal Lecter da Il Silenzio degli Innocenti per i cattivi.

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