Durante Lucca Comics & Games, Fabrizio Capigatti e Diego Bonesso hanno parlato al pubblico e alla stampa di Remer Comics, la nuova casa editrice veneziana. VeneziaComix Editore infatti ha scelto di espandersi, cambiando il proprio nome e aggiungendo allo staff nuove mani giovani e non. Per includere non solo fumetti supereroistici e abbracciare così anche tematiche molto diverse, è servito un cambio d’abito e una nuova etichetta.
L’incontro
Remér (e non “Rèmer”) vuole porsi come nuova casa editrice che avvolga a 360 gradi il mondo del fumetto, non più solo l’aspetto supereroistico
Fabrizio Capigatti, il fondatore dell’ormai ex VeneziaComix, spiega quanto il nome nuovo sia stato ragionato. Il termine significa il “costruttore di remi”, che con il remo ci naviga e ci si muove. Un buon auspicio, indicando l’idea di viaggiare, espandersi e intraprendere il nuovo viaggio verso le nuove uscite e le nuove tematiche. In più è palindromo, che porta fortuna.
Diego Bonesso introduce alcuni autori e disegnatori che nei 13 anni di vita della casa si sono man mano avvicinati entrandone a far parte, ma è tempo di rinnovarsi. Durante Lucca Comics i due esponenti della casa editrice hanno potuto consultare book di molti, giovanissimi aspiranti illustratori, che andranno man mano ad aggiungersi a Remer ampliando il più possibile la kermesse di artisti.
A marzo per il Cartoomics uscirà Mother, il nuovo lavoro di Ludovica Ceregatti che, collaborando con Fabrizio Capigatti, ha creato una linea gotica e dark molto scura che per prima si distaccherà dall’universo supereroistico attuale.
Ci saranno quindi supereroi, una linea horror gotica, una hardcore ma anche una comica, sulla quale però non ci possono anticipare ancora nulla.
Anche se il mondo supereroistico è un mondo di fantascienza, di contenuti reali e concreti ce ne sono moltissimi, la maggior parte dei quali tratti da aspetti della vita quotidiana. Ne La Lupa vengono toccati i temi di Mafia Capitale e le problematiche amministrative che la riguardano, nella saga di Capitan Venezia vengono abbracciate altrettante difficoltà. Non solo belle cornici estetiche quindi, ma le città si prestano proprio come spunti per creare storie verosimili seppur fantastiche.
Seven, il graphic novel illustrato da Martina Fari, è invece una storia plausibile che tratta tematiche legate all’economia e ai traffici illegali. Eppure si distacca dalla realtà per quella che è la natura del protagonista maschile, inconsapevole di essere l’anticristo e del fatto che le sue azioni scatenino l’Apocalisse.
Mother sarà invece un libro di genere completamente non realistico, che però va ad agganciarsi a Venezia per l’ambientazione. Una città inventata, sospesa tra sogno e realtà, che avvolge di mistero e thriller un posto che però non esiste davvero, ma che per certi versi ricorda la città del Canal Grande.
Diego ha spiegato quanto sia difficile ambientare nelle città italiane una storia di supereroi, pertanto fin da sempre sono stati scelti autori che vivessero da sempre nelle città che disegnavano. Infatti, tutto lo staff coinvolto in Capitan Napoli è napoletano, dai disegnatori ai coloristi, così che ciascuno abbia la miglior padronanza possibile dell’ambientazione. In fondo è anche un modo per l’autore stesso di celebrare la propria città.
Potendo scegliere, a Diego piacerebbe molto che Marco Checchetto potesse mettere mano a un albo ambientato nella città sull’acqua, pur sapendo che visti gli impegni della young gun americana sarà difficile che si unisca al team. Sullo sceneggiatore, invece, nessun desiderio: Capigatti non si cambia.
Dopo Lucca comics, potremo incontrare Remer Comics a Cartoomics, al Comicon di Napoli (dove uscirà il secondo numero di Capitan Napoli), ad Arf! e il 18-19 aprile sarà presente alla fiera del gioco e del fumetto veneziana, VeneziaComics.
Come nuove uscite non ci si può sbilanciare, ma Fabrizio dichiara di star già collaborando con Caterina Bonomelli su un nuovo volume inedito.
Soprattutto, riprenderanno i corsi di Venezia Comics.
Parlando di haters e dei commenti ricevuti online, Fabrizio e Diego hanno raccontato di aver avuto a che fare con certe affermazioni prevenute. Qualcuno ha detto “un fumetto che si chiama capitan qualcosa (es. “Capitan Napoli”, ndPenny), non lo compro perché sicuramente è fascista.” A Fabrizio la cosa sorprende, perché il fumetto vuole solo intrattenere senza avere la pretesa di voler politicizzare o fornire una propria interpretazione dell’attualità. Loro si limitano a raccontare una storia verosimile ma non reale, che possa in qualche modo anche far riflettere sul tessuto sociale contemporaneo, ma senza citare nulla di specifico. Se le cose succedono, succedono e basta.
Casualmente, in uno dei fumetti pubblicati, a un tratto la polizia irrompeva nell’ufficio del sindaco per arrestarlo. Di fatto in periodo di lancio del fumetto è stato realmente arrestato il sindaco, ma ovviamente si trattò solo di una coincidenza. In molti hanno invece criticato l’opera, accusandola di aver voluto sfruttare il momento politico per farsi pubblicità e quindi includere di proposito l’avvenimento nella storia. Ovviamente fu solo una spiacevole coincidenza, perché a sceneggiare un fumetto di tale portata ci vuole tantissimo tempo, addirittura mesi e anche volendo non sarebbe possibile cavalcare l’onda dell’attualità, ma le critiche arrivarono comunque. Fortunatamente, fu l’unico caso.
Contenuti