Recensione
Lorenzo Palloni è giovane, ma nel panorama fumettistico italiano si è già fatto notare con alcune opere di un certo livello, tra le quali il bel Mooned, di cui parlammo tempo fa sul nostro sito.
Io, personalmente, lo conobbi due anni fa al Pescara Comic Convention, durante il quale mi feci autografare Un lungo cammino, del quale era disegnatore (che peraltro mi piacque, ve lo consiglio).
Ora, l’ottima SaldaPress ha deciso di pubblicarne la prima opera da autore completo, La lupa, all’interno della collana Maèstro, a colori. Precedentemente l’opera era stata pubblicata, col titolo Esatto, in autoproduzione da Mamaiuto, associazione fondata dallo stesso Palloni.
Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Disegni & stile
Avendo scritto un certo numero di articoli riguardanti fumetti, posso pensare di aver instaurato una certa consuetudine con me stesso per quanto riguarda la struttura di massima che intendo seguire quando vado a raccontarvi se un fumetto mi è piaciuto o meno.
Oggi mi permetto di sovvertirla per anteporre la parte grafica alla disquisizione riguardante storia e sceneggiatura, perché durante la lettura il primo impatto con le tavole è stato preponderante.
Questa edizione de La Lupa si presenta in libreria in un formato insolito, quadrato, volto a rendere giustizia alla particolare costruzione della tavola scelta dall’autore: nove vignette quadrate per pagina, disposte in una griglia 3×3, come a formare una finestra sul mondo di violenza della protagonista Ginger.
Utilizzare un formato così particolare e non asservirlo ad un certo tipo di narrazione, però, sarebbe uno spreco bello e buono; non è questo il caso, poiché Palloni ne fa una parte portante del suo metodo di narrare la vicenda.
Le vignette sono utilizzate in modo vario, e tutte egualmente valide allo scopo narrativo.
Ci sono tavole in cui un’unica scena è frammentata in nove, ad esaltare i dettagli che in una tavola unica andrebbero persi; altre in cui sussiste un’alternanza tra due luoghi differenti o tra due tempi differenti (come in un flashback), che rendono il ritmo narrativo di un montaggio cinematografico serrato; altre ancora in cui è il colore a dividere logicamente le scene e a dargli un senso: queste ultime mi fanno davvero impazzire.
L’edizione originale de La Lupa era in bianco e nero con i retini; questa nuova trae giovamento dei colori di Luca Lenci, mantenendo i bellissimi retini, che in questo tipo di racconti mi piacciono da morire.
La godibilità della storia ne risente in positivo, perché la scelta di colori accesi e sull’acido la trovo coerente con il tipo di storia raccontata.
Se non si fosse capito, la parte grafica de La Lupa è veramente molto importante nell’economia della narrazione e l’ho apprezzata veramente, veramente tanto.
Trama
Dopo avervi parlato delle meraviglie della parte visiva, mi sento pronto a raccontarvi, senza spoiler come al mio solito, un accenno alla storia che si cela nelle pagine de La Lupa.
La Lupa è la violenta storia di Ginger (nome d’arte), che ufficialmente è mamma, moglie e amministratrice di condomini; in realtà, però, riscuote debiti per conto di un boss e spacca braccia, gambe e dita, rompe nasi, incendia negozi, minaccia e intimidisce senza alcuna pietà.
E senza alcun rancore, perlomeno all’inizio.
Non è semplice mantenere una doppia vita così estrema, non è facile tenere separati e gli affetti e la propria identità pubblica da un “mestiere” così greve.
Siamo abituati, come stereotipo, a vedere personaggi prettamente maschili in questi ruoli: per tale motivo, la scelta è ancora più d’impatto, quando è una donna di mezza età a compiere tali efferatezze.
Dura come una colonna di cemento, forte come i suoi pugni rinforzati e determinata come una palla di demolizione lanciata contro un edificio fatiscente, Ginger tira dritta con una morale tutta sua e non guarda in faccia a nessuno. Finché qualche crepa si allarga in questa scorza costruita con anni e anni di dura vita da strada.
E questo è il bello di questi personaggi: non lo definirei uno stereotipo, ma un’umanità sopita che ci permette di familiarizzare con un protagonista che risulterebbe altrimenti troppo perfettamente malvagio e ci fa sentire ancora più duri i cazzotti che una storia del genere ci deve dare sul volto per risultare di successo.
Il ritmo del racconto è davvero incalzante e le pagine si divorano una dopo l’altra, complice la costruzione della tavola di cui ampiamente abbiamo discusso nel paragrafo precedente.
La Lupa rientra pienamente nei generi hard-boiled, noir e pulp, e pesca a piene mani nell’immaginario di questi generi; la scelta di una protagonista donna, la parabola del suo potere e il lungo strascico di dubbi etici e morali che prima le si insinuano nell’anima e poi prendono a tormentarla, deflagrano in un finale che nessuno si aspetterebbe: all’ultima tavola sono letteralmente rimasto a bocca aperta.
La vicenda si conclude in modo perfetto: un pugno nello stomaco, in linea con il genere di cui la graphic novel è degna esponente.
In conclusione
La Lupa è un noir d’effetto, ben scritto, diretto e montato: i suoi principali pregi risiedono nella atipica scelta della protagonista e nella peculiare costruzione delle tavole, che ho apprezzato in particolar modo e che mi hanno reso la lettura molto intrigante.
L’edizione curata da SaldaPress è veramente di rilievo e rende perfettamente giustizia al racconto; un volume di cui vantarsi, all’interno della propria libreria!
La trovate nelle librerie e nelle fumetterie al prezzo di 22€.
Nerdando in breve
Se cercate un bel racconto noir, tutto italiano, bellissimo da vedere raccolto in un volume del quale bearsi, beh, l’avete trovato: è La Lupa, di Lorenzo Palloni.
Nerdandometro: [usr 3.8]
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