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Godzilla II – King of Monsters: il re degli abissi è tornato

Godzilla 2

Recensione

Il MonsterVerse di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures si arricchisce con una nuova pellicola dal retrogusto nipponico: Godzilla II – King of the Monsters, al cinema dal 30 maggio. Le vicende narrate vanno a collocarsi direttamente dopo Godzilla, il film del 2014 diretto da Gareth Edwards, nel quale l’agenzia zoologica Monarch è alle prese con un possente “dinosauro marino”. Se ve lo foste persi, non temete: i primi minuti di Godzilla II – King of the Monsters servono a contestualizzare la vicenda e a permettervi di fruirne senza soffrire le eventuali lacune. Tuttavia, se siete appassionati di jaeger e kaiju o di qualsivoglia combattimento surreale fra mostri giganti, allora vi consiglio di recuperarlo.

Nonostante questo genere di film non spicchi per trame particolarmente articolate, Godzilla II – King of the Monsters è stato in grado di sorprendermi in più di un’occasione. Ovviamente eviterò di farvi spoiler che siano realmente tali, pertanto leggete pure senza paura: quello che segue vuole essere solo una traccia generale di ciò che accade.

Trama

Dopo la catastrofe del 2014, nella quale Godzilla ha distrutto San Francisco, incontriamo una delle famiglie superstiti, che ha subito un grave lutto. Emma e Mark, giovani ricercatori intraprendenti e sposati, si ritrovano a dover affrontare la perdita di Andrew, il figlio perito nell’incidente che ha coinvolto il lucertolone dell’oceano. Al tempo c’era una piccola Madison, che qui ritroviamo cresciuta e interpretata da Millie Bobby Brown (“Eleven” in Stranger Things), forte e determinata ragazzina pronta a seguire la madre in un’impresa d’importanza globale.

Dopo la morte del figlio e la separazione dal marito, Emma si dedica anima e corpo al lavoro, studiando i numerosi esemplari di “mostri” sparsi sulla Terra e i tipi di radiazioni che emettono. Dopo anni di ricerche, la donna rielabora un vecchio prototipo arrivando a produrre l’ORCA, un apparecchio in grado di sintonizzarsi sulle frequenze emesse da ciascuno dei giganteschi animali preistorici, emettendone di affini. Grazie all’Orca, è possibile entrare in contatto con le creature e controllarne l’umore, riuscendo a calmarle e a impedire loro di distruggere il pianeta.

Dei tanti rinvenuti, il kaiju più affascinante e spaventoso è sicuramente il “Mostro zero”, noto ai più come King Ghidorah, la gigantesca idra a tre teste che sputa fulmini e da sempre è considerata la nemesi di Godzilla. In quanto tale, Ghidorah non manca di assoggettare a sé tutti gli altri mostri misteriosi che abitano la Terra da molto prima dell’uomo: Mothra, la femminile falena gigante e Rodan, lo mastodontico pterodattilo di fuoco, sono solo alcune delle possenti creature con le quali il lucertolone avrà a che fare.

Tra combattimenti che sfidano qualunque legge fisica e vicissitudini ordinarie di un team di esseri umani alle prese con l’Apocalisse, i protagonisti di Godzilla II – King of the Monsters dovranno riuscire a fare fronte comune se vorranno evitare l’estinzione della razza umana.

Stile

Lo stile di Godzilla II – King of the Monsters è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare da un film con mostri giganti che combattono per la supremazia, ma senza cadere nel trash più becero e insignificante. Ci troviamo in un universo cinematico ne quale esistono creature leggendarie, divinità arcaiche dai poteri sovrannaturali che abitano da millenni il pianeta Terra senza che questo sia mai stato un problema. Ciò detto, in questo specifico universo le leggi della fisica non valgono (o, almeno, non vigono quelle alle quali siamo abituati quotidianamente), ma questo è chiaro fin dai primi attimi del film e va benissimo così.

Godzilla II – King of the Monsters non ha mai la pretesa di essere scientificamente accurato né tanto meno di sembrarlo: siamo costantemente bombardati da mostri radioattivi che possono tranquillamente essere accarezzati a mani nude, da esplosioni di bombe all’idrogeno che non causano particolari onde d’urto e da repentini cambi climatici che non hanno influenza sui protagonisti umani della vicenda. Tutto questo, ripeto, va benissimo nell’ottica con la quale è bene assaporare la pellicola. Se invece vi aspettate una Ryme City su scala mondiale, nella quale uomini e kaiju convivono in equilibrio ma rispettando una vaga forma di rigore scientifico, allora ho delle brutte notizie per voi.

Nell’action movie in questione, spicca una certa carica nei combattimenti: i tre lunghi colli di Ghidora che avvolgono il possente corpo del lucertolone, scaraventandosi vicendevolmente nel cuore dell’Oceano Pacifico, con fulmini e nuvoloni carichi di pioggia, cavalloni e quant’altro a fare da contorno, sono solo una delle scene tipo che potrete trovare in Godzilla II – King of the Monsters.

La fotografia non risalta particolarmente, ma di quando in quando regala inquadrature simmetriche nelle quali le creature mitologiche si fronteggiano in un duello ad armi pari, come due pistoleri nel vecchio West. Nota di merito per gli accostamenti cromatici: il giallo di Ghidorah, il blu di Godzilla, il rosso di Rodan e il bianco di Mothra si mescolano piacevolmente in tutte le scene che li vedono coinvolti, ottenendo un buon contrasto sia sul verde carico della boscaglia, sia sulle tonalità plumbee dell’Oceano.

Conclusione

Godzilla II – King of the Monsters è esattamente quello che ci si aspetta da un film con i kaiju: azione, adrenalina, “ignoranza” e una spruzzata di buoni sentimenti e discorsi motivazionali che non guasta mai. C’è l’eroe che si sacrifica, il momento toccante, il passaggio di testimone, il processo di elaborazione del lutto e una conclusione circolare per alcuni archi narrativi. Se siete appassionati del genere o se, semplicemente, volete passare un paio d’ore in relax con gli amici, guardando qualcosa di coinvolgente ma non impegnativo, Godzilla II – King of the Monsters potrebbe fare al caso vostro.

Nerdando in breve

Godzilla II – King of the Monsters è il degno seguito di Godzilla, la pellicola del 2014. Intrattiene, emoziona, coinvolge ma non impegna: è il classico film con mostri giganti che combattono irruentemente per il dominio assoluto, ma realizzato con quegli effetti speciali abbastanza contemporanei da ridurre al minimo la componente trash.

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