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Pokémon: Detective Pikachu – Un film giallo… elettrico

Detective Pikachu

Recensione

Da pochi giorni è uscito nelle sale di tutto il mondo Pokémon: Detective Pikachu, il primo film in live action ambientato nel mondo dei Pokémon e incentrato in particolare sul mostriciattolo più famoso in assoluto, Pikachu.

I Pokemon (o pocket monsters) sono stati creati da Satoshi Tajiri nel 1996 e sono diventati popolarissimi grazie a una fortunata serie di videogiochi sviluppata da Game Freak e pubblicata da Nintendo, le cui ultime incarnazione disponibili sono Pokémon Ultraluna/Ultrasole, da me recensita tempo fa, per Nintendo 3DS, e Pokémon Let’s Go per Switch. Da quasi trent’anni i giochi della serie Pokémon appassionano milioni di videogiocatori e collezionisti che (come me) vanno pazzi per il merchandise dedicato al corteo di animaletti un po’ matti (purtroppo non inventati da me), grazie anche alle serie animate e ai film che ne sono derivati.

Prima di iniziare a parlare del film devo fare una premessa: chi vi scrive è iper appassionata di Pokémon, di Pikachu in particolare. In casa mia se ne possono trovare più di 20 sotto forma di peluche e oggetti vari, e nel mio computer c’è un segretissimo e imbarazzante video di me che canto e applaudo insieme a un Pikachu gigante nel Pokémon Cafè di Tokyo, circondata da bambini giapponesi (N.B.: ero l’unica adulta). Di conseguenza, la mia opinione non sarà molto obiettiva…. 

Trama

La trama è semplice e lineare ma non scontata, ci sono alcuni colpi di scena che non avevo assolutamente intuito (ma c’è la possibilità che il cervello mi fosse andato in pappa per la troppa pucciosità). In breve: il giovane Tim, da sempre amante dei Pokémon ma che non ne possiede nessuno, viene informato della prematura e misteriosa scomparsa del padre, un investigatore di Rhyme City che non vedeva da tempo; arrivato nella grande città incontra il Pokémon del padre, un Pikachu, e scopre con sua grande sorpresa di essere in grado di capire tutto ciò che dice il topino elettrico, al contrario di tutti gli altri che invece lo sentono solo dire “pika pika“. Con l’aiuto del Pokémon e di una giovane giornalista e del suo Psyduck, cerca di scoprire quali siano le vere circostanze della scomparsa del padre, tra rocambolesche fughe e scioccanti rivelazioni.

Detective Pikachu

Il videogioco

L’ispirazione per la realizzazione di questo film è arrivata da un videogioco della serie Pokémon che si chiama appunto Detective Pikachu, sviluppato da Creatures Inc. e pubblicato nel 2016 per Nintendo 3DS. A differenza degli altri giochi della serie, in Detective Pikachu il protagonista non è un ragazzino che deve attraversare regioni e città con lo scopo di diventare un grande allenatore di Pokémon ma, proprio come nel film, è un Pikachu parlante che vuole diventare un investigatore ed aiuta un ragazzo di nome Tim a cercare il padre scomparso. L’avventura si articola in 9 capitoli, giocabili in poche ore, ed a mio parere può essere apprezzata particolarmente dai giocatori di giovane età piuttosto che dai più esperti, che potrebbero trovarlo troppo facile. Ritengo comunque molto carina la grafica 3D che ricorda i film animati moderni.

Pikachu & co.

Ammetto che mi preoccupava un po’ il modo in cui Pikachu sarebbe diventato “vero” grazie alla computer grafica, ma non sono stata affatto delusa, anzi! Non credo che avrebbero potuto rendere Pikachu più dolce, puccioso e morbido di come hanno fatto. Il doppiaggio americano di Pikachu è stato affidato a Ryan Reynolds, quindi in pratica Pikachu parla come Deadpool… Secondo me la scelta è stata azzeccatissima, infatti la versione in lingua inglese è divertentissima, ma anche quella italiana è ottima, Francesco Venditti (il doppiatore appunto di Reynolds) ha fatto un ottimo lavoro. Anche gli altri animaletti sono stati resi molto bene, sembra di poterli toccare, e rendersi invece conto che in realtà non esistono davvero fa male… Ovviamente nel film non sono presenti tutti gli oltre 700 Pokèmon esistenti attualmente nei videogiochi, ma ce ne sono comunque un bel po’! Tra tutti, cito il tenero Bulbasaur, il morbido Flareon, il brutto ma divertentissimo Mr.Mime (la sua scena mi ha fatto morire dal ridere) e il potentissimo Mewtwo.

Rhyme City

La maggior parte di Detective Pikachu è ambientata a Rhyme City, palesemente ispirata a Londra (si vede anche il grattacielo St Mary Axe) e a Tokyo: in pratica hanno preso le mie due città preferite e le hanno fuse in un unico grande meraviglioso posto, e ci hanno messo dentro migliaia di pucciosissimi Pokémon. La particolarità di questa città è che, a differenza del resto della regione di Jotho in cui i Pokémon vengono catturati e allenati per combattere, a Rhyme City non esistono palestre e combattimenti, e uomini e mostri vivono e lavorano insieme fianco a fianco. Un paradiso!

Detective Pikachu

Concludendo

Come ho scritto a inizio articolo, la mia opinione è poco obiettiva in quanto innamorata di Pikachu, ma forse proprio perché adoro così tanto i Pokèmon le mie aspettative erano molto alte, e posso dire di essere rimasta pienamente soddisfatta da Pokémon: Detective Pikachu, sia per quanto riguarda l’aspetto grafico che per la coerenza e il rispetto con cui sono stati raccontati i teneri mostriciattoli.

Nerdando in breve

Pokemon: Detective Pikachu è un film per tutta la famiglia, dalla trama lineare ma non scontatissima e dalla grafica pazzesca, consigliato anche a chi non è appassionato del franchise Pokèmon ma vuole trascorrere un paio d’ore in leggerezza.

Nerdandometro: [usr 4.5]

Trailer

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