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Arcobaleno – La depressione in acquerello

Arcobaleno Masaya Martina

Recensione

Sono passati ormai molti mesi da quando ho avuto la fortuna di mettere le mani sul volume Giacinto, opera della talentuosa Martina Masaya.
E per chi ha avuto la possibilità di seguire la nostra intervista fatta durante il Cartoomics 2018, sa che Martina era al lavoro su un nuovo progetto personale.
Oggi, finalmente, quel progetto ha visto la luce. Arcobaleno è una graphic novel che parla di amicizia, natura e “tante cose altrettanto importanti” come recita la quarta di copertina.

Storia

Un tempo il mondo era semplice: Cielo e Terra si sono uniti e hanno dato vita a tutte le forze della natura: creature potenti e giuste che con il loro operato mantengono saldo l’equilibrio delle cose.
Di tutti i figli di Cielo e Terra il prediletto è Tempesta, colui che ha la capacità e il potere di terrorizzare tutti gli esseri viventi, ma è anche colui che, con saggezza, amministra l’ordine delle cose su incarico del padre. E per questo è ammirato, apprezzato, amato da tutti.
Anno dopo anno. Secolo dopo secolo.

Poi, improvvisamente, qualcosa in Tempesta si rompe.
Non è qualcosa di fisico, non è una ferita visibile. Piuttosto è qualcosa che lo fa cambiare dentro, che lo muta in modo invisibile agli occhi di tutti, persino dei suoi. Un malessere subdolo e serpeggiante, che getta un’ombra sulla sua esistenza.
Tempesta inizia a chiedersi il perché continuare sempre e comunque nei suoi compiti. Le sue certezze vengono meno; il suo destino, immutabile proprio per la propria importanza, sembra più una condanna che una benedizione.

La crisi di Tempesta è come una pietra di montagna che inizia la sua discesa: prima appena accennata, un rotolare quasi sommesso; poi, momento dopo momento, prende sempre più forza e vigore, diventando una valanga che nessuno è in grado di fermare.
Né di comprendere.

Tutte le altre creature vanno da lui a spronarlo, ad incitarlo. Ma non per incoraggiarlo, bensì per manifestare la loro frustrazione: perché proprio tu, il prediletto, il migliore, il più grande, ti permetti di sentirti inutile? Tu che hai avuto tutto da tuo padre e tua madre, come puoi avere dubbi?
E allora lui, ancor più incompreso, fa quello che ognuno di noi farebbe di fronte ad un muro di gomma impossibile da superare, o da abbattere. Se ne va.

È l’inizio della fine.
Senza Tempesta tutto l’equilibrio viene meno, e le altre creature iniziano a soffrire per il troppo calore, per la siccità, la mancanza di pioggia. E questo non fa che aumentare l’astio nei suoi confronti, che come un cane che si morde la coda porta ad accrescere sempre più l’odio e l’incomprensione.

In questo momento così drammatico l’unico essere che sembra capire cosa stia succedendo è una piccola Nuvola che attratta da una forza misteriosa, raggiunge Tempesta nel suo rifugio segreto.
I due, dopo una forte resistenza iniziale, fanno amicizia e Tempesta, per la prima volta, si sente davvero compreso. Questo lo porta ad accettare l’invito di tornare al suo posto, ma, ancora una volta, anziché trovare comprensione trova biasimo e rimprovero.

Ormai Tempesta ha raggiunto il punto di rottura e in un climax che porta il lettore a divorare pagine su pagine, si arriverà alla soluzione finale in cui finalmente sarà chiaro per tutti che questo terribile ed invisibile male chiamato depressione è un nemico sfuggente e micidiale, che porta chi ne soffre ad essere sempre più solo, sempre più isolato.

Uscirne è possibile, ma mai da soli. E mai senza profondi sacrifici.
Perché l’evoluzione è possibile, ma solo attraverso il cambiamento. Ed è, in questo caso, la nascita di Arcobaleno.

Autrice

Approfittando della sua disponibilità, ho rivolto all’autrice alcune domande per approfondire il dietro le quinte della sua ultima fatica. Ecco cosa mi ha risposto.

Zeno2k: ciao Masy e ben tornata su Nerdando.com, vogliamo iniziare spiegando a chi legge perché Masaya e non Martina?
Martina Masaya: Masaya è il mio cognome, penso mi rappresenti di più e mi renda in un certo senso unica perché non è molto frequente.

Z: Ho appena divorato il tuo Arcobaleno e lasciami farti i miei complimenti: è davvero un ottimo lavoro. Da dove nasce l’idea di associare un tema impegnativo come la depressione con uno stile morbido come quello dell’acquerello?
M: Intanto ti ringrazio! Volevo creare una storia con doppia chiave di lettura, che fosse adatta ai bambini, quindi ecco il perché della scelta stilistica. Volevo lasciasse una morale come favola, ma che fosse comprensibile più a fondo anche per gli adulti, con un retrogusto un po’ dolce/amaro.

Z: Quanto c’è di autobiografico in Arcobaleno?
M: Di autobiografico in Arcobaleno c’è abbastanza, la storia nasce da un periodo difficile che ho vissuto e che, ahimè, non ho ancora superato.

Z: Tu sei più Tempesta o Arcobaleno?
M: Tempesta e Arcobaleno sono due facce della stessa medaglia, quindi due parti della mia personalità. Diciamo che va a periodi. Vorrei certamente essere un Arcobaleno.

Z: Com’è stata la reazione del tuo pubblico a questa graphic novel?
M: Be’, chi lo ha letto mi ha dato un feedback estremamente positivo e questo è molto bello. C’è da dire che è un genere narrativo e grafico tanto diverso dai miei vecchi libri, penso che parte del pubblico sia rimasta un po’ spiazzata. È stata una scelta non facile realizzare un prodotto che si distaccasse tanto da Giacinto e Agape.

Z: Hai già in mente il tuo prossimo lavoro?
M: Non proprio, però qualcosina in mente mi frulla, vorrei restare sul genere delle favole a doppia lettura, ma vorrei darmi tempo per questo.

Z: Grazie mille
M: Grazie a voi.

Nerdando in breve

Arcobaleno è la graphic novel di Martina Masaya dedicata alla depressione, narrata con toni dolci ma senza far sconti a nessuno.

Nerdandometro: [usr 4.5]

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