Recensione
Era il 2014 quando Nic Pizzolatto stupiva il mondo con True Detective, ispirata serie poliziesca esistenziale splendidamente interpretata da Matthew McConaughey e Woody Harrelson.
Incassato l’enorme successo, la serie si dava una struttura antologica e tornava, nel 2015, con una nuova indagine e nuovi personaggi. Nonostante un inedito e convincente Vince Vaughn, la seconda stagione non era, per scrittura e realizzazione, all’altezza della prima e si concludeva deludendo pubblico e critica e lasciando l’idea che le vette dell’esordio fossero state più un unicum che qualcosa a cui abituarsi.
E poi? Poi Pizzolatto si è preso più tempo e nel 2019 ha riportato sul piccolo schermo True Detective con la terza stagione, stavolta decisamente affine con i punti di forza dei primordi: è stata la scelta giusta. La terza stagione di True Detective convince appieno, appassiona ed emoziona. Prodotta da HBO, in Italia si è appena conclusa su Sky Atlantic.
Personalmente sono rimasta molto soddisfatta della visione di True Detective 3: la serie ricorda, per struttura e stile, la prima stagione ma mantiene una sua identità ben riconoscibile. A ben guardare, d’altra parte, le due stagioni sono inserite nello stesso universo narrativo: ve ne accorgerete durante la visione, non vi dico quando e come.
Al centro della storia ancora una volta una coppia eterogenea di detective alle prese con un’investigazione apparentemente impossibile. A complicare le cose, una narrazione parallela attraverso tre piani temporali ma non preoccupatevi, alla fine tutti i nodi verranno al pettine e non resterà nulla di insoluto.
Quella che ci troviamo di fronte è una storia introspettiva, in cui l’indagine ha sì il ruolo di primo piano ma è vissuta e filtrata attraverso i protagonisti, in particolare il detective interpretato da Mahershala Ali, che si lascerà trasportare dal mistero così tanto da rincorrere la soluzione per tutta la vita.
Un’indagine scomoda, che infatti sarà difficile portare a termine per i due investigatori coinvolti e si intreccerà con le rispettive vite private.
Trama
Siamo nel 1980, in un minuscolo paesino dell’Arkansas. Due bambini, fratello e sorella, escono un pomeriggio per un giro in bici senza tornare più a casa. I detective Wayne “Purple” Hays e Roland West, reduci dal Vietnam, vengono incaricati delle indagini.
I due si rendono subito conto che non sono di fronte ad una normale fuga da casa e, infatti, ben presto rinvengono il cadavere del bambino mentre della sorellina non c’è nessuna traccia. La ricerca dell’assassino si fa complessa e seguiamo la narrazione dal punto di vista del detective Hays attraverso tre piani temporali: il 1980, il 1990 e il 2015.
Cast
Se la storia di True Detective 3 funziona così bene, gran parte del merito è dei protagonisti. Mahershala Ali e Stephen Dorff, che interpretano i due investigatori, sono il centro nevralgico della serie e non potevano essere più perfetti per la rispettiva parte.
I due attori appaiono affiatatissimi sullo schermo e riescono a rendere perfettamente le sfaccettature dei loro personaggi attraverso quattro decenni della loro vita. Se Ali non è certo una sorpresa, visto che ultimamente sta collezionando ruoli e interpretazioni di grande prestigio, merita un plauso anche Dorff, meno conosciuto del collega ma non meno bravo nel dare vita al detective Roland West.
Meritano una menzione, inoltre, anche Carmen Ejogo, nel ruolo fondamentale di Amelia Hays, e Mamie Gummer, figlia d’arte (sua madre è Meryl Streep) alle prese con un ruolo non facile e piuttosto antipatico.
Concludendo
True Detective 3 riporta la serie allo spirito e al fascino originale, proponendoci un’indagine complessa che si intreccia alle vite di due detective tormentati.
Le ambientazioni, lo stile, il ritmo, la storia: tutto ricorda da vicino la prima stagione e, proseguendo nella visione, ci renderemo conto che non si tratta di un semplice espediente ma c’è un motivo all’interno della trama stessa.
A supporto di una storia che poteva apparire complessa, snodandosi attraverso tre piani temporali paralleli, ci sono grandi interpretazioni da parte del cast, che permettono ai personaggi e alle vicende di dipanarsi senza fretta, conquistando lo spettatore fino all’ultima inquadratura.
Se siete tra coloro che erano rimasti delusi dalla seconda stagione e, per questo, avevano pensato di interrompere il proprio rapporto con la serie, dovrete ricredervi: True Detective è tornato. E non poteva essere migliore.
Nerdando in breve
True Detective 3 riporta la serie allo stile originale, con un’indagine avvincente e un cast praticamente perfetto.
Nerdandometro: [usr 4.5]
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