Dal 7 marzo nelle sale italiane sarà visibile Cocaine: La vera storia di White Boy Rick, la storia vera del più giovane informatore che l’FBI abbia mai avuto e di come la sua vita sia finita ancora prima di cominciare. Grazie a Warner Bros. ho potuto visionarlo in anteprima.
Recensione
In una fresca serata di quasi primavera mi sono ritrovata nel bel mezzo di un gelido inverno: degrado, sporcizia, ignoranza portata ad un livello tale che in tutto il film non viene utilizzato un congiuntivo corretto che sia uno (e non oso immaginare la difficoltà dei doppiatori). Vite letteralmente buttate via in una realtà dalla quale non si può far altro che voler scappare. Se non avessi vissuto gli anni ’80 penso che mi immaginerei quel periodo storico ringraziando di non averlo conosciuto.
Man mano che le scene procedevano e si approfondiva la conoscenza della vita di White Boy Rick, di quanto fosse misera, vuota e piuttosto scontata, mi sono sinceramente chiesta di che interesse potesse essere l’ennesimo film biografico su un giovanissimo spacciatore bianco che domina un mercato gestito da neri in pelliccia di castoro e catenazza da 10 kg al collo. Sulle rivalità tra bande e la gestione del rapporto tra mala e sbirri.
Anche i personaggi principali li ho trovati piuttosto prevedibili. Mi ha stupito però, la capacità, tutta nella recitazione, di riuscire a commuovere raccontando vite così scontate e già viste. Mi ha riportato alla mente una visita fatta lo scorso anno alla prigione di Alcatraz. E di una guida che ci ha raccontato la storia di uno dei prigionieri, un ragazzino che è stato talmente maltrattato dagli eventi (una madre depressa che ha tentato di far saltare in aria tutta la famiglia, un padre che non lo ha accettato) da arrivare per futili motivi a diventare un delinquente talmente pericoloso da finire nel carcere più rigido del mondo. Alla fine del racconto, la guida ha cominciato a singhiozzare, ricordandoci che quella storia, VERA, era la storia di un uomo che il destino e la sfiga hanno trasformato in un colpevole.
L’intento del lungometraggio credo fosse proprio quello: raccontare il dramma di una vita reale in cui il contesto in cui cresci, a volte non ti può salvare.
Indiscutibile l’eccezionale interpretazione di tutti gli attori, in particolar modo il legame tra padre e figlio.
Trama
Richard Wershe Jr. ha 14 anni e vive con il padre (rivenditore di armi usate che recupera alle fiere) e con la sorella maggiore Dawn, che cerca di dimenticare lo schifoso destino che le è toccato, bucandosi. Siamo nel 1984 nella degradata periferia di Detroit e quando le cose vanno benissimo, piove da far schifo. La madre ha abbandonato la famiglia e suo padre tira avanti cercando di dare un senso alla disperazione con frasi fatte e ottimismo che non si capisce da dove riesca a tirar fuori.
Sparatorie, spaccio, malavita, polizia corrotta sono all’ordine del giorno e Rick Jr., unico bianco in una compagnia poco raccomandabile, viene scelto dall’FBI per infiltrarsi nel giro e aiutare a buttare in galera qualche pesce grosso. Lo aiutano a costruirsi una credibilità facendo di lui un vero spacciatore e poi lo dimenticano.
Forte del sapere acquisito e schiacciato da un quotidiano che non ha niente da offrire, il quattordicenne pensa bene che lo spaccio sia la via più veloce per fare soldi e fuggire da una vita di schifo. Lo fa in una città del Michigan in cui l’ergastolo viene garantito a chi viene beccato con più di 650 g. di droga. Lo trovano con 8 kg addosso e nemmeno le sue conoscenze in commissariato riusciranno ad aiutarlo. Uscirà dopo trent’anni.
Sembra tutta una storia già vista fino a che non si sente la voce, quella VERA, del protagonista che racconta dopo trent’anni dentro, l’emozione della scoperta dell’unica cosa importante. E una lacrima scende.
Cast
Matthew McConaughey si rivela sempre straordinario e in questo film non fa eccezione. Nel film anche altri grandi attori come Bruce Dern, Piper Laurie o Jennifer Jason Leigh. Bravissimi sia Richie Merritt, che come interprete del ruolo protagonista è al suo esordio sul grande schermo, che l’attrice britannica Bel Powley (Diario di una teenager) nei panni di Dawn, la sorella di Rick.
Nerdando in breve
Matthew McConaughey regala in Cocaine: La vera storia di White Boy Rick ancora una strepitosa interpretazione, in una storia vera non adatta ai deboli di stomaco.
Nerdandometro: [usr 3,5]
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