Recensione
Premessa: io amo i fratelli Coen e il loro stile così sopra le righe. Ho guardato e adorato quasi tutti i loro film (anche i più bistrattati, come Prima ti sposo poi ti rovino).
Quando ho scoperto che avrebbero realizzato la loro prima serie TV per Netflix, ho fatto letteralmente i salti di gioia.
La ballata di Buster Scruggs, infatti, nasce come serie TV e solo in un secondo momento i due registi hanno deciso di trasformarla in un film, probabilmente per poterlo portare ai festival cinematografici (il lungometraggio è stato presentato, per esempio, al Festival di Venezia, dove peraltro ha riscosso grande successo, vincendo anche il premio per la sceneggiatura).
La collaborazione con Netflix ha fatto sì che il lungometraggio fosse distribuito direttamente sulla piattaforma: in Italia è in catalogo dal 16 novembre 2018.
Nonostante il montaggio abbia alla fine optato per il formato film, comunque, La ballata di Buster Scruggs sembra fatto apposta per essere una serie TV: sei episodi autoconclusivi, raccordati solamente da una mano che sfoglia un libro che contiene tutte le storie che vediamo sullo schermo. Tutte le trame provengono da racconti brevi che i due fratelli hanno scritto nell’arco di 25 anni di lavoro.
Togliamoci subito il pensiero: La ballata di Buster Scruggs è Coen allo stato puro per cui, per apprezzarlo, dovete essere in sintonia con lo humour nero e caustico della coppia di registi. Vi assicuro, però, che entrare nella mentalità giusta vale decisamente la pena: questo film è una delle opere migliori e più riuscite dei cineasti americani.
Trama
Parlare della trama di La ballata di Buster Scruggs senza incorrere in rovinosi spoiler non è certo semplice, trattandosi di racconti brevi, per cui mi limiterò ad accennare per grandi linee i temi generali, in modo da non rovinare la visione a chi ancora non avesse guardato il film.
La cornice, come ricordavo prima, è un libro di storie a tema western, soluzione ideale per raccordare racconti diversissimi tra di loro senza risultare invasivi e confondere lo spettatore.
Nel libro, trovano posto racconti di frontiera, tutti diversi ma accomunati da un senso di pessimismo di fondo che nelle precedenti opere dei Coen era apparso ma non era mai stato preponderante come qui.
Abbiamo il pistolero infallibile, quel Buster Scruggs che dà il titolo alla pellicola, un ardito rapinatore di banche, un impresario itinerante e la sua attrazione, un cercatore d’oro, la bella e pacifica ragazza che con la sua carovana sfida i rischi del deserto per trovare una vita migliore, una coppia di inquietanti cacciatori di taglie.
Tutte figure tipiche del genere western ma declinate secondo la personale visione caustica e nichilista della coppia di registi.
Stile
Il film, complice la struttura a episodi, può permettersi di far coesistere stili e aspetti diversi: così come la fotografia, infatti, anche la narrazione si adatta di volta in volta alla storia che viene raccontata.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad un lavoro accurato e molto maturo, che conquista per pienezza narrativa, interpretazioni (tra gli altri ricordiamo Liam Neeson, James Franco, Brendan Gleeson e uno stupendo Tim Blake Nelson) e, contrariamente a quanto lascerebbe supporre la struttura e episodi, coesione.
Il miglior film dei fratelli Coen? Su questo non mi sento ancora di sbilanciarmi dopo una sola visione ma sicuramente tra i migliori che abbiano finora realizzato.
Nerdando in breve
La ballata di Buster Scruggs ci mostra un west cupamente ironico e crudelmente divertito, nel tipico stile dei fratelli Coen. Assolutamente da guardare.
Nerdandometro: [usr 4.8]
Trailer
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