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GiappoNerdando #3: La Realtà negli Anime

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Questo articolo è in coppia con un altro che troverete a breve su queste pagine dove cercherò di rappresentare la relazione tra fantasia e realtà in Giappone.

L’idea alla base è semplice: molti di noi sono venuti in contatto la prima volta con la terra tra Cina e Hawaii tramite i cartoni (e fumetti, e videogiochi) qui prodotti. Per quanto questi possano essere più o meno fantasiosi, offrono però spesso uno spaccato sulla quotidianità giapponese e di come gli abitanti del luogo vedano la loro stessa vita e società.

In questo articolo cercherò di raccogliere quelle cose insolite che ho sempre visto negli anime (e nei manga, e nei videogiochi) e che si sono rivelate più o meno corrispondenti alla realtà e non frutto di esagerazioni.

La raccolta è frutto delle mie osservazioni in 5 mesi passati qui e delle numerose conversazioni che il mio lavoro mi ha consentito di avere con persone di ogni età e di varie estrazioni sociali.

(Il cibo sarà escluso perché gli verrà dedicato un articolo a parte. Un giorno. Forse.)

Spoiler: Godzilla parrebbe non essere vero. Sui mostri tentacolari sto indagando.

Divise scolastiche e non

Uno degli elementi onnipresenti negli anime ambientati a scuola, che rappresentano una buona maggioranza di quelli prodotti, sono le divise degli studenti. Ora, se da un lato potesse essere scontato che in Giappone esistano veramente le divise, prima di venir qui mi aspettavo che la maggior parte di quelle che vengono disegnate sono esagerate nei loro colori sgargianti e design particolari.

A quanto pare invece le divise sono esattamente così: sebbene ve ne siano parecchie banalmente composte da camicia bianca e pantalone nero per i ragazzi e divisa da marinaretta per le ragazze, ci si imbatte spesso e volentieri in divise più complesse.

Giusto pochi giorni fa ad esempio ho notato dei ragazzi la cui divisa rassomigliava in maniera impressionante a quella del Liceo Shujin di Persona 5.

Non sono però solo design e colori ad essere simili in maniera sorprendente a quelli degli anime, nonostante le loro esagerazioni, ma anche i dettagli: è infatti immediatamente possibile notare come le adolescenti giapponesi adorino addobbare i propri zaini e cellulari con ninnoli di ogni forma e specie, un modo come un altro per guadagnare un minimo di individualità in una società improntata all’uniformare.

Infine, il discorso è stato improntato fino ad ora sulle divise scolastiche, perché sono quelle che appaiono più spesso, ma è applicabile a tutte le numerose divise che si trovano qui: da quelle per i cuochi dei ristoranti di Sushi a quelle dei dipendenti dei supermercati. Sono come le si vede raffigurate: colorate, diversificate e fantasiose.

Vestiario e Capelli Inusuali

Sì, bene le divise, ma ci sarà veramente gente con i capelli sparati e di colori improbabili come un Cloud di Final Fantasy VII? La risposta sarebbe incompleta ed inesatta tanto se fosse positiva che se fosse negativa.

Chiariamo subito un punto: la maggior parte delle donne giapponesi ha i capelli tinti, ma lo fanno solo terminata la scuola e soprattutto usando colori “normali” (solitamente un castano che una persona con un cromosoma Y come me non è in grado di definire in modo appropriato).

Ciò non toglie che vi siano talvolta ragazzi e ragazze dai capelli improbabili tanto nella forma quanto nel colore, ma sono una rarità e li si incontra soprattutto in alcuni quartieri di Tokyo come Harajuku o Akihabara.

Discorso simile per il vestiario: le cose più incredibili si trovano solo in determinati luoghi (quantomeno con frequenza), ma allo stesso tempo si possono vedere ovunque e di continuo alcuni accessori che sono onnipresenti in anime e manga, come i cappelli di paglia e le fasce per coprire le braccia indossate da ragazze e donne in estate.

Vita Scolastica e Lavorativa

I più avvezzi agli anime school life, come li chiamano quelli che ne sanno, sanno che ci sono alcuni eventi che sono fondamentali nello svolgimento dell’anno scolastico e che spesso coincidono con archi narrativi importanti: il festival dello sport ed il festival della cultura.

Anche in questo caso, il dubbio non era tanto sull’esistenza degli stessi (per quanto sia un continuo rimando all’enorme differenza tra la vita scolastica italiana e quella giapponese), quanto al fatto che magari nella finzione l’importanza e la complessità degli stessi eventi potesse essere sovrastimata.

Ebbene, non è così: il festival della cultura nelle scuole è realmente un evento in cui ragazzi e ragazze passano settimane a lavorare ore ed ore per preparare ogni sorta di possibile intrattenimento per gli altri studenti ed i visitatori che effettivamente si recano alla scuola per godersi il tutto.

Per quanto riguarda la vita lavorativa, molti avranno avuto modo di apprezzarne uno spaccato piuttosto cinico nella splendida prima serie di Aggrettsuko.

Anche in questo caso, parlando anche per esperienza più o meno personale, c’è molto di vero: gli orari eccessivi, le donne che lasciano il lavoro appena si sposano, i party aziendali a cui non è possibile sottrarsi.

C’è anche la passione per il golf della domenica, che, a dispetto di quanto mi aspettassi, è uno sport estremamente popolare tra impiegati ed impiegate di ogni età. Ah, ovviamente l’ossessione per le terme è anche molto vera, ma quella è più scontata probabilmente.

Vicoli

Un elemento presente in moltissimi anime è il contrapporre il caos della grande città alle pacifiche viottole di periferia, con gatti randagi che ammirano placidamente delle anziane donne munite di scopa di saggina che raccolgono le foglie (o annaffiano il Ranma di turno).

Anche in questo caso, l’immagine è una rappresentazione incredibilmente credibile di ciò che potreste vedere ogni giorno in una delle vie dei quartieri residenziali di Kawasaki.

Infatti, nelle cosiddette città dormitorio è molto semplice imbattersi in situazioni di pace, dove stradine strette e quasi del tutto prive di traffico sono popolate durante il giorno solo da donne di mezza età o pensionati che puliscono il bordo della strada o annaffiano il giardino ed è immediato il contrasto con il caos e le folle di Tokyo.

Notti Estive

Un elemento che si nota spesso negli anime e che mi aveva sempre lasciato perplesso è l’orario a cui fa notte: difatti spesso mi domandavo come fosse possibile che in scene ambientate a Settembre alle 6 e mezza potesse essere già buio.

Quando ho saputo che mi sarei trasferito qui ho sperato a lungo che si trattasse di scelte degli animatori e non di una triste verità. Le mie speranze sono però state vane: il Giappone infatti ha adottato un fuso orario chiaramente sbagliato, per cui in piena estate il sole sorge alle 4 e tramonta alle 19.

In sostanza, quando vedete anime in cui gli studenti lasciano la scuola a luglio (sì, qui la scuola chiude solo ad agosto) quando è già notte, non significa che son rimasti lì fino alle 10, ma probabilmente stanno tornando a casa in tempo per cena.

Tra l’altro, parlando di estate: in molti anime e giochi giapponesi è possibile sentire il costante sottofondo di cicale dal volume spropositato. Anche questa è un’altra caratteristica portante dell’estate giapponese, in cui cicale grandi più o meno come uno scooter si annidano in ogni cespuglio e cantano da mattina a sera con un quantitativo di decibel da far invidia ai Pantera.

 

Questo è quanto ho avuto modo di osservare fino ad ora per quanto riguarda quegli aspetti inusuali degli anime che si sono rivelati invece reali.

Ne avete altri da suggerire o altre cose che vi piacerebbe scoprire? Chiedete pure nei commenti o nel nostro gruppo ufficiale, Nerdando.com Assemble.

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