Recensione
Il primo volume di Extremity, uscito all’inizio di quest’anno, è stato una sorpresa.
Non mi aspettavo affatto che il volume d’esordio potesse colpirmi così tanto e a tutto tondo: a partire dai disegni, per arrivare alla storia e all’ambientazione, l’opera di Daniel Warren Johnson, qui in veste di autore unico, mi aveva piacevolmente rapito e non vedevo davvero l’ora di leggerne il seguito.
Dopo tutti questi mesi, finalmente, come un fulmine a ciel sereno, SaldaPress ci ha permesso di leggere il secondo volume di Extremity in anteprima e io li ringrazio per questo.
Perciò, tuffiamoci di nuovo nell’epopea di Thea e della guerra infinita tra i Roto e i Paznina, che vado a spiegarvi perché questi due volumi dovrebbero entrare immediatamente nella vostra collezione.
Trama
Il secondo volume, che raccoglie gli originali numeri 7-12 e che si chiama “Guerriero“, parte esattamente dove il primo terminava; una rappresaglia di vendetta che rischia di diventare uno sterminio totale tra le due fazioni è appena iniziata, un semidio (o presunto tale) è tornato sulla terra e sembra smarrito e la nostra protagonista sta precipitando dopo una fuga rocambolesca ed una esplosione.
Se vi sembra tutto un po’ confuso è perché non ho assolutamente voglia di farvi spoiler neanche minimi, né sul primo volume né su questo secondo che, ahimé, ho scoperto anche esser l’ultimo, che conclude la storia.
Ma su questo particolare dramma ci torneremo tra un po’.
Extremity è una storia di perdita, di redenzione e di speranza: Johnson non nasconde la sua ispirazione a certi capolavori di Studio Ghibli, Nausicaä della Valle del vento e Laputa – Il castello nel cielo (che, per inciso, sono i miei due preferiti) per alcune delle tematiche trattate, per la fantasia nella costruzione del mondo e per un fermo rigetto della guerra, vista come un atto brutale ed immotivato, frutto di una umanità che ha perso il senno.
Shiloh, angelo caduto, ne è il perfetto esempio. Avevo intuito che potesse rivelarsi un personaggio interessante. E tale è, ma più con i silenzi e con la sua immonda solitudine e tristezza, che con le parole.
Evangelion ed Alita vi dicono nulla? Innocenza distrutta a prescindere dalla volontà personale, un angelo che diviene demone devastatore senza volerlo.
Il mondo di Extremity è probabilmente il nostro mondo, devastato dalla brutalità dei conflitti; lo si scorge nei particolari, nei dettagli delle tavole, nei rimandi neanche troppo velati.
Il vecchio mondo, come lo chiamano, ritorna a galla con le armi, con le mortali macchine da distruzione, ma anche con tutta quella parte di umanità che ci eleva dal puro istinto primordiale, cui sembriamo ritornare durante i conflitti e cui è demandato il compito morale di salvarci dalla nostra stessa follia.
Johnson ci meraviglia con concetti semplici, forse già sentiti, ma scritti con amore: la storia raccontata in Extremity si evolve in modo estremamente naturale e ritmato, con un intercalare di scene che convergeranno soltanto nel finale, mantenendo l’attenzione altissima per tutto il volume. Non ho letteralmente alzato gli occhi dal volume fino alla conclusione e ciò non mi accade spesso.
I personaggi si evolvono, mutano, maturano e ne conosciamo, inoltre, di nuovi: in particolare la terza fazione che entrerà a gamba tesa nel conflitto per sconvolgerne gli equilibri, può esser vista come la classica parte dei “buoni”, ma non è banale il modo in cui i suoi membri si accollino i mali del mondo per tentare di redimerlo.
Messianici, pazzi, vedetela come volete voi, è l’ennesima dimostrazione di come Extremity sia costruito con grande perizia, pur partendo da concetti non nuovi.
Purtroppo, come vi dicevo, questo è il secondo ed ultimo volume di Extremity, e l’ho scoperto solo alla parola “Fine” in fondo all’ultima tavola.
E dico peccato non solo perché la storia mi è piaciuta molto, ma perché credo fermamente che tale costruzione dell’universo narrativo, dei personaggi, della resa visiva di questo mondo flagellato non debba cadere nell’oblio e molte storie possano essere ancora narrate.
Abbiamo assistito alla forte decompressione dei tempi del fumetto negli ultimi anni, e ora veder concludere una serie dopo soli 2 volumi (12 numeri in originale) quasi mi stupisce.
Sia chiaro: la vicenda ha un suo finale molto bello e che chiude la storia e le storie dei protagonisti ma, ecco, avrei voluto saperne di più.
Spero che prima o poi Johnson torni a narrarci qualcosa a proposito del mondo di Thea…
Disegni
Altro enorme pregio di Extremity, pilastro fondamentale in una storia a fumetti, è la parte grafica.
Come vi dicevo nella recensione del primo volume, sfogliare Extremity è una gioia per gli occhi, soprattutto quando arrivano quelle enormi tavolone piene di dettagli e con le onomatopee integrate nell’azione che mi fanno, semplicemente, impazzire.
C’è la solita dose esagerata di sangue e smembramenti e l’azione è resa in modo davvero egregio: Johnson e Spencer (ovvero il colorista) sono riusciti a darmi ansia, adrenalina, financo sollievo con la resa cinematografica di inseguimenti, battaglie, duelli ed esplosioni, e in cuor mio non vedo l’ora di sfogliare dal vivo l’albo per apprezzare le tavole in misura ancor maggiore.
Conclusione
Alla fine dello scorso articolo definivo il primo volume di Extremity un esordio ottimo.
La sua conclusione non è da meno e nel giro di pochissime pagine mi ha ricatapultato in un mondo favoloso e devastato, che prende vita come un ibrido di fantascienza e fantasy e fa sognare come le suggestioni visive dei grandi capolavori anime.
Una storia che parla di vendetta, di sogni, di redenzione come tante altre, ma che lo fa in modo, a mio avviso, personale e bellissimo.
Extremity è un’opera che merita di esser letta: superate l’apparenza che mostra sangue e guerra brutale, perché in questi due volumi troverete una piccola perla di questo 2018 fumettistico.
Nerdando in breve
Extremity si conclude e lo fa con un secondo volume bellissimo, che non tradisce le attese e le promesse.
L’opera di Daniel Warren Johnson è da leggere, se vi piacciono i fumetti.
Extremity vol. 2 è disponibile dal 18 ottobre 2018.
Nerdandometro: [usr 4.2]
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