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5 motivi per andare a vedere Gli Incredibili 2

Dopo ben quattordici anni di attesa arriva finalmente il seguito della famiglia più super ed incredibile dell’universo cinematografico. Gli Incredibili 2 riprende il filo esattamente da dove si era interrotto il primo film, con la comparsa del supercattivo il Minatore.

Se non lo avete ancora fatto e volete una descrizione dettagliata, vi invito a leggere la bella recensione di Gattiveria. Per quanto mi riguarda, ho invece il piacere di elencarvi cinque ottime ragioni per prenotare il vostro biglietto per il cinema.

Al femminile

Viviamo un periodo storico in cui moltissime forme di intrattenimento stanno mettendo l’acceleratore su quello che spesso viene banalmente definito “politically correct”.

Al di là dei detrattori, che vedono in questo trend una forzatura, è innegabile che dopo decenni di ipervalorizzazione della figura maschile, sia giunto il momento di dire le cose come stanno: le donne non sono uguali agli uomini, sono meglio. E lo sono praticamente in tutto.

Possiamo discutere per anni se sia questo il modo corretto o meno di rimettere in equilibrio una bilancia che da sempre pende solo da una parte; se sia vincente l’idea di introdurre un Doctor Who donna o se è giusto che nel Trono di Spade la resa dei conti sia tra due regine. Il punto non è questo, ma solo ridare la giusta dimensione alle cose.

Gli Incredibili 2 fa tutto questo: mette l’accento su Elastigirl, così come il precedente film lo faceva su Mister Incredible e lo fa come è sempre stato fatto con personaggi di sesso maschile. Personalmente ho trovato estremamente soddisfacente la scelta e il risultato è stato tutto fuorché macchiettistico.

Super papà

Solo per il fatto di non essere sul campo d’azione, non vuol dire che Mister Incredibile non dia prova di grande coraggio e determinazione. Per il classico maschio alpha ci vuole una buona dose di fiducia e amore per scegliere di mettersi da parte e lasciare le luci della ribalta alla compagna; ma ancora: non si tratta solo di questo.

Chiunque abbia la fortuna di essere padre e di aver il piacere di occuparsi dei propri figli, sa bene quanto questi rappresentino una sfida costante. Ci sono mille cose da fare, a cui pensare, di cui occuparsi: la maggior parte delle volte noi padri non sappiano né cosa stiamo facendo né se lo stiamo facendo bene. Però ce la mettiamo tutta e i nostri figli, senza rendersene conto, ci insegnano moltissimo su come si faccia il genitore.

Così vediamo Bob alle prese con un neonato difficile da gestire, una figlia adolescente che sta cambiando carattere ed è di complessa lettura, un figlio che litiga con la matematica e i cui compiti a casa sono più sfidanti di una gara di motocross.
Oh, sì: hanno anche tutti i superpoteri, ma quello è un dettaglio. Il mostro da battere, questa volta, è la banale normalità della vita.
Gli Incredibili 2 ci insegna che, nel nostro piccolo, siamo tutti Super.

Azione

Adrenalinico, emozionante, coinvolgente: Gli Incredibili 2 è un action movie a tutti gli effetti e non c’è un attimo in cui si cala di ritmo. Probabilmente il plot twist finale è un po’ telefonato, ma tutto sommato gli sceneggiatori hanno trovato uno splendido compromesso tra le diverse età dell’audience in modo da accontentare tutti.

Il vago sentore alla James Bond prima maniera che tanto avevo amato nel primo film, qui torna appena sussurrato ma c’è, e me lo sono gustato tutto.

Divertimento

Non solo emozioni ad alta tensione, Gli Incredibili 2 è anche davvero divertente: alcune scene sono capaci di far commuovere, ma altre addirittura di far ridere a crepapelle, senza mai scadere nella trappola del demenziale o dello scontato.

Sono due ore di intrattenimento puro (questo film segna anche il record come pellicola di animazione più lunga mai prodotta); ho assistito all’anteprima in compagnia delle mie due figlie, di sei e dieci anni, e non si sono scollate un attimo dal video. E nemmeno io.

Bao

Siamo abituati a vedere i corti di Pixar come piccoli gioiellini che anticipano il film principale. Anche qui, infatti, abbiamo un corto capace di strappare ben più di una lacrima. Bao è dedicato ad una famiglia cino-canadese in cui la madre è vittima della sindrome del nido vuoto: come sempre il tema, complesso e articolato, è trattato con la dovuta grazia ed armonia; con la poetica che da sempre contraddistingue queste perle in cui si vanno a toccare temi tanto comuni quanto importanti.

Bao è un vero capolavoro emozionale.

Allora: prenotato il biglietto?

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