Le lancette girano e ormai il tempo di attesa si riduce davvero agli sgoccioli: Shadow of the Tomb Raider, il capitolo conclusivo del reboot del celebre franchise, sta per arrivare su PC, Xbox One e Playstation 4. Un successo annunciato?
Vedremo: da un lato le aspettative dei fan sono altissime, e dall’altro c’è il timore che quanto atteso risulti un mezzo passo falso, proprio a seguito dell’hype generato.
Sviluppo
La prima cosa su cui mettere l’accento è il cambio di timone: Square Enix, infatti, ha affidato lo sviluppo del titolo ad Eidos Montreal, dirottando invece Crystal Dynamics verso altri progetti.
Eidos Montreal, da parte sua, si è fatta già ben valere grazie a titoli come la serie Deus Ex e Thief. Certo ora la si aspetta al varco per questa che sicuramente sarà la prova del nove; gli sviluppatori, ad ogni buon modo, hanno rassicurato i fan sul fatto di aver fatto tesoro delle esperienze raccolte durante lo sviluppo dei due precedenti capitoli per cui possiamo aspettarci una forte continuità col passato.
Ambientazione
Shadow of the Tomb Raider vede Lara impegnata all’interno della foresta amazzonica nell’esplorazione di antiche civiltà Maya, Azteche ed Incas. Non si hanno ancora grandissimi dettagli su tutte le location visitabili, ma sappiamo già che sarà presente un enorme hub centrale in cui potremo dialogare con gli abitanti, commerciare armi ed abbigliamenti e naturalmente dare il via a decine di missioni secondarie.
Questo luogo è la città di Paititi: un luogo vivo e vivace in cui fare la conoscenza delle antiche culture dell’america centrale. Piccola chicca: è possibile impostare l’audio della popolazione sulla lingua locale, al posto del voice-over localizzato.
A tal proposito è stato dato un grande risalto al lavoro di ricerca fatto dagli sviluppatori, che hanno condensanto in Paititi quanto gli Inca ci hanno lasciato in eredità tra usi, costumi e naturalmente mitologia e leggende. Qui, infatti, potremo fare la conoscenza di antichi linguaggi, utili per decifrare iscrizioni ed avventurarsi nell’esplorazione di siti archeologici perduti. Ma non solo.
Come detto, da qui partono molte delle avventure di Lara che una volta uscita dalla safe zone, si troverà immersa in una giungla viva e vitale, che potrà utilizzare come alleata nella ricerca di materiali per il crafting e gli approcci di tipo stealth agli avversari (umani e animali).
Gameplay
Eccoci dunque al nocciolo della questione. Da quanto emerso dai video dimostrativi e dalle presentazioni alla stampa, Shadow of the Tomb Raider riproporrà il medesimo gameplay dei due capitoli precedenti, ma ingrandito e migliorato.
Mancano ancora i dettagli sul crafting, che però dovrebbe risultare molto più sfidante che in passato sia per quanto riguarda gli equipaggiamenti che i consumabili. Resta ad ogni modo la possibilità di plasmare l’approccio al gioco in base alle nostre preferenze: costruendo le armi adatte e migliorando le relative abilità di Lara, potremo decidere se affrontare la Trinità in campo aperto, affidarsi ad attacchi a distanza, o dedicarsi alla macchia: diventare ombre mortali e colpire in silenzio.
Una ottima notizia, invece già confermata, riguarda l’esplorazione delle tombe e gli enigmi. Finalmente torneremo ad esplorare enormi complessi mortalmente pericolosi: ogni tomba potrebbe richiedere dai venti ai quaranta minuti per essere esplorata, per sviscerarne i misteri e superarne le diaboliche protezioni. Manca tuttavia (e per fortuna oserei dire) il meccanismo Trial & Error, quello (sempre a mio avviso molto snervante) in cui bisogna morire per capire come superare un enigma. L’accento è invece sull’apprendimento “on the job” in cui dovremo spremerci a forza le meningi e far funzionare la materia grigia per superare gli ostacoli.
E non sognatevi nemmeno di andare sul web a cercare le soluzioni, o saranno soldi buttati!
Niente di nuovo, a quanto pare, in merito al gameplay di base: tornano gli immancabili picozza ed arco, tornano le scalate e i piccoli QTE per mantenersi aggrappati. Chi si aspettava un’evoluzione da questo punto di vista, resterà decisamente a bocca asciutta; chi invece ama la continuità, ritroverà le stesse meccaniche viste nei primi due capitoli.
Lara Croft
Dopo il primo capitolo in cui passa da ragazzina a donna e un secondo in cui si fa le ossa, Lara è pronta a diventare la bad ass che conosciamo? Impossibile dirlo ora, ma il taglio delle immagini e dei filmati sembra lasciar presupporre proprio questo. Un’ombra si farà strada nel suo cuore indurendolo e consegnandoci la Lara di tanti anni fa: cinica e spietata?
Lo scopriremo solo più avanti, ma se vi aspettare di veder ricomparire la celebre coppia di pistole, ancora una volta dovrete restare delusi: l’iconografia della “nuova” Lara prevede l’arco, e questo non cambierà. In futuro? Chissà.
Personalmente mi fido molto del taglio cinematografico dato a questo reboot e mi aspetto tantissimo dal punto di vista dello storytelling: sia per quanto riguarda la trama di fondo che per quanto riguarda la crescita psicologica ed emotiva di Lara.
E per quanto riguarda il plot, ci aspetta una chiusura col botto: la Trinità cercherà di far scoppiare l’apocalisse Maya, e starà (ovviamente) a Lara Croft impedirlo.
Non mi resta che darvi appuntamento alla settimana prossima per l’ultimo articolo di attesa, dopodiché toccherà a Shadow of the Tomb Raider parlare.
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