Videogames

The Mooseman – Un viaggio nella mitologia Komi

The Mooseman

I Komi sono una popolazione etnica che risiede a cavallo dei territori russi e ucraini, e se non ne avete mai sentito parlare non posso certo biasimarvi. Si tratta di una comunità composta da sole 400 mila persone e di loro nemmeno io avevo mai sentito parlare fino a pochi giorni fa.

Fino a quanto, per la precisione, non ho scoperto che stavo per imbattermi nella loro mitologia, riprodotta all’interno dell’affascinante The Mooseman.

Recensione

Non siamo nuovi a vedere videogiochi ambientati in mitologie poco note, e se qualcuno sta vagamente pensando che mi riferisca a
Never Alone (Kisima Ingitchuna), beh, è esattamente così. Intendiamoci: qui siamo su un altro piano; lo stile, come vedremo più avanti, è nettamente diverso; stesso dicasi per il gameplay. Ma resta invece intatto lo spirito che lo permea, ed è il vero punto di forza.
Sono capolavori come questo che mi fanno scaldare il cuore; a fronte di produzioni faraoniche spesso le vere perle e l’amore per l’arte dei videogiochi emergono proprio dalle piccole produzioni, che sono invece capaci di regalare ore di intrattenimento intelligente, colto e formativo.

Mooseman è uno sciamano che sta per affrontare un viaggio di scoperta, redenzione ed elevazione personale. Attraverso le esperienze che vivrà e le prove che supererà, riuscirà infine ad entrare in comunione con gli spiriti ancestrali, con le origini dei Komi e con il mondo etereo che tutto permea, anche se invisibile.

The Mooseman

Gameplay

Difficile parlare del gameplay di un prodotto che ha davvero poco a che spartire col classico videogioco. The Mooseman è un’esperienza per l’utilizzatore, un’avventura altamente immersiva nella quale siamo presi per mano dai talentuosi sviluppatori Vladimir Beletsky e Mikhail Shvachko.

A rigor di logica si tratta di un puzzle game esplorativo, in cui siamo noi a dover decidere quanto tempo investire nella ricerca dei reperti da studiare, e nella lettura dei testi. I comandi sono solo due: uno per indossare la maschera e uno per accendere la luce sacra (quando l’avremo raccolta). Indossando il copricapo (un teschio di alce) avremo modo di vedere gli spiriti che ci circondano e potremo interagire con essi. Grazie ad essi, e all’alternanza delle visioni, potremo farci aiutare per superare gli ostacoli e procedere oltre.
Il gioco ci accompagna, letteralmente, da un puzzle all’altro e gli enigmi offerti sono davvero semplici da risolvere.

Il fulcro, infatti, non sta nell’affrontare una situazione da risolvere ma nella scoperta di una cultura davvero affascinante. Questo rende The Mooseman, nonostante il suo prezzo davvero popolare, appena 6,99 Euro, un titolo non per tutti.
Personalmente vi suggerisco di invertire quello che è il costo di una pizza, per passare un paio d’ore in compagnia di questo affascinante stregone: l’esperienza sarà molto più arricchente di quanto non si possa immaginare da fuori.

The Mooseman

Comparto tecnico

A colpire sono sicuramente la grafica, minimalista che ricorda un po’ le atmosfere di Limbo, ma nettamente meno cupe; e il comparto sonoro: semplicemente eccezionale, che ci accompagna, che sottolinea con pathos i momenti più concitati e ci rilassa in quelli esplorativi.

A fronte dell’impatto emozionale, però, ci sono alcune sbavature tecniche che sebbene non incidano nell’economia complessiva del titolo, possono dare un po’ di frustrazione. Mi riferisco prevalentemente ai comandi per muoversi nel menù e consultare i collezionabili, che richiede una eccessiva maestria per entrare, uscire e cambiare pagina.
Un pizzico di attenzione in più e qualche comando standard implementato avrebbe sicuramente giovato. Ma, ripeto, niente che possa compromettere l’esperienza di gioco.

Nerdando in breve

The Mooseman è puzzle game poco sfidante ma altamente istruttivo, emozionale e di sicuro interesse per chi vuole approfondire la conoscenza del popolo Koni.

Nerdandometro: [usr 4.5]

Contenuti

To Top