Recensione
Prey è stato uno dei giochi migliori dell’anno passato: in un 2017 che ha consegnato al mondo videoludico moltissimi titoli di elevato spessore, potrete capire come essere riconosciuto tra i migliori è indice della grande qualità dell’opera di quei geniacci di Arkane Studios (papà di un certo Dishonored).
D’altronde ce lo diceva anche JJ nella sua entusiastica recensione, che Prey non fosse un titolo banale. Da parte mia, pur essendo immediatamente entrato in wishlist, complice l’ormai tempo risicato che mi porta a gustare i titoli prescelti solo dopo mesi dall’effettiva uscita, avevo provato soltanto la demo, che pur mi lasciò una ottima impressione.
L’opportunità di gustarmelo per bene è arrivata grazie a Bethesda, che ringraziamo per averci fornito l’edizione Digital Deluxe in occasione dell’uscita del primo DLC chiamato Mooncrash.
Sebbene questa sia la recensione di Mooncrash, mi tocca, con spiacevole ritardo, spender due parole anche su Prey.
Modalità della prova
La mia prova si è svolta su Playstation 4 Pro: ho sviscerato qualche oretta del titolo base e poi mi sono buttato sull’espansione, portando a termine parecchi obiettivi e sbloccando alcuni dei personaggi disponibili.
Dove eravamo rimasti
Come vi dicevo, prima di provare il DLC ho voluto dare il giusto spazio al capitolo principale poiché non me la sentivo di parlarvi di un’espansione senza avere un’infarinatura del titolo base.
Finora, purtroppo, avevo provato soltanto la demo su PC.
Ora che finalmente il torto è stato sanato, ho visto quanto è profonda la Tana del Bianconiglio.
Ebbene, il risultato è: WOW!
Mi aspettavo grandi cose, ok, ma qui si va oltre. Prey è un titolo eccezionale, che fa sue sia le lezioni di pilastri del genere come Bioshock, System Shock e Deus Ex, sia l’esperienza di Arkane con i meravigliosi Dishonored e con Arx Fatalis, la loro prima opera.
Una libertà d’azione magnifica, una profondità che non mi aspettavo, un tipo di ambientazione e di fantascienza che io, personalmente, adoro.
Dispersi a bordo di una stazione spaziale al di là della Luna, in compagnia di una minaccia effimera, mutevole e ferocemente letale, perfettamente in grado di sfruttare astuzia ed ingegno per uscirne vivi.
Prey è un titolo che va provato: forse non è per tutti, come non sono di certo per tutti i titoloni che poc’anzi vi ho nominato, ma è innegabile di come si tratti di un piccolo gioiello meritatamente candidato ad una moltitudine di premi.
A maggior ragione ora che il prezzo s’è abbassato e che possiamo acquistarlo insieme all’espansione, proprio ora che godremmo delle patch e dei miglioramenti…vorreste forse privarvi di un gran bel pezzo di codice così?
Certo, certo, ora torniamo a Prey: Mooncrash, che altrimenti vado troppo per le lunghe.
Prey: Mooncrash
Primo DLC per Prey, dunque.
Cosa potevo aspettarmi? La classica espansione che allarga in qualche modo la storia principale, oppure ancora, qualche storia di corollario, o una mini campagna ambientata in qualche modo dopo la fine della principale (certo che con i finali multipli si fa sempre casino), ad esempio.
E invece Arkane ci stupisce ancora una volta con una mossa a sorpresa: Mooncrash è, in pratica, la modalità “rogue-lite” di Prey, con una nuova storia a fare da sfondo.
Sorpresi? Ecco, lo ero anch’io e temevo fosse un nulla di che finché, per l’ennesima volta, ho dovuto smentirmi.
Prey: Mooncrash ci mette nei panni di un tale Peter, un hacker alle dipendenze della KASMA, corporazione che ha intenzione di scoprire cosa è accaduto nella base lunare di Pytheas di proprietà della TranStar. Per farlo e per completare di conseguenza il contratto che lo lega alla KASMA e poter finalmente tornare a casa dalla famiglia, il nostro alter ego dovrà, caschetto VR alla mano, immergersi in una simulazione super realistica della base nei suoi ultimi momenti.
Infatti a Pytheas è successo un disastro: starà a noi capire cosa diavolo sia accaduto.
Ora l’avrete capito da soli: potete giocare Prey: Mooncrash anche senza aver giocato al titolo originale. Vi perderete magari l’esperienza maturata sul primo, ma nulla che non si possa padroneggiare dopo una intensa sessione.
Quindi Prey: Mooncrash richiede Prey, ma ne è slegato.
Gameplay
La campagna Mooncrash si basa sul principio del rogue-lite: ovvero, ogni volta che moriremo ricominceremo da capo, o quasi, muovendoci in un mondo in cui la mappa è sempre quella ma variabili saranno nemici, oggetti e così via.
Attenzione però, non lasciatevi ingannare. In questa tipologia di giochi si muore spesso e volentieri e in Mooncrash non avremo l’eccezione. Ogni morte sarà però utile, perché alla fine della sessione, in base a come ci saremo comportati, a cosa avremo trovato e a quanti obiettivi avremo completato, otterremo dei crediti per comprare equipaggiamenti e armi da schierare nel tentativo successivo.
Anche i personaggi sono sbloccabili e sono cinque, ciascuno con i suoi alberi delle abilità e poteri.
Ad alcuni di voi ciò potrebbe suonare come ripetitivo ma posso assicurarvi, dopo un bel po’ di run, che mi sono dovuto ricredere sulla scelta di Arkane, che reputavo come di svogliatezza e inadeguatezza rispetto alla caratura del titolo genitore.
Prey: Moooncrash ci riporta al divertimento del suo illustre genitore, ci impegna, ci sfida a fare sempre meglio, sbloccando i personaggi e fuggendo dalla base infestata in cinque modi diversi. Non sarà assolutamente semplice anche per i veterani, perché il livello di difficoltà è sfidante anche nei confronti del nostro ingegno.
E, come ciliegina sulla torta, la durata non è neanche tanto male, se vogliamo arrivare a vedere tutti gli ambienti e completare tutti gli obiettivi.
Come dicevano da un’altra parte, “prepare to die“.
Comparto tecnico
Non mi sembra che ci siano variazioni di sorta nell’impianto tecnico rispetto a Prey: questo è un titolo in cui l’aspetto artistico e di design vince sulla pura muscolarità dell’engine grafico, restituendoci quell’immaginario fantascientifico che sa di Età d’oro della fantascienza (e anche un po’ di Bioshock, perché no).
Sulla base lunare di Pytheas il discorso è lo stesso, stile della colonna sonora compreso.
Audio perfetto, soprattutto se ascoltato in cuffia: tensione assicurata nei momenti più critici!
Nella discussione circa il comparto tecnico inserisco anche la questione dei comandi: essendo abituato a giocare i titoli in prima persona su PC, temevo che avrei avuto difficoltà nel gestire il tutto con il controller; devo, invece, ricredermi.
Per abituarmi ci ho messo cinque minuti scarsi e per me questo fattore è stato importantissimo, poiché temevo che mi avrebbe rovinato l’esperienza di gioco.
E il multiplayer?
Non voglio spaventarvi: Arkane rinunciò ad inserirlo nel gioco base per fornire un’esperienza single player di altissimo livello. Ora, Prey: Moocrash comprende anche Typhon Hunter, una modalità multiplayer aggiuntiva che permette partite a 6 giocatori, in cui uno è il sopravvissuto e gli altri cinque i Typhon che devono dargli la caccia.
Tale modalità non è ancora disponibile e sarà aggiunta prossimamente.
In conclusione
Ho recuperato Prey, un gioiello di gioco che purtroppo mi ero perso l’anno passato, e me lo sono ritrovato espanso in un modo che non avrei mai creduto. Prey: Mooncrash è un’espansione che porta una ventata di novità al gioco principale, proponendo una modalità rogue-lite che si sposa straordinariamente bene con il gameplay del titolo originale e nel contempo ci sfida a dare il meglio di noi.
Una scommessa senza dubbio, ma veramente ben riuscita.
Altro, ennesimo applauso per Arkane Studios.
Nerdando in breve
Un’ottima espansione per un titolo che era già meraviglioso di suo: modalità di gioco differente, stesso divertimento!
Nerdandometro: [usr 4.0]
[amazon_link asins=’B01H1J2MS0,B01H1J2MZS,B01GV7Y24U’ template=’ProductCarousel’ store=’nerdandocom-21′ marketplace=’IT’ link_id=’3fdc18bb-75b1-11e8-b29e-43606ac8750c’]
Trailer
https://www.youtube.com/watch?v=ySVBHI2OeAg&t=2s
Contenuti