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I Rami del Tempo – Un ramo secco che cerca linfa

Recensione

All’ultimo Festival del Fumetto di Novegro, ho avuto modo di conoscere Luca Rossi, autore contemporaneo, il quale ci ha omaggiati di una copia de I Rami del Tempo, primo libro di una trilogia fantasy.
Dopo un tempo pressoché infinito, ecco che riesco finalmente a parlarvene.

Trama

La storia narrata ne I rami del tempo sviluppa contemporaneamente due filoni narrativi principali e qualcuno secondario, i quali vengono portati avanti in modo quasi parallelo.

Quello più importante parla di una giovane donna, Lil, la quale si vede sterminare l’intero villaggio durante una celebrazione nuziale. Infatti, nel momento stesso in cui il sacerdote sta officiando il rito che unirà per sempre i due fidanzatini, (rito che si svolge all’aperto davanti all’intero villaggio presente), ecco che una pioggia di schegge colpisce tutto il gruppo di abitanti, uccidendoli. Si salvano soltanto Lil, suo marito Bashinoir e la sacerdotessa Miril, l’unico personaggio non presente alla cerimonia, rimasta nel Tempio a custodire i magici sigilli.

Il secondo filone racconta invece di un popolo lontano, su un’isola più a nord, il quale è costretto a sopportare le efferatezze di re Beanor, un sovrano dissoluto che fra un’orgia e l’altra si ricorda di avere mire espansionistiche. Infatti, gli abitanti dell’isola di Isk sono stati relegati a nord in epoche precedenti, e se mai osassero intraprendere le rotte verso sud, ecco che una barriera magica provvederebbe a distruggere ogni vascello o scialuppa. Per questo motivo, re Beanor ordina ai maghi di corte di trovare il modo per assassinare tutti gli abitanti del sud (quelli del primo filone narrativo), così da sciogliere il sigillo e poter riacquistare le rotte meridionali. Da lì, la pioggia di schegge che ha colpito il matrimonio.

Fra mille peripezie e scoperte via via più appassionanti, ecco che l’avvincente storia dei protagonisti si intreccia con quella di un passato modificato per magia, generando conseguenze ingenti, che potranno essere riaggiustate soltanto attraverso un viaggio nel tempo.

Stile e contenuti

Difetti

Per quanto la trama possa essere quantomeno interessante, soprattutto sul finale, purtroppo lo stile mi ha un po’ delusa.
Tuttavia, poiché probabilmente dipende tantissimo dal mio gusto personale, cercherò di spiegarvi cosa non mi ha convinta nel modo più oggettivo possibile; dopodiché, leggetelo e giudicate voi stessi.

1) Non è un film

La prima grande difficoltà che ho riscontrato per riuscire a immergermi nella lettura, è la mancanza di descrizioni accurate. Non mi aspettavo certo un elenco di caratteristiche né qualcosa del calibro della tolkeniana festa di Bilbo, tuttavia, in certi frangenti, avere le idee più chiare su quanto stesse succedendo mi avrebbe aiutata.
Soprattutto all’inizio, i personaggi vengono introdotti direttamente con il loro nome, quasi come se li conoscessimo a priori o se riuscissimo a vederli concretamente.

In un film (o serie televisiva che sia), quando vengono introdotti nuovi personaggi o gli stessi protagonisti, capita spesso di conoscerli nel mentre delle loro azioni. L’introduzione indiretta, che da un lato può confondere, dall’altro è intrigante, poiché permette allo spettatore di entrare in contatto con il personaggio attraverso le sue azioni, comprendendo poco per volta quali siano le sue vere intenzioni o le motivazioni che lo spingano ad agire.
Tuttavia, in un libro l’introduzione indiretta risulta efficace solo se davvero ben strutturata, non avendo noi altro modo di costruirci la storia se non attraverso le parole scritte. Non possiamo né vedere, né ascoltare, ma soltanto assistere a ciò che la nostra immaginazione riesce a costruire basandosi sul testo.

Da qui la mia difficoltà: i primi capitoli introducono i personaggi senza indicare né luogo, né periodo, né alcun suggerimento su quale sia il filone narrativo in considerazione. Per questo motivo spesso e volentieri ci ho messo un attimo a capire quale degli avventurieri si trovasse nella situazione descritta e se tale situazione fosse un evento passato, futuro o contemporaneo a quella descritta al capitolo precedente.

2) Un erotismo forzato

Come vi dicevo parlando della trama, re Beanor viene descritto come un sovrano dalla morale discutibile, dedito alle orge e allo stupro delle infinite fanciulle che strappa alle rispettive famiglie per “prenderle in moglie” e sfruttarle per soddisfare i suoi perversi piaceri sessuali. Tuttavia, in diversi punti del romanzo, le scene erotiche vengono descritte esplicitamente andando in dettagli che probabilmente non trapelerebbero nemmeno da un film porno, andando anche ad oscurare la trama principale.

Proprio da queste descrizioni nasce il mio disappunto: la presenza di tali esposizioni tanto minuziose e accurate mi ha dimostrato quanto di fatto l’autore sia in grado di fornire alla mente del lettore una chiara immagine di quanto stia succedendo, senza risultare ampolloso o prolisso, ma anzi, mantenendo un’ottima fluidità di linguaggio. Quindi perché limitarne la presenza soltanto per le scene erotiche?

Pregi

Tuttavia, al di là di questi due fastidiosi aspetti, voglio evidenziare anche le due qualità maggiori che ho trovato ne I Rami del Tempo.

1) Personaggi sinceri

Se da un lato ho trovato inutili ai fini della trama la maggior parte delle pagine dedicate all’erotismo, dall’altra ne ho apprezzato la presenza per quanto riguarda le caratterizzazioni dei personaggi. Ho infatti trovato degno di nota il voler raccontare tutto ciò che riguardi i personaggi, non soltanto le epiche gesta o gli atti di coraggio, ma anche le emozioni più intime e spontanee.

Tralasciando quella specie di incrocio fra Robert e Joffrey Baratheon, nel romanzo vengono raccontati gli atti erotici o i pensieri impuri anche di altri personaggi. Fin dall’inizio trapela infatti la forte attrazione di Miril verso Lil, che aumenta di pagina in pagina con spontaneità e naturalezza. La lenta evoluzione del rapporto fra le due donne permette di cogliere tutte le emozioni provate dalla protagonista. Il forte imbarazzo iniziale, la paura del fraintendimento, il grande disagio nel ritrovarsi a scoprire degli aspetti totalmente inimmaginabili verso una figura rispettata e quasi venerata. Col procedere della lettura, Lil riesce a percepire sempre più la reale disposizione d’animo della sacerdotessa, svestendola di quella veste sacra con la quale l’aveva idealizzata e cogliendone la vera essenza umana.

Mentre percepite l’imbarazzo di Lil, ecco che lentamente si fa largo il desiderio di Miril, la quale riesce a rigirare tutta la disgrazia nella situazione a lei più favorevole, arrivando lentamente al cuore della fanciulla.

Infine, la dirompente sensazione di smarrimento che affligge Bashinoir, la quale muta lentamente da solitudine a rabbia, portandolo al confine fra follia e raziocinio, viene raccontata attraverso le sue fughe solitarie, mostrando quanto possa essere facilmente condizionabile anche il personaggio meno emotivo di tutti.

2) La concezione del tempo

L’altro grande pregio de I Rami del Tempo, è proprio il tempo stesso. Solitamente, sono portata a considerare il susseguirsi degli eventi come un’infinita linea retta, diretta verso destra, nella quale si collocano tutti gli accadimenti. Invece, all’interno del romanzo, viene presentata una teoria innovativa e poco nota:

“[…] Dovete immaginare al tempo come a un organismo vivo. Pensate a una pianta… a un cespuglio, ad esempio. Le linee temporali possono essere molteplici. Ma solo una di essa, solo un ramo in particolare, assume le caratteristiche della realtà. [Gli altri rami] sono possibilità, eventi originati da altri eventi che, però, non hanno la forza sufficiente per tramutarsi in realtà. A un certo punto questi rami si seccano e cadono. E la linea temporale diventa unica.”

All’interno della narrazione, questo modo di percepire il cadere incessante dei granelli di sabbia in una clessidra è proprio ciò che scatena una serie di mutazioni che obbligherà i protagonisti a intraprendere un lungo e pericoloso viaggio. Sarà proprio la sacerdotessa a proporlo, innescando negli avventurieri il processo evolutivo finale. Fondamentalmente, tutto ruoterà attorno ai rami che si seccano, ma sarà solo nei capitoli seguenti della trilogia che scopriremo se e come riusciranno a rinvigorire il flusso temporale morente.

Conclusione

Un romanzo impegnativo che mi ha richiesto un certo sforzo per essere letto tutto, ma che alla fine ha saputo almeno in parte ripagarmi della fatica. Ha i suoi pregi e i suoi difetti, una forma che lascia a desiderare ma una trama avvincente che ha saputo appassionarmi nonostante tutto.

Nerdando in breve

Un fantasy erotico perfettibile ma del quale potrete apprezzare la sincerità. Storia avvincente verso il finale, che apre la strada ai volumi seguenti della trilogia.

Nerdandometro: [usr 2.5]

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