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Gameplay, perché guardarlo?

Gameplay

Iniziamo con il dire una banalità: la diffusione di internet in tutto il globo terracqueo ha trasformato la nostra vita quotidiana e, tra le tante cose, sta rivoluzionando l’industria dell’intrattenimento, così che capisaldi del settore del mai compianto Ventesimo Secolo, come gli show televisivi, sono stati costretti ad adattarsi o a scomparire.

Allo stesso tempo sono nate fonti d’intrattenimento del tutto nuove ed una che indubbiamente rappresenta suscita interesse per coloro di noi appassionati di videogiochi: il gameplay.

Un passo indietro

Per quelli della mia ormai vetusta generazione giocare ai videogiochi era sempre un’attività esclusiva, piuttosto che inclusiva. Si giocava nella propria stanza da soli o al massimo in compagnia di amici e fratelli o sorelle (quelli con una connessione migliore potevano addirittura godersi i primi giochi con multiplayer online).

Il giocare ai videogiochi era per lo più quest’esperienza solitaria e quando se ne parlava con chi un determinato gioco non l’aveva mai visto, si creava quest’aria di misticismo e leggenda, per cui l’ascoltatore formava nella sua mente aspettative che potevano differire enormemente dalla realtà. In fondo, finché non si vedeva il gioco dall’amico o ce lo si faceva prestare, non c’era modo di saperne molto di più.

Con la creazione di piattaforme come YouTube questa narrazione da focolare finì: il desiderio recondito di molti videogiocatori di poter condividere con il mondo le proprie avventure videoludiche era finalmente realizzabile.

Perché guardare Gameplay

Oggi i gameplayer sono tra i principali creatori di contenuti su YouTube e su Twitch, con un seguito in costante aumento e tale da iniziare a dar rilevanza economica e sociale anche al fenomeno dell’e-sport (sebbene questo fosse nato ben prima). Parrebbe che ormai un po’ tutti si dilettino in questa attività, persino noi di Nerdando.

Viene però spontaneo chiedersi: qual è il punto di guardare altre persone giocare ad un videogioco? Cos’è che attrae tutto questo pubblico?

Tralasciando i casi di ragazze che acquisivano popolarità esponendo le proprie grazie, da un paio d’anni limitati dalle nuove linee guida di Twitch, si può fare una divisione in due gruppi di gameplayer di successo: quelli seguiti per le proprie abilità in un gioco e quelli seguiti per la propria personalità, con tutto che si può essere benissimo parte di entrambe le fazioni.

Nel primo caso, la spiegazione della popolarità è relativamente semplice: si guarda giocatori più bravi per migliorare le proprie abilità e perché siamo irresistibilmente attratti dal vedere cose che ci piacciono praticate a livelli di cui comprendiamo la complessità e difficoltà.

Nel secondo caso però il dubbio è più legittimo: a che scopo sorbirsi ore ed ore di gameplay di qualcuno che non è particolarmente bravo? La spiegazione non può essere semplicemente “perché fa ridere”: un sacco di cose fanno ridere e possono essere meno tediose del mettersi davanti ad uno schermo, con un gioco che magari nemmeno proveremo mai di persona.

Le motivazioni che si possono trovare sono sostanzialmente tre.

L’immedesimazione: siamo sempre suscettibili a considerare un volto su uno schermo come di qualcuno di “importante” (per lo meno, in generazioni cresciute con una tv, chissà in futuro). Tuttavia, se normalmente i personaggi televisivi o dello sport sembrano irragiungibili e vivere in un mondo a loro riservato, chi fa gameplay è uno di noi. Possiamo immaginarci al posto suo, stuzzicando positivamente il nostro ego.

La comunicazione: direttamente dal punto precedente viene quest’altro. La maggior parte dei gameplayer, soprattutto coloro che operano in diretta, intrattiene una comunicazione diretta con i propri fan, così che il piedistallo su cui spontaneamente mettiamo questi “personaggi pubblici” si abbassa, seppur senza mai venir meno.

Il personaggio: il motivo per cui questo piedistallo non viene mai meno è che comunque chi produce questo tipo di contenuti, se lo fa bene, si presenta sempre con determinate vesti. Gli spettatori si fidelizzano e si attendono da lui o lei un certo atteggiamento, senza il quale diverrebbe solo uno dei tanti.

Tirando le somme

Uno dei gameplayer (o let’s player, che dir si voglia) che seguo più assiduamente non dice quasi mai “io”, ma “noi”, in quanto il suo parere è che, che sia su YouTube in differita o su Twitch in diretta, lui ed il pubblico giocano insieme.

C’è lui al comando, a premere i tasti ed a prendere decisioni, ma le emozioni ed il divertimento del gioco sono condivisi da chiunque stia guardando.

È questo il punto per cui il guardare gameplay sta diventando un passatempo così diffuso: il videogioco va oltre, divenendo un’esperienza collettiva in cui una guida a noi accessibile ci conduce, un po’ come se fossimo tornati bambini e ci appassionassimo a guardare un ragazzo più grande in sala giochi.

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