E se i cattivi fossimo noi?
Recensione
Da questo semplice eppure profondo presupposto inizia la nuova serie Sci-Fi di Skybound (edita da SaldaPress per l’Italia): Horizon, scritta da Brandon Thomas e disegnata da Juan Gedeon. In un futuro lontano, ma non troppo, l’uomo ha portato sull’orlo della distruzione il proprio misero pianeta: questa volta a venir meno è l’acqua. Giunti ad un punto di non ritorno, gli uomini decidono di iniziare a guardarsi attorno, ai pianeti oltre il sistema solare e individuano Valius, molto simile alla Terra, come possibile nuova colonia.
Naturalmente i valiani non hanno alcuna intenzione di essere colonizzati da una razza altamente autodistruttiva e decidono di infiltrare forze speciali sulla Terra per far sì che agli umani sia riservato il destino che meritano: morire assieme al proprio pianeta.
Seguiamo così le vicende del comandante Zhia Malen e dei suoi compagni che, grazie ad un supporto tecnologico straordinario, riescono a mimetizzarsi tra i terrestri e infiltrarsi tra le linee di comando umane.
Naturalmente non è tutto roseo, anzi: la prima missione di Zhia è quella di radunare la propria squadra, grazie ad un sistema di geolocalizzazione impiantato nel loro cervello. Scopre così che uno dei valiani è stato catturato dai terrestri, che mettono in campo tutto il peggior repertorio possibile per estorcere informazioni: prigionia, tortura, esperimenti scientifici e chi più ne ha ne metta.
Inizia così una missione di salvataggio in cui avremo modo di scoprire un po’ della psiche sia degli alieni che dei terrestri, ognuno intenzionato a far valere i propri diritti, giusti o sbagliati che siano.
Il volume procede in un crescendo action adrenalinico che tiene col fiato sospeso fino allo scontro col villain finale, un umano dotato anch’egli di straordinari poteri che lascia intendere essere solo la punta dell’iceberg.
Cosa ci aspetterà dal futuro potremo scoprirlo solo con i prossimi numeri.
Disegni e stile
L’impatto grafico di Horizon è di quelli che piacciono o non piacciono, difficile trovare vie di mezzo: il tratto è rigido, sicuro, ma appena abbozzato, senza fronzoli o rifiniture. Anzi, in alcuni casi è il colore che contribuisce a definire le forme, in una sorta di moderno impressionismo che regala forti emozioni empatiche ma che potrebbe spiazzare alcuni palati.
Complice una sceneggiatura action, i disegni sono ricchi di dinamismo e aiutano la lettura facendola correre rapida pagina dopo pagina.
Personalmente ho avuto bisogno di un attimo per entrare nel fumetto e farmi avvolgere da questo stile che, nel complesso, funziona a dovere.
Conclusioni
Accanto ad un incipit interessante, il primo volume di Horizon: Rappresaglia, getta le basi della serie senza entrare troppo nei dettagli. Capiamo il ribaltamento dei ruoli canonici e che i contorni non sono mai troppo netti: la divisione tra bene e male è sfumata, così come nemici e amici sono concetti troppo rigidi per racchiudere la realtà dei fatti. Le cose non sono come sembrano e ho idea che assisteremo numero dopo numero ad una interessante evoluzione dei personaggi, per ora solo abbozzata.
Come detto è un volume altamente adrenalinico e dinamico: l’ora richiesta per leggerlo mi è volata via in un attimo, grazie a sequenze action sempre diverse e molto coinvolgenti.
Rovescio della medaglia, per mio gusto personale, è lo scarso approfondimento delle trame e delle situazioni interpersonali, relegati a poche tavole tra un combattimento e l’altro.
Non resta che attendere il prossimo numero per scoprire come evolverà la serie, soprattutto per rispondere alla domanda: “fin dove siamo/sono disposti ad arrivare per salvare la propria specie”?
Per ora l’impressione è quella di ottimo prodotto con grandi potenzialità, un acquisto che suggerisco di fare a tutti gli amanti dei fumetti Sci-Fi.
Nerdando in breve
Horizon: Rappresaglia è il primo volume della nuova serie Sci-Fi in cui i ruoli canonici vengono ribaltati.
Nerdandometro: [usr 3.5]
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