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Jukai – La foresta dei suicidi: Giappone, Giappone, quante volte ti ho visto sulla cartina e ti ho sottovalutato

Jukai

Ah, l’horror. Quanto mi mancava.

Dopo aver scritto alcuni giorni fa di The Devil’s Candy, mi sembra il caso di proseguire con Jukai – La foresta dei suicidi.

Trama

Sara e Jess, interpretate da Natalie Dormer (che abbiamo ammirato nei panni di Margaery Tyrell nel corso de Il Trono di Spade), sono due gemelle molto legate tra loro: mentre la prima vive un’esistenza tranquilla in America, la seconda, più scapestrata e ribelle, è in Giappone, con una nuova carriera da insegnante da intraprendere.

Sara inizia a credere che sia successo qualcosa a sua sorella, a causa di una sensazione di inquietudine. La sensazione si tramuta in realtà quando riceve una chiamata dal Paese del Sol Levante che la informa che Jess si è inoltrata nella foresta di Aokigahara, famosa per l’altissimo tasso di suicidi che avviene al suo interno: chi decide di farla finita, si toglie la vita tra gli alberi di questo luogo spaventoso, spettrale, ipnotico; allontanandosi dal sentiero e inoltrandosi nella selva oscura si rischia di andare incontro ad allucinazioni causate – secondo la credenza popolare – dagli Yurei, fantasmi dei defunti che vagano senza pace.

Nonostante la situazione sia disperata, Sara prende un aereo e vola in Giappone perché sente che la sua gemella è ancora viva e ha un bisogno disperato di aiuto.

Recensione

Il bosco è da sempre un luogo che, nella sua apparente tranquillità, nasconde segreti, inquietudini, pericoli. Sono stati girati molteplici film in questo genere di location, basti pensare a The Blair Witch Project, a Wrong Turn o, in tempi più recenti a Quella casa nel bosco, ma con Jukai – La foresta dei suicidi non ho avuto alcuna sensazione di déjà-vu.

La regia di Jason Zada e la sceneggiatura di Nick Antosca, Sarah Cornwell e Ben Ketai sono funzionali: la pellicola non è perfetta ma mi ha saputo tenere incollato al divano, spaventandomi con degli jumpscare che, in alcuni casi, sono leggermente telefonati ma funzionano.

Natalie Dormer rende credibile il rapporto tra le due gemelle, il legame è potente, quasi morboso. Il personaggio di Sara mi ha ricordato Ben de La notte dei morti viventi: prende continue e avventate decisioni che vanno contro ogni logica e che la costringono a lottare con sé stessa; si mette in costante pericolo da sola con l’unico scopo di salvare Jess. Avviene dunque uno scambio di ruoli, l’equilibrata diventa squilibrata e non è più la salvatrice ma la fanciulla da salvare, in una spirale emozionale che non terminerà con i titoli di coda; mi sono continuato a porre degli interrogativi, una volta finito il film. Fin dove può portarci l’amore per un’altra persona? Jukai – La foresta dei suicidi, oltre a spaventarmi, mi ha portato a riflettere.

Se la prova di Taylor Kinney nel ruolo del misterioso Aiden risulta scialba e priva di appeal, il mio plauso va a Yukiyoshi Ozawa che dà vita a una convincente guida zelante e molto giapponese.

Limited Edition

La Limited Edition, gentilmente spedita da Midnight Factory, è composta da una scatola cartonata con la locandina del film che contiene, al suo interno, la custodia del blu ray (con una copertina diversa per ogni lato) e un booklet con i testi di Gomarasca e Pulici di Nocturno Cinema. Ci sono anche alcuni contenuti extra nel disco, come le interviste al regista e alla Dormer e il B Roll per vedere come è stato girato il film.

Nerdando in breve

Jukai – La foresta dei suicidi è una pellicola che convince ma che, con un po’ di impegno, avrebbe potuto essere memorabile.

Nerdandometro: [usr 3.2]

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