Giochi da tavolo

Pandemic: Alta Marea – Tulipani, biciclette e allagamenti virulenti

Pandemia: Alta Marea

A volte viene da chiedersi perché gli olandesi (anzi, i neerlandesi) hanno avuto la grande pensata di strappare terre al mare e andarci ad abitare sopra, con tutti i rischi che ne conseguono.

Ecco, adesso è possibile provare anche per voi, ma solo sul tavolo da gioco, l’emozione del pompare acqua in mare e costruire dighe che crolleranno inevitabilmente, grazie a Pandemic: Alta Marea!

Recensione

Se le meccaniche di base di questo nuovo gioco di Matt Leacock e Jeoren Doumen vi sembrassero poco interessanti, state pronti a ricredervi. Anche se avete già giocato ad altri giochi della serie Pandemic, portati nel nostro Paese da Asmodee Italia, vi aspettano delle belle novità. Questo nuovo titolo storico, sulla scia dell’ottimo Pandemic: Iberia, ci porta direttamente nei Paesi Bassi all’inizio della Rivoluzione Industriale.

Se già stavate affilando i siringoni sperando di curare infezioni polmonari, micosi e altre patologie legate all’umidità, rimetteteli a posto perché in questo gioco non ci sono malattie, nonostante il nome. In Pandemic: Alta Marea, infatti, sarà l’acqua il nostro avversario, che seguirà meccaniche solo parzialmente simili a quelle degli altri giochi.

I cubi d’acqua allagheranno tutte le regioni collegate fra loro che non sono protette da dighe. I mari faranno da “generatori di cubetti” e la condizione di vittoria è l’aver costruito tutte e quattro le opere idrauliche storiche, ognuna delle quali conferisce un bonus diverso durante la partita. Molti altri aspetti del gameplay sono invece particolarmente simili a quelli classici della serie. Vediamoli meglio nel dettaglio.

Meccaniche

Chi ha giocato ad uno qualsiasi degli altri titoli della serie di Pandemic non sarà necessariamente avvantaggiato. Le regole di Pandemic: Alta Marea sono diverse quel tanto che basta per pugnalare alle spalle un giocatore esperto troppo convinto.

La struttura base è sempre quella: si prepara il mazzo dei giocatori nascondendo al suo interno le carte Tempesta (equivalente delle carte Epidemia), in numero variabile fra 6 e 8 in base alla difficoltà scelta, e si procede a determinare le regioni allagate in modo casuale in aggiunta a una serie di regioni fisse già invase dall’acqua.

I giocatori svolgono il turno con un paio di passi in più rispetto al solito: si comincia con le classiche 4 azioni per poi passare alla fase di pompaggio delle acque (che vi spiegherò più avanti), per proseguire a quella di pesca delle carte e di cedimento e infine alla fase del flusso d’acqua. Le azioni che si possono svolgere sono quelle di movimento e di costruzione, oltre a quella di pompare acqua, che permette di rimuovere cubi dalle regioni. Durante la fase di cedimento si pescano le carte che indicano le regioni in cui, nell’ordine, andranno rimosse delle dighe o, in mancanza di queste, aggiunti dei cubi acqua.

La fase di pompaggio e di flusso d’acqua sono simili in quanto sono una l’opposto dell’altra, in un certo senso. È qui che entra in gioco il meccanismo più interessante di Pandemic: Alta Marea: il movimento dell’acqua. Durante la fase di flusso, se una regione contiene due o più cubi acqua ed è direttamente confinante con altre regioni, senza dighe a dividerle, occorre posizionare sulle regioni confinanti un numero di cubi acqua pari a quello della regione di provenienza, meno uno. Se una regione con tre cubi acqua è collegata a delle regioni vuote, ognuna di esse riceverà due cubi. A loro volta, tutte le regioni collegate senza cubi riceveranno un cubetto singolo. Già da soli capite che con una cosa del genere possono andarsene una decina di cubetti in tutta tranquillità.

La partita è persa quando non ci sono più carte giocatore da pescare o quando non ci sono più cubi acqua da posizionare quando necessario. Se a dividere due zone con già poche dighe al loro interno resta un’ultima debole barriera, la partita potrebbe capovolgersi nell’arco di mezzo turno!

Ma non disperate, le stazioni di pompaggio permettono di sfruttare la stessa logica per rimuovere cubi dal tabellone. Una volta costruite, durante la fase di pompaggio, ogni stazione può rimuovere un cubo da una regione “collegata” tramite l’acqua. Cosa significa? Che se ci figuriamo una serie di regioni allagate che non siano divise da dighe, la stazione può risucchiare l’acqua da una qualsiasi regione di queste. Il meccanismo è molto intuitivo e rende semplice per chiunque, esperti o meno, la comprensione e l’ideazione delle strategie da attuare.

L’incubo degli straripamenti peggiora quando le regioni perdono gli sbarramenti che le separano dal mare. Il Noordzee e lo Zuiderzee sono dei generatori di acqua illimitati e ogni regione ad essi collegata continuerà a riempirsi d’acqua. E sapete cosa succede quando dal mazzo dei giocatori viene pescata una carta tempesta? Oltre ad alzarsi il numero delle carte cedimento pescate, aumentano i cubetti presenti nei mari, accrescendone così la pericolosità! La sfida che ne scaturisce è impegnativa anche per chi è un veterano degli originali della serie.

Se il gioco non si fosse fatto abbastanza duro per voi, nella scatola di Pandemic: Alta Marea vi è l’occorrente per giocare con un modulo aggiuntivo che riguarda obiettivi e popolazione. Adesso per vincere sarà necessario soddisfare contemporaneamente un determinato numero di requisiti che possono riguardare strutture idrauliche o il numero di abitanti in una certa zona.

La popolazione è rappresentata da cubetti arancioni che vengono posizionati sulle regioni insieme ai cubi acqua. In ogni regione possono stare solo tre cubi in totale. Ogni volta che dovrà essere piazzato un cubo acqua in una regione già piena, ovviamente andranno rimossi dei cubi popolazione. Al quinto cubo perso in questo modo, la partita è persa. Diventa anche disponibile l’azione di espandere la popolazione, che scartando carte giocatore permette di aggiungere cubi arancioni per raggiungere gli obiettivi richiesti.

Materiali

Da che mondo è mondo, grazie a Z-Man Games i Pandemic sono impeccabili a livello di componentistica. Le carte di Pandemic: Alta Marea sono resistenti ed estremamente chiare, cosa utile anche per via dei nomi delle regioni particolarmente ostici. I segnalini in legno e plastica (una via di mezzo fra la modernità dei Pandemic classici e l’aspetto antico di Iberia) sono di ottima qualità e il livello artistico su illustrazioni e tabellone è molto alto.

Tutto contribuisce alla fortissima presenza dell’ambientazione che si sente tanto nelle meccaniche quanto nell’aspetto estetico del gioco.

Poco da dire sulla qualità a cui siamo ormai abituati. Se volete dare un’occhiata dai vicino ai componenti di gioco potete ammirarli nel nostro unboxing fotografico sulla nostra pagina Facebook.

Prezzo

Pandemic: Alta Marea è disponibile al prezzo consigliato di 39,99€

In conclusione

Non è facile dire di essere stupiti o sorpresi di fronte alla qualità di questo Pandemic: Alta Marea. La serie è ormai una garanzia. La meccanica di base continua a divertire e questa avventura olandese ne prende il meglio e aggiunge la meccanica del flusso d’acqua che ho trovato davvero divertente e interessante, oltre che ben realizzata. È sicuramente stato il Pandemic più appagante, anche nella sconfitta. Vedersi allagare i Paesi Bassi da questo esercito di cubetti, per colpa di una singola diga troppo sottovalutata è stato uno stimolo per la partita successiva.

Ed è anche nell’ambientazione che risiede un pregio del gioco. Ogni regola, ogni azione, tende al concreto più che mai e, se avendo a che fare con le malattie su scala globale avete percepito una certa approssimazione nella rappresentazione delle epidemie, qui vi troverete di fronte a una fedeltà non solo dal punto di vista fisico e geologico ma anche storico, che viene riflessa dalle quattro iconiche costruzioni, che cambiano in modo permanente (o comunque molto forte) l’assetto della mappa.

L’alta marea del titolo è ben presente. La corsa contro il tempo è più sentita del solito e le strategie da applicare in base a dighe e flussi d’acqua sono complesse, seppur facili da comprendere e progettare, anche per i neofiti. Questo è secondo me il più grande punto di forza del gioco e che smorza uno degli effetti collaterali dei cooperativi: il giocatore alphaPandemic: Alta Marea piazza tutti sullo stesso piano. Certo, ci può essere l’esperto smaliziato che già ha progettato i dieci turni successivi, ma questo è un gioco dove i cervelli aggiuntivi hanno un grande valore e si prosegue tutti insieme.

Questo è un giocone che vale ogni centesimo del suo prezzo, del quale non mi dispiacerebbe vedere una versione legacy. Sarebbe fantastico fare una campagna dove ogni opera idrica costruita nelle partite precedenti va ad influire il flusso d’acqua di quelle successive in modo estremamente diverso a seconda delle scelte.

Nerdando in breve

Pandemic: Alta Marea è un grande esempio di come si realizza uno spin-off di un gioco da tavolo di successo, rendendolo diverso, innovativo, ma comunque divertente. Le nuove meccaniche di flussi d’acqua e dighe sono il fiore all’occhiello di questo gioiellino.

Nerdandometro: [usr 4.3]

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