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Nomen Omen #1 – Un urban fantasy al passo coi tempi

Nomen Omen

Recensione

Il filone dell’urban fantasy, quel sottogenere in cui storie di magia e mostri si ambientano nel nostro tempo, in contesti che sovente richiamano la vita di tutti i giorni, è stato sicuramente sfruttato fino all’osso negli ultimi anni. Esempi più o meno felici sono stati e sono tuttora al centro della cultura pop internazionale. Solitamente provenienti da oltreoceano, ecco invece arrivare un nuovo contendente dal nostro paese: Nomen Omen.

Nato dalla penna di Marco B. Bucci e dalla matita di Jacopo Camagni, questo fumetto pubblicato da Panini Comics ci porta nel mondo di Rebecca Kumar, una ragazza acromata. Cosa significa? Non è una ginnasta circense metalizzata, ma solo una i cui occhi non possono vedere i colori.

Questa condizione si riflette nella lettura, dal momento che la quasi totalità delle vignette sarà in scala di grigi (che non è come dire in bianco e nero!) tranne in alcuni, importanti, momenti.

Trama

La protagonista di Nomen Omen è una ragazza come tant… no, non lo è.

Nel momento in cui la conosciamo è reduce da un terribile incidente in moto, dal quale nessuno, compresa lei, riesce a capire come si sia salvata. Sembrava destinata a morire e invece eccola qui, sana e salva a festeggiare il suo ventunesimo compleanno, nella sua New York, in compagnia dei suoi amici, che le hanno ironicamente preparato una torta arcobaleno (come i suoi capelli).

Il fato vuole che durante questa festa un misterioso essere la intrappoli in un bagno, dove Rebecca si vedrà strappare letteralmente il cuore dal petto, per poi cadere a terra esanime. Fine?

No. In seguito ad uno strano sogno, la ragazza si rialza viva e vegeta e torna a festeggiare, pensando forse di essere svenuta. Poco dopo la situazione precipita però, perché un altro personaggio altrettanto misterioso la rapisce, portandola a scoprire un lato del mondo che non conosceva. Come dicevo, Rebecca non è una ragazza come tante e si scoprirà, come in ogni urban fantasy che si rispetti, che in lei si celano dei poteri.

Questa è solo la superficie della storia e non posso farvi il torto di rivelarvi altro!

Disegni

La particolarità più evidente di Nomen Omen è ovviamente la scelta cromatica (o per restare in linea con la protagonista, direi più acromatica) che fa immedesimare il lettore nell’esperienza sensoriale di Rebecca. Voglio permettermi di notare che l’utilizzo di tecniche digitali nella occasionale colorazione traccia un solco ancora più profondo fra i momenti “grigi” e quelli a colori. Così facendo diventa chiaro il ruolo narrativo dello spettro luminoso che rappresenta infatti il sovrannaturale, il diverso (ricordate il colore dei capelli della protagonista?) opposto al mondano.

Il tratto di Camagni è pulito ed efficace, si notano le influenze nipponiche e statunitensi, soprattutto nelle scene più dinamiche e d’azione, ma l’impressione è comunque quella di leggere un prodotto senza un particolare retaggio legato alla nazione d’origine (e non è un male!).

In conclusione

Finito il primo volume, resta una domanda: che ne sarà di Nomen Omen? Le possibilità sono molte. Potrebbe dirigersi verso una narrazione più epica, piena di combattimenti e cambiamenti epocali per il mondo di Rebecca Kumar. Le premesse ci sono e un’escalation della guerra che si preannuncia imminente è plausibilissima. Oppure potremmo assistere ad un cambiamento sostanziale dell’ambientazione e del tono, spostandosi verso luoghi e racconti più mistici e misteriosi.

Questo primo volume da il “la” a questo nuovo mondo di streghe e social network, che ha delle visibili influenze importanti, Fables fra tutte: il personaggio di Fer, per quanto diverso, mi è sembrato un fratello un po’ più fricchettone di Lupo Cattivo.

Un’influenza nostrana è forse la Gea di Luca Enoch, della quale Nomen Omen potrebbe essere considerato un “prequel concettuale”. Probabilmente lei e Rebecca andrebbero davvero tanto d’accordo!

Quella che abbiamo davanti è comunque una storia estremamente moderna e consapevole della cultura pop. Le numerose citazioni e riferimenti alla società dei giovani sono estremamente smaliziate e contribuiscono all’identificazione del lettore. Laddove alcuni fumetti tendono all’omettere le connessioni con il mondo reale, Nomen Omen le fa sue e le rende parte integrante della storia e dei dialoghi.

Una cosa che ho apprezzato è la mancanza di un love interest per la protagonista. Spesso urban fantasy è sinonimo di “ragazza indecisa che viene contesa tra due vampiri/lupi mannari/signori del male/porchettari dello stadio”, ma qui non ve ne è traccia. D’altronde Rebecca non ha più il cuore! Una deviazione gradita che però non chiude la porta ad eventuali cambiamenti. Pronti ad entrare nel mondo di magia e misteri di Nomen Omen?

Nerdando in breve

Nomen Omen è un urban fantasy ambizioso e moderno, con uno studio della grafica molto particolare, che rende i colori e gli inchiostri delle pagine parte integrante della storia.

Nerdandometro: [usr 3.9]

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