Immaginate un parco divertimenti pieno di luci, colori e giochi (ma senza clown inquietanti), in cui, grazie a un magico grimaldello che portate al collo, potete salire su ogni giostra senza aspettare e parlare con persone di una certa importanza come se nulla fosse. Immaginate, ad esempio, di avere una grandissima passione per un certo videogioco e di morire dalla voglia di sapere se continueranno a produrlo per la vostra console o se dovrete obbligatoriamente aggiornarvi. A quale profeta vi rivolgereste per scoprirlo? Solitamente, il signor Google potrebbe darvi le risposte che state cercando; ma se così non fosse? Ed ecco che nel vostro parco divertimenti compare il vate che stavate aspettando.
Probabilmente con meno poesia ma certamente con le stesse sensazioni di un bambino al luna park, la mia prima Games Week è stata senza dubbio un’esperienza fenomenale.
Durante la giornata di sabato 30 settembre ho avuto il piacere e l’onore di incontrare svariate realtà ben distinte fra di loro, seppur con lo stesso denominatore comune: i videogiochi. Le più note case di distribuzione hanno allestito per l’occasione giganteschi stand ricchi di schermi luminosi e impianti audio ad hoc, portando avanti l’eterna lotta per la supremazia imprenditoriale, un po’ come gli americani stereotipati che gareggiano su chi meglio addobbi casa per le festività natalizie.
La giornata è iniziata provando in anteprima la nuova Xbox in uno stand di una certa imponenza: quattro pareti isolanti separavano le console dal resto della fiera, creando una sorta di privé nel quale il giocatore potesse gustarsi attimi a tu per tu con “La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra” o, come nel mio caso, con “Forza Motorsport 7”, gioco di macchine dalla grafica accurata e dalla sorprendente facilità (sono infatti riuscita a non arrivare ultima, il che è tutto dire).
Non si può sfuggire al fascino del 4K, che ha permesso di apprezzare al meglio tutti i dettagli minuziosi di cui si compone ogni gioco, come mostra un trailer globale presentato in anticamera a chi avrebbe poi messo mano alle piattaforme.
Tra autovetture modernissime dal design eccezionale, esposte per affascinare i visitatori, spiccano in un grande ossimoro i videogiochi di una volta, riportati alla luce e svecchiati accuratamente, in modo da trasformarli in un prodotto appetibile per tutto il pubblico. Ritorna così il Commodore 64, che, a 35 anni dalla sua prima apparizione, si presenta più piccolo e compatibile con i televisori del ventunesimo secolo. Risalta anche “Cuphead”, una delle ultime novità in casa Microsoft ma con lo stile grafico di un cartone anni trenta come Betty Boop.
Il prode Zeno2k ha poi saputo condurmi lungo la via del gaming e dei suoi genitori, permettendomi di aiutarlo a intervistare personaggi di una certa importanza, come Paolo Bagnoli, direttore della divisione Xbox italiana e Paul Andrews, il papà del The C64 Mini (presto arriveranno le interviste). Inoltre, nell’enorme padiglione allestito da Activision, ci siamo sfidati da avversari in una demo del nuovo “Call of Duty”, la quale mi ha ricordato quanto sia difficile la modalità multi giocatore, (soprattutto data la mia scarsa dimestichezza con i comandi) e, da compagni, nel meraviglioso “Destiny 2”, del quale ho apprezzato tanto la grafica quanto il fatto di essere riuscita a sopravvivere un po’ di più rispetto al precedente sparatutto.
Parlando di sfide, nell’area relax predisposta da Nintendo, abbiamo colto l’occasione di sfidarci a “Fifa 18” su Switch, la quale ha confermato per l’ennesima volta la versatilità della console: su una comoda amaca rossa in un praticello (sintetico) dietro a un gigantesco Rabbid, ho aumentato le mie conoscenze calcistiche e segnato un clamoroso autogol.
Nintendo ha portato numerosi prodotti in fiera, regalando intrattenimento a un’ampia gamma di pubblico: dai bambini alle prese con “Mario & Luigi Superstar Saga + Scagnozzi di Bowser” e con “Super Mario Maker”, ai ragazzi con i nuovi “Metroid Samus Returns”, “Monster Hunter Stories” e “Layton’s Mystery: Katrielle e il complotto dei milionari” (del quale sono già innamorata), senza dimenticare, per tutti, “Super Mario Odissey”, “Pokémon Sole e Luna” e “Mario+Rabbids: Kingdom Battle”, quest’ultimo frutto della collaborazione con Ubisoft.
Nonostante la frenesia della giornata e i molteplici impegni, i manager hanno trovato il tempo anche per noi blogger, concedendoci di scambiare quattro chiacchiere con calma. In particolare, ho avuto l’opportunità di porre alcune domande a Stefano Calcagni, brand manager Nintendo, realizzando la mia prima intervista ufficiale. Come vedrete dal video che uscirà nei prossimi giorni, l’agitazione non è stata da meno; tuttavia, dopo un’intera giornata passata a respirare nerdaggine e a perdermi nei mondi virtuali che ogni gioco porta con sé, sono riuscita a raggiungere questo nuovo traguardo con fierezza e soddisfazione (fondamentalmente, ho skillato).
Che dire, questa è stata la mia Games Week: due capannoni pieni di persone entusiaste, musica (c’era anche Radio 105!), sfide brevi e improvvisate o altamente impegnative e studiate, come la finale dell’Overwatch Premier Circuit nella PG Arena; e ancora giochi, euforia e quel profumo dolce di caramelle che aleggiava fra uno stand e l’altro, proprio come nel più onirico dei parchi divertimento.
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