Dopo due mesi di spasmodica attesa arriva, oserei dire finalmente, il quinto numero di Volt – Che vita di Mecha, un volume fondamentale per due ragioni: innanzitutto perché segna il primo episodio completamente inedito scritto da The Sparker; abbiamo infatti scoperto che i primi 4 numeri erano in realtà nascosti in un cassetto ed è solo grazie alla lungimiranza di Saldapress che sono emersi per venire a regalarci momenti di puro spasso e divertimento. Il secondo motivo è che rappresenta la seconda e ultima parte di quello scontro generazionale tra nerd che ha come campo di battaglia la fumetteria.
Recensione
Se ricordate, alla fine del precedente numero abbiamo lasciato Volt alle prese con un arbitraggio fra due differenti generazioni: gli ultra trentenni da un lato e i venticinquenni dall’altro, ognuno con la totale e determinata intenzione di affermare la propria supremazia sugli avversari, ovvero non soltanto il diritto di accedere alla fumetteria, ma soprattutto quello di veder consacrare i propri eroi preferiti quali i migliori della cultura nerd.
Dunque: meglio gli anni 2000 o meglio gli anni 80? Questo scontro ha luogo per turni, come in un perfetto gioco di ruolo, e le due squadre si fronteggiano senza esclusione di colpi mettendo gli uni davanti agli altri i cliché, le sfumature, i paradossi dei loro beniamini: personaggi dei fumetti e dei cartoni animati che hanno accompagnato le nostre generazioni. The Sparker è abilissimo grazie alla sua vena comica con gag raffinatissime e fulminanti a metterne in mostra le contraddizioni: prima con i robot, poi con lo sport (la curvatura del pianeta in un campo di calcio vi ricorda nulla?), infine con le icone sexy.
Insomma: ce n’è per tutti i gusti ed è impossibile, per il lettore, non schierarsi con una delle due parti e tifare accoratamente per la propria squadra.
Così, giusto per fare un esempio, ci vengono mostrate le assurdità fisiche dei robottoni anni ’80, in cui era possibile sparare decine di pugni, e a poco valgono le proteste delle nuove generazioni sulla impossibilità fisica: all’epoca era così che funzionava e chi è stato bambino in quei tempi lo sa bene. Dall’alto dei miei 40 anni devo riconoscere che certi meccanismi erano semplicemente assurdi e capisco che la sensibilità a cui siamo abituati oggi li trovi a dir poco ridicoli; tuttavia è troppo forte l’amore che quelli della mia generazione hanno provato per i vari Mazinga, Jeeg o Voltron, per scendere a compromessi con una fredda attinenza scientifica.
Insomma: The Sparker ci regala, come e più dell’ultima volta, momenti esilaranti raccolti in un volume delizioso e raffinato, divertente ed estremamente intelligente, perché se lo scontro generazionale è un tema che chiunque veleggi tra i social vive quasi quotidianamente, vederlo messo alla berlina in modo così elegante è l’omaggio migliore che si possa fare a chi ha vissuto e vive queste differenze culturali.
C’è un’ultima cosa da dire a proposito del quinto volume di Volt: stiamo per affrontare la fine della prima stagione; con il sesto numero, che uscirà tra due mesi, si chiuderà il primo ciclo di Volt, che quindi si delinea con un’impronta quasi televisiva e ci darà l’occasione di tirare le fila di questo primo anno di vita; ma a mio parere sarà una testata che andrà avanti per molto, molto tempo.
Il materiale, l’abilità dell’autore, l’estro e la fantasia: insomma gli ingredienti per portare avanti questa storia ci sono tutti; il tratto pulito e fresco di The Sparker aiuta la lettura, scatenando la voracità del lettore, che fa vorticare le pagine con la stessa rapidità con cui si fruisce un manga.
Insomma: due mesi sono veramente tanti, per cui non ci resta che goderci questo quinto episodio e aspettare pazientemente il prossimo.
L’uscita del quinto numero di Volt è fissata per venerdì 22 settembre.
Nerdandometro: [usr 4.4]
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