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Death Note – Un adattamento mal riuscito

Recensione

Non sono mai stata particolarmente appassionata di manga e anime, ma ricordo che quando anni fa ho visto il primo episodio di Death Note per caso mi ha rapita fino alla fine. Era molto originale e presentava delle interessantissime sfaccettature della psicologia umana.

Detto ciò, quando ho sentito di una versione cinematografica dell’opera “americanizzata”, mi si sono rizzati perfino i peli che non ho, seppur il fatto che fosse a cura di Netflix mi rincuorasse un po’.

Pochi giorni fa finalmente il remake è stato reso disponibile e ho potuto guardarlo.

Trama

Il nuovo film a cura di Netflix prende ispirazione da un’opera che nasce come manga, a cui segue un anime da 37 episodi.

La trama comune a tutte e tre le trasposizioni è la seguente: uno studente delle scuole superiori di nome Light trova per terra un quaderno con la scritta “Death Note” in copertina. Il quaderno in questione viene lasciato sulla terra dallo Shinigami Ryuk, un demone della morte, per far sì che trovi un nuovo custode che il demone affiancherà. Il quaderno è estremamente potente, scrivendo il nome di una persona e immaginandone il viso si potrà provocarne la morte nei modi più svariati, a patto che siano fisicamente possibili. Light deciderà di usare il quaderno per uccidere crudeli criminali con l’intento di liberare il mondo dal male usando lo pseudonimo di “Kira“.

A contrastare Light entrerà in gioco Elle, un misterioso detective dall’incredibile intelligenza e talento.

Light

Prima cosa che mi ha fatto rabbrividire del film: Light Turner. TURNER. Sono l’unica a pensare che suoni incredibilmente male? Forse perché ero tanto abituata al nome originale, Light Yagami? Non saprei, però in ogni caso non capisco il senso di cambiare solo il cognome e non anche il nome a questo punto, così come alla fine è stato fatto per il personaggio di Mia, l’alter ego di Misa Misa.

Oltre al nome, la scelta dell’attore non mi ha convinta affatto. Light è un personaggio disturbato psicologicamente, uccide centinaia di persone credendo che sia giusto in preda a deliri di onnipotenza, dovrebbe essere un personaggio cupo e incutere un po’ di timore mentre l’attore ha un visino innocentissimo e fa delle espressioni che provocano ilarità ma di certo non paura.

Prendo come esempio la scena in cui incontra per la prima volta Ryuk; ad un certo punto ho seriamente pensato che l’intento fosse di far ridere lo spettatore in quel momento, ma temo che fosse solo frutto della cattiva recitazione dell’attore. Le sue espressioni sono comiche, per esprimere il terrore puro di trovarsi di fronte il demone fa delle vere e proprie smorfie.

Vogliamo parlare inoltre di quando rivela del quaderno a Mia? Hai un quaderno della morte, arriva questa ragazza con cui hai parlato due volte nella vita che ti chiede cosa sia e tu gli dici “Mah sai non so se dovrei dirtelo”, e alla risposta “Mh ok” segue “Dai vuoi proprio saperlo?” e glielo dice. Non sto scherzando né sintetizzando, le frasi si sono davvero susseguite grosso modo in questo modo ed è un dialogo che mi ha fatto letteralmente ridere per quanto è stupido. Un comportamento totalmente illogico da parte di un personaggio che dovrebbe essere molto intelligente e per questo estremamente cauto.

Non parliamo poi della sua acconciatura con ciuffi di capelli ossigenati che mi ha ricordato tanto un Gabry Ponte nel fiore della sua carriera.

Ryuk

Visto che l’abbiamo nominato, faccio due parole anche su Ryuk: Dopo aver visto il film, ho saputo che a prestare la faccia al personaggio c’era Willem Dafoe. Non me ne ero assolutamente accorta. “Ottima idea” ho pensato, è un attore fantastico e la fisionomia del viso è anche simile a quella del demone dell’anime, con la faccia allungata e scavata. Purtroppo però hanno rovinato tutto, la faccia di Ryuk nel film è stata schiacciata e arrotondata, si riconosce a malapena l’attore che ci sta dietro e lo trovo un grandissimo peccato.

Inoltre, hai a disposizione un attore di quel calibro e lo fai vedere per sì e no 10 minuti di film? Che occasione sprecata.

Mia

Mia è molto diversa dalla Misa Misa che abbiamo incontrato nell’anime. Cheerleader invece che cantante, non ha affatto l’atteggiamento da sciocca, è anzi molto intelligente e assolutamente determinata ad ottenere quello che vuole, molto di più quanto lo sia Light a dire il vero. Inoltre nella relazione con Light non è succube per via dell’amore che prova, al contrario lotta per far valere le sue opinioni e a volte è perfino lei a schiacciare il ragazzo, che nel film prova dei sinceri sentimenti per lei e non si limita a sfruttarla per i suoi fini come nell’anime.

Nel film Rem non compare, peccato, un pochino ci speravo!

Elle

Il fatto che per interpretare Elle abbiano scelto un personaggio di colore mi ha turbata non poco. Per me è sempre stato giusto vederlo pallido e smunto, come d’altronde sarebbe chiunque passando le proprie giornate mangiando dolcetti accovacciato su una sedia in posizioni innaturali.

Questo Elle è molto diverso quindi dall’immagine a cui eravamo abituati, ma devo dire che ho trovato la recitazione dell’attore molto convincente quindi nonostante la poca convinzione iniziale mi sono abituata in fretta a questa sua nuova immagine.

Oltre alla nuova veste cambia anche la psiche: L’Elle del film è leggermente più “umano” ed emotivo di quello dell’anime, che in certi momenti sembrava quasi un robot senza sentimenti.

Giappone sì o Giappone no?

Una cosa che mi ha dato fastidio è stato il voler inserire l’elemento “Giappone” a tutti i costi. Se scegli di americanizzare un’opera giapponese, fallo fino in fondo, perché rimanere sospesi fra una cosa e l’altra? Questa mescolanza è molto forzata, così come il fatto che Light scelga comunque il nome “Kira” dando come spiegazione che in giapponese significhi “killer“. Siamo in America e il ragazzo non ha mai avuto alcun interesse alla cultura giapponese fino a quel momento, perché cominciare proprio ora? Ryuk non si è nemmeno presentato come Shinigami, cioè come personificazione della morte nella cultura giapponese, quindi il legame non trova giustificazione nemmeno in quello, sembra completamente casuale.

A parer mio, sarebbe stata molto più interessante la storia di un custode del Death Note che però non fosse Light, con un’altra trama e altri personaggi. D’altronde il Death Note ha svariati custodi che si succedono nel tempo, avrebbe avuto perfettamente senso e non ci sarebbe stato bisogno di snaturare dei personaggi ben costruiti per adattarli ad un’altra cultura e ad altri usi.

Tirando le somme

Anche se è molto difficile, ho provato comunque ad esprimere un’opinione immaginando di non aver visto l’anime. Per quanto sia stato portato a somigliare all’ennesimo teen-movie americano, ho apprezzato gli intrecci finali e gli effetti speciali (a parte la povera faccia spiaccicata di Ryuk) mi sono sembrati ben fatti. Mi sono piaciuti molto gli attori che interpretano Mia ed Elle, li ho trovati convincenti nell’interpretare il loro ruolo.

Come ho già detto, non ho compreso l’intenzione di voler reinventare completamente l’opera volendo però mantenere a tutti i costi degli elementi dell’originale che sembrano estremamente fuori luogo.

Nerdando in breve

Death Note è un nuovo film targato Netflix ispirato all’omonimo manga giapponese in cui un ragazzo entra in possesso di un quaderno della morte in grado di uccidere qualsiasi persona di cui si conosca il nome e il viso.

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