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The Long Dark – Benvenuti nell’apocalisse silenziosa

The Long Dark

Zombi? Alieni? Mostri? Fantasmi? Dite addio al soprannaturale: se volete vivere un’esperienza estrema, dove ogni decisione è cruciale per la sopravvivenza e la morte è letteralmente dietro l’angolo, non avete bisogno di ricorrere al mondo del fantastico. La natura sa essere sufficientemente dura e inflessibile, incapace di perdonare qualsiasi errore, anche il più piccolo ed ingenuo.

Recensione

Dopo ben tre anni passati in early access, l’indie Hinterland Studio porta finalmente a compimento un’opera magistrale, che risponde al nome di The Long Dark.
Spersi a causa di una tempesta magnetica nell’estremo nord del Canada, con l’aereo in pezzi e solo noi stessi su cui contare, ci troveremo a vivere un’esperienza dura ed emotivamente intensa. Inutile indorare la pillola: The Long Dark è un titolo terribilmente impegnativo, ma confezionato talmente bene che ad ogni sconfitta, la voglia di riprovare tornerà ancor più forte a spingerci a giocare ancora ed ancora. Non esagero: se vi piace il genere, siamo di fronte ad un gioco che può tranquillamente tenervi impegnati per settimane e mesi interi.

Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto possiamo scegliere se affrontare la storia episodica chiamata Wintermute, di cui al momento sono disponibili i primi due episodi. Si tratta di un’ottima occasione per familiarizzare col gioco, capirne le dinamiche ed imparare il delicato equilibrio tra raccolta risorse e crafting. Una storia che, oltretutto, non è un banalissimo riempitivo: ha una trama densa di emozioni, sfibrante sia fisicamente che psicologicamente. Nei panni di Will Mackenzie, vittima dell’incidente, dovremo fare il possibile sia per sopravvivere che per trovare la nostra compagna di viaggio, Astrid, con cui condividiamo un doloroso passato che ci verrà svelato poco per volta nel corso del gioco. Se volete farvi un’idea di cosa vi aspetta con Wintermute, l’apocalisse silenziosa, date un occhio al trailer in fondo alla pagina e preparate i fazzoletti.
Il cuore del gioco, però, risiede nella componente survival pura: quanti giorni saremo in grado di sopravvivere là fuori? Dieci? Cinquanta? Cento? E come? A quale prezzo? Ogni singolo passo aumenterà la nostra conoscenza, e quindi la nostra probabilità di sopravvivenza. Ma ogni passo può anche essere l’ultimo.
A nostra disposizione, oltre la modalità “storia”, abbiamo le sfide: sessioni di gioco delimitate nel tempo con obiettivi precisi da raggiungere. Infine la modalità survival in cui “semplicemente” dobbiamo sopravvivere il più a lungo possibile.

The Long Dark

Gameplay

Finora non ho fatto che parlare bene di questo titolo, dando per scontato che vi fidiate di me. Ora, però, passiamo ai motivi per cui The Long Dark merita tutto il nostro plauso.
La prima cosa a colpire è l’assenza dell’interfaccia di gioco: a schermo abbiamo tutta l’immensa, desolante e atterrente vastità del Canada; sconfinata, selvaggia e crudele. Non avendo a disposizione mappe dovremo essere bravi a costruirci i nostri punti di riferimento, sfruttando sia la vista che l’udito per carpire segnali su cosa ci circonda e cosa possa essere una risorsa o un pericolo mortale.
Accedendo alla ruota delle azioni, tuttavia, ecco che l’immensità di cose a disposizione ci viene svelata.
Basandosi sui bisogni primari: mangiare, bere, curarsi, accendere un fuoco, illuminare, cacciare; in questo inventario avremo a disposizione tutte le cose raccolte e pronte per l’uso. Badate bene, ho detto “pronte per l’uso”, ma questo non vuol dire che appena raccolto un animale lo potremo già consumare, anzi: ogni singola cosa deve essere lavorata perché i pericoli sono sempre in agguato. Scuoiare e raccogliere carne dal corpo di un cervo morto ci risparmia sicuramente dalla fatica di cacciare e dal rischio di sprecare munizioni preziose; tuttavia è facile prendersi una malattia a causa della carne corrotta; allo stesso modo sciogliere la neve è un buon modo per procurarsi l’acqua, ma non abbiamo certo a disposizione una bottiglia di minerale: l’acqua deve essere purificata, bollendola, ad esempio, in modo da eliminare i batteri. E per bollirla occorre il fuoco, che si consuma in fretta e deve essere alimentato con combustibile sempre nuovo. E scordatevi di poter accendere un fuocherello ovunque: se c’è troppo vento, se il legno è bagnato, se non avete un acceleratore, beh; andate là fuori, a meno venti gradi, e provate a sopravvivere.

Il crafting, come si sarà dedotto da queste prime parole, è il punto centrale del titolo: si tratta di esplorare, raccogliere (badando a non superare i limiti di peso), conciare le pelli, asciugare i vestiti, rammentare le stoffe, e poi preparare bende, decotti curativi e chi più che ne ha, ne metta. The Long Dark è molto severo: le risorse sono limitate e vanno usate con giudizio e parsimonia, non c’è un solo arbusto da sprecare, non una sola bacca da tralasciare.
Ma la vera sfida è proprio nel capire qual è il giusto equilibro: meglio soffermarsi a cacciare o correre ad accendere un fuoco? Possiamo tralasciare quelle bacche? Porto con me tre conigli col rischio di attirare belve feroci o mi accontento delle scorte di cibo? Sarà prudente avventurarsi in quella fabbrica abbandonata? Avrò luce a sufficienza per esplorarla e uscirne in tempo per trovare un riparo dove dormire?
Sì, perché farsi male è questione di un attimo, basta mettere un piede in fallo; e morire è ancor più facile: tra lupi, orsi, fame, sete e il terribile gelo, ogni singolo momento può essere l’ultimo e ogni singola azione, ogni scelta, è determinate per la nostra sopravvivenza.

Comparto tecnico

La cura maniacale per i dettagli impressa da Hinterland Studio è semplicemente impressionante. Non parlo tanto delle figure umane, stilizzate ma comunque piacevoli, ma proprio dell’infinità di cose a cui hanno pensato e che hanno inserito nel gioco: The Long Dark è un mondo vivo e reale, con concatenazioni di causa ed effetto senza fine, con decine e decine di cose a cui pensare, da ricordare, da tenere in considerazione. Soprattutto mi ha colpito l’incredibile casualità con cui le cose accadono: un luogo visitato un giorno e reputato sicuro, il giorno dopo può essere causa di incontro con un branco di lupi; gli abiti, caldi e che faticosamente abbiamo recuperato e aggiustato, possono bagnarsi a causa di una tempesta e diventare improvvisamente letali vettori di ipotermia; una ferita, apparentemente innocua, potrebbe infettarsi e gli antibiotici non sono facili da trovare; e così via.
Ho già accennato alla struggente bellezza dei paesaggi, che nonostante ripropongano un paesaggio sostanzialmente deserto e innevato, non stancano mai; a questi si aggiunge un comparto sonoro eccezionale che rende davvero l’illusione di essere dentro il gioco. Prestare orecchio è spesso fondamentale per sapere dove andare, o da quale pericolo fuggire: quel verso di corvi potrebbe indicare una carcassa da cui prelevare preziose risorse; quel rumore potrebbero essere i passi di un orso; insomma: tutto è stupendo, tutto è curato all’inverosimile, tutto è dannatamente reale. Veniamo inoltre accompagnati da una delicata colonna sonora, poco invasiva, sapientemente inserita a sottolineare i momenti della giornata o le situazioni vissute.

The Long Dark

Nelle mie sessioni di playtest sono incappato una sola volta in un bug fastidioso: al risveglio da una nottata il mio personaggio era bloccato sopra il fuoco del campo e quindi moriva per le ustioni in pochi secondi. Ho dovuto rigiocare la sezione due volte, e alla fine ho risolto spostando il luogo del falò. A parte questo piccolo neo, però, tutto il resto è filato assolutamente liscio. Ottimo lavoro è stata fatto anche in fase di ottimizzazione dei comandi, che si imparano in un attimo e consentono di vivere l’esperienza senza distrazioni.

Un’ultima nota sulle probabilità di successo, ad esempio, di accendere un fuoco o creare una medicina con le risorse naturali. Tutto è gestito da fattori probabilistici che dipendono sia dalla qualità dei materiali reperiti, sia dall’abilità del nostro personaggio; fortunatamente le skill possono essere potenziare grazie all’esperienza maturata e grazie alla lettura di manuali sparsi in giro per il mondo di gioco; una piccola componente RPG che non guasta mai.

Conclusioni

Se posso riassumere tutto con una parola: magnetico. Ho iniziato a giocare e non riuscivo davvero a smettere. Ogni volta col desiderio di fare un passo di più, di scoprire cosa si nasconde dietro quella collina, con la voglia di cimentarmi e sopravvivere un giorno di più.

Prezzo

The Long Dark è disponibile per PC, Xbox One (che è la versione che ho provato) e PlayStation 4 al prezzo di 34,99 Euro.

Nerdando in breve

The Long Dark è l’esperienza di survival estrema che metterà duramente alla prova chi vorrà cimentarsi.

Nerdandometro: [usr 2.8]

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Trailer

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