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8 motivi per guardare GLOW

Glow

Quando è uscito GLOW su Netflix, il 23 giugno, da brava aspirante wrestler, era scontato che mi lanciassi nella visione. Magari, però, non tutti sono convinti, quindi…

Perché decidere di investire il proprio tempo per guardare i 10 episodi della prima stagione? Ecco otto validissimi motivi per dedicarsi alla visione di GLOW!

È uno show sul wrestling

Vero, esistono altre produzioni che parlano del pro wrestling. Dalle serie ufficiali (come quelle targate WWE, o il nipponico NJPW, o ancora il particolare Lucha Underground, ma non solo) ai documentari, ai film (non posso non citare The Wrestler), c’è materiale in abbondanza per gli appassionati.

Ed è proprio qui che, secondo me, sta il problema. Sebbene alcuni suoi aspetti ormai facciano parte della cultura di massa, il wrestling è principalmente seguito dai grandi appassionati e snobbato, quando non frainteso, dai più. Il più grande pregio di GLOW, a mio avviso, è proprio la capacità di introdurre lo spettatore digiuno al mondo del wrestling. Di mosse non se ne vedono molte, ma il mondo e lo spirito che vengono rappresentati sono molto aderenti. Un ottimo inizio soft per i curiosi!

È fedele allo spirito del wrestling

Nel suo approccio soft, GLOW rende comunque giustizia al wrestling e ai suoi principi di base, perfettamente applicabili anche al wrestling attuale. Una storia semplice e immediata è molto meglio di una specie di romanzo di fantascienza, visto che il pubblico ha solo una manciata di secondi per coglierne gli elementi principali. Per lo stesso motivo, i personaggi devono essere immediatamente comprensibili, specialmente nel loro ruolo di face (i “buoni”) o di heel (i “cattivi”), per cui non serve andare tanto per il sottile. Alla base di storia e personaggi, infine, ci deve essere una base di duro allenamento, collaborazione e consapevolezza di ciò che si sa fare, perché è sempre meglio una mossa più semplice, ma fatta bene, che una più complicata, ma di cui non si ha la completa padronanza. Alla fine dei conti, come insegna Bash, il produttore, lo scopo finale è quello di far divertire e appassionare il pubblico, ed è una lezione importantissima da imparare.

Glow

È uno show sul wrestling femminile

Se il wrestling non è per tutti, quello femminile men che meno! Sia nelle piccole che nelle grandi federazioni e scuole (anche italiane, lettori di poca fede) ci sono generalmente delle lottatrici, e negli show ci sono degli incontri al femminile, ma ovviamente sono minoritari. Male! Il wrestling femminile è coinvolgente e convincente proprio come quello maschile, se non scade nel volgare gratuito.

GLOW, in chiave leggera, racconta il wrestling femminile come era negli anni ‘80, ossia più umoristico e meno realistico di quello attuale. Lo fa però con accuratezza e lanciando un messaggio importante anche adesso per le donne e non solo: il nostro corpo è più forte di quanto noi crediamo e, col giusto allenamento, siamo capaci di fare di tutto. Anche di venire schiantati a terra con un bel body-slam. E lo dicono anche le attrici! Perché infatti…

Non ci sono stuntman

…le mosse che si vedono nella serie sono (quasi tutte) eseguite proprio dalle attrici! Attrici che, vorrei ricordare, non avevano alcuna esperienza pregressa di wrestling. Guidate dal wrestler Chavo Guerrero Jr. (nipote di uno degli allenatori del G.L.O.W. originale Mando Guerrero), le attrici si sono allenate duramente, esattamente come i loro personaggi, per imparare tecniche, mosse e movimenti sul ring.

Il wrestling che si vede in GLOW non è tecnicamente eccellente, ma è giusto così da ogni punto di vista: attrici non esperte che interpretano personaggi non esperti, eseguendo le tecniche che riescono loro meglio. E il risultato è notevole. A questo punto, ho delle buone aspettative per la seconda stagione!

Alison Brie

Parlando delle attrici, non posso non citare la protagonista come ottimo motivo per guardare GLOW. Alison Brie è fantastica ed è perfetta per interpretare Ruth, che è, a conti fatti, il centro motivazionale della storia. Ho trovato azzeccato tutto il cast, ma lei è quella che mi è rimasta nel cuoricino.

Il G.L.O.W. originale

Quando ho iniziato a guardare GLOW e mi sono informata sullo show originale, la domanda che mi è sorta spontanea è “perché nessuno aveva mai pensato prima a fare una serie del genere?”

G.L.O.W., Gorgeous Ladies of Wrestling, andò in onda dal 1986 al 1991. Le lottatrici, attrici scelte più per il loro look o la loro capacità attoriale che per la loro abilità nel wrestling, erano personaggi esagerati e coloratissimi, con nomi fantastici di impronta patriottica. Dopo sei settimane di allenamento, venivano divise tra le Good Girls (la cui manager era niente di meno che Jackie Stallone, la madre di Sylvester Stallone) e le Bad Girls, e poi via con i match! Rispetto agli altri show, il G.L.O.W. degli anni ‘80 era un comedy wrestling, che puntava più sulle battute che sul realismo dei match, e in effetti si vede anche solo dalle foto di repertorio (ma sono comunque curiosa, quindi credo che andrò a cercarmi qualche match).

Insomma, con queste premesse, come non renderlo una serie TV?

Glow

I mitici anni ’80

Chi è nostalgico degli anni ‘80 non può farsi mancare questa serie. GLOW è molto accurato: il trucco, l’abbigliamento, i costumi indossati sul ring, tutto è studiato nei dettagli. Per chi se ne intende, anche le mosse di wrestling sono perfettamente anni ‘80!

La colonna sonora

La colonna sonora ci fa immergere nella già citata atmosfera anni ‘80. Opening ed ending delle varie puntate, in particolar modo, sono canzoni di artisti storici, fra cui Barbra Streisand, Scorpions, Tears for Fears e Queen. Una colonna sonora di tutto rispetto!

E voi avete già visto GLOW? Cosa ne pensate?

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