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Volt – Che vita di Mecha #4 – Non è un negozio per vecchi

Volt che vita di mecha!

Alzi la mano chi non vorrebbe avere un amico che lavori, o meglio che gestisca una fumetteria. Non so voi, ma se io avessi questa fortuna probabilmente passerei le mie giornate accanto a lui, sarei anche disposto a dare una mano ogni giorno, a lavorare gratis pur di respirare un po’ di quell’area mistica e meravigliosa che aleggia nel tempio del fumetto, la nostra seconda casa in pectore.
Ed è proprio da questo sogno nel cassetto (probabilmente per coloro che de facto non lavorano realmente in uno comic store), che parte The Sparker nel narrare le vicende di Volt, giunto finalmente al quarto volume.

Recensione

Sono sincero: dopo la leggera flessione di ritmo patita nel terzo volume, ero abbastanza curioso di scoprire se il livello sarebbe tornato a quello dei primissimi numeri.
L’avvio lento, seppur con deliziose citazioni da I cavalieri dello zodiaco, mi ha lasciato interdetto: temevo, infatti, che la verve esplosiva che mi ha fatto amare questo fumetto, si fosse già esaurita.
Tuttavia, superate le prime pagine, il racconto è letteralmente esploso: mi sono scoperto ad annuire ad ogni vignetta, a ridere, a leggere e rileggere le pagine per assaporare ogni dettaglio, cercando invano di resistere al vortice narrativo che spinge a divorarsi il fumetto e far chiedere disperatamente “ancora” ormai giunti alla fine.

Ma qual è il punto che tanto mi ha entusiasmato? Si parte con l’introduzione di tre nuovi personaggi: figuri palesemente minacciosi che sembrano voler attentare alla vita del povero Volt. Chi sono davvero? La tentazione di raccontare tutto e scendere i dettagli è fortissima, ma eviterò per non rovinarvi la sorpresa. Lascio a voi, quindi, il compito di scoprire cosa accade, fino a quando non vediamo Volt nuovamente alle prese con la pittoresca clientela della fumetteria.
Ed ecco che arriva il pezzo forte: la rappresentazione metaforica (ma nemmeno troppo) dello scontro generazionale.
Se avete meno di trent’anni vi sarà sicuramente capitato di avere a che fare con dei matusa che quando voi parlate di manga citando i vostri personaggi preferiti, non hanno la minima idea di cosa stiate parlando. O peggio: che non hanno idea di cosa sia il cosplay o che lo ridicolizzano.
Se avete più di trent’anni invece, vi sarà sicuramente capitato di dovervi confrontare con dei bimbiminkia che collezionano cose assurde e non hanno idea di chi siano i mitici robot degli anni ’70 o che non si sono mai commossi leggendo le disavventure di Candy Candy.
Ebbene: Non è un negozio per vecchi mette in scena proprio questo scontro, e lo fa senza esclusioni di colpi, compresi quelli bassi, compresi quelli proibiti. Diverse generazioni che tentano di primeggiare l’una sull’altra nel tentativo di affermare il proprio diritto a frequentare il tempio, scacciando gli infedeli.
Da qui nascono un mare di citazioni, riferimenti, omaggi a tutto ciò che è cultura nerd. Alcune tavole, non esagero, sono da pelle d’oca.

Considerazioni

“Non sono vecchio: sono analogico”.
Non voglio girarci attorno: ho quarant’anni e sono nerd da più di tre quarti della vita (alcuni direbbero che nerd ci si nasce). Mi sono trovato molte, troppe volte nelle condizioni di non riuscire a sostenere un discorso con appassionati di serie tv/videogiochi/fumetti appartenenti ad un’altra generazione. Il gap è notevole e, a tratti, insormontabile.
Leggere Non è un negozio per vecchi mi ha letteralmente fatto rivivere tutte quelle situazioni e l’ha fatto con lo stile unico di The Sparker, con quell’ironia che permea Volt in ogni sua tavola e che mi fa contare i giorni che mancano all’uscita del prossimo numero.
In questa occasione, oltretutto, abbiamo la prima avventura divisa in due parti, per cui l’attesa sarà ancor più spasmodica. Dovremo infatti aspettare altri due mesi per scoprire quale generazioni uscirà vincitrice dallo scontro, e come decretare il vincitore ultimo se non attraverso il gioco di ruolo?
Insomma: se l’appetito vien mangiando, Volt mette al lettore una fame tremenda.

Nerdando in breve

Volt – Che vita di Mecha torna alle grandezze del primo numero, porta avanti la trama orizzontale del protagonista aggiungendo altre tessere al mosaico, regalando un’avventura esplosiva.

Nerdandometro: [usr 4.0]

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