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Get Even – Nel vortice della follia

Get Even

Recensione

Cole Black è un ex militare riconvertitosi al ruolo di security. Non sappiamo molto di lui, in partenza, se non che si trova nei pressi di un manicomio abbandonato dove una ragazza è stata rapita ed è tenuta prigioniera con una bomba legata al collo. Cole tenterà un’azione di infiltrazione per liberarla e salvarla, ma non tutto va esattamente come previsto e la bomba esplode.
Da questo momento inizia un vortice di follia fatto di ricordi frammentati, indizi da scovare e analizzare, ambienti opprimenti da esplorare e nemici da abbattere; il tutto nel disperato tentativo di ricomporre un intricato puzzle mnemonico, cercando di dare un senso a quanto Cole vive e rivive in prima persona, sperando infine di comprendere cosa sia realmente accaduto.
In questo viaggio, fisico e mentale, Cole viene “aiutato” o per meglio dire “pilotato” da un misterioso figuro di nome Red, che ha innestato nel suo cervello un dispositivo che gli consente di esplorare i ricordi; sfortunatamente si tratta di un marchingegno prototipale e le tempeste mnemoniche, disorientanti già di per sé, spingono Cole verso un abisso di follia ed emozioni travolgenti, intaccando le convinzioni del protagonista, facendolo dubitare di cosa sia reale e cosa no, mescolando i propri ricordi con quelli altrui, annientandolo sotto il peso di sentimenti opprimenti come la colpa, il terrore, lo smarrimento.
Esplorando queste simulazioni mnemoniche, guidati a far congetture dalla voce di Red, arriveremo a dubitare di noi stessi: chi è il paziente del manicomio, Cole o Red? Chi è la vittima e chi il carnefice? Sequenze altamente disturbanti ed emotivamente ricche di pathos ci accompagneranno per le 10/15 ore necessarie per completare questo titolo dall’altissimo potenziale emotivo.

Gameplay

Get Even è un titolo che sfugge dalle normali classificazione dei videogame: è di base un gioco esplorativo, ma non disdegna le sezioni stealth né le contaminazioni da corridor shooter. In pratica è un sofisticato walking simulator in cui avremo modo di concentrarci sulla storia, grazie ad una narrazione solida ed intrigante, realizzata con grandissima cura ed attenzione per i dettagli.
Una delle cose che caratterizzano il titolo in modo positivo è l’implementazione dello smartphone come strumento di analisi ed esplorazione. Potremo infatti usare il device, alternandolo alle armi, per consultare la mappa, illuminare il percorso, seguire tracce ematiche e soprattutto scannerizzare gli indizi, così da aiutarci nella nostra indagine e ricostruire la mappa mentale di quanto accaduto: accedendo ad un loci et imagines in cui vengono raccolti i frammenti mnestici, potremo rivedere i ricordi esplorati e, nel caso in cui riuscissimo a rintracciare tutti i frammenti, accedere ad nuovo livello mnemonico in cui scoprire ulteriori retroscena.
A fronte degli aspetti esplorativi narrativi, che sono il cuore pulsante di Get Even, abbiamo come accennato la possibilità di scegliere come affrontare i nemici. Il titolo suggerisce un approccio stealth, ma nulla ci vieta di dar fuoco alle polveri e iniziare a sparare come forsennati. A tal proposito è interessante l’introduzione dell’arma “curva” che ci consente di colpire gli avversari da dietro gli angoli, sfruttando quindi comodi ripari e un’AI dei nemici decisamente poco accurata.
Un’ultima parola va spesa per il protagonista del gioco, o meglio: i protagonisti. Quando tutto sembra ormai consolidato, infatti, ci troveremo a giocare nei panni di Red, e a rivivere i medesimi ricordi da un altro punto di vista. Scelta davvero intrigante, segno che gli sviluppatori non sono obbligati a seguire i soliti canoni prefissati e che esplorare nuove vie, sperimentare, è ancora possibile. Ed è altamente premiante.

Comparto tecnico

Tecnicamente parlando, Get Even è un titolo dalle due facce. Dal punto di vista grafico nulla da dire: gli ambienti sono ben disegnati e anche se talvolta il rendering non è di primissima qualità, stiamo comunque parlando di un titolo low budget, per il quale non si può certo storcere il naso. Anzi, alcuni scorci del manicomio sono davvero intriganti e lasciano il segno.
Ma il vero punto di eccellenza per questo gioco sviluppato dai polacchi di The Farm 51, è sicuramente il comparto audio. La colonna sonora, composta dall’artista Olivier Derivière (Obscure, Alone in the Dark, The Technomancer, Remember me) è di primissimo ordine, superiore persino a tanti Tripla A con cui ho avuto a che fare. La soundtrack ha la capacità di farci immergere al 100% nell’orrore viscerale che il nostro protagonista sta vivendo. Un mix di musica elettronica ed orchestrale che sottolinea in modo perfetto i momenti più concitati, così come quelli esplorativi in cui ci stiamo avvicinando al clou e riesce a far salire l’ansia nel giocatore, scatenando scariche di adrenalina; per poi, magari, sparire di colpo con un sapiente mix cinematografico davvero da manuale.
Da gustare rigorosamente in cuffia, senza distrazioni di sorta.
Dopo le giustissime lodi, viene ora il momento di parlare di quelli che sono difetti macroscopici che affliggono questo titolo distribuito da Bandai Namco.
Ho già accennato alla IA degli avversari: in effetti gli scontri sono piuttosto banalotti e ripetitivi, non è raro vedere i nemici alzarsi e abbassarsi dai ripari mettendosi a disposizione come avversari; oltretutto non hanno strategia di attacco o accerchiamento, si limitano a stare più o meno in zona, magari dietro qualche riparo.
In queste sessioni, oltretutto, capita di vedere degli enormi cali di framerate, davvero un peccato.
Alla luce di questi elementi, mi viene da domandarmi se non sarebbe stata una scelta migliore eliminare questa componente shooter e magari investire ancora un po’ di risorse extra nel potenziamento della parte investigativa.
Alla fine lo spara-spara non aggiunge nulla all’economia del titolo e anzi, risulta indubbiamente il suo lato più debole.

Get Even

Get Even è disponibile per PC, PlayStation 4 ed Xbox One al prezzo di 29,99 Euro.

Nerdando in breve

Get Even è un first person shooter narrativo ed esplorativo, dalle tinte cupe e disturbanti. Un ottimo titolo da avere, anche se con qualche difetto tecnico su cui è comunque possibile chiudere un occhio.

Nerdandometro: [usr 3.0]

Trailer

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