Recensione
Quando ero piccolo uscì La Mummia con Brendan Fraser, uno di quei film che non ho mai tenuto in conto quando penso ai film migliori che io abbia visto, ma che quando Italia Uno lo passava per la milionesima volta non mi dispiaceva mai riguardare.
Considerando questo sono andato a vedere il nuovo La Mummia con Tom Cruise con un certo ottimismo: ciò che mi aspettavo era un film sulle stesse tonalità del primo, con un’azione intensa, una comicità semplice e personaggi magari mono-dimensionali ma che si fanno apprezzare immediatamente. Insomma, uno di quei film che da bambino adori e che poi crescendo diventa uno di quelli da guardare “quando vuoi spegnere il cervello per un paio d’ore”: lineari, semplici, con un buon ritmo ma senza grandi sconvolgimenti.
Ebbene, quello che mi sono trovato davanti è invece un film che va in cento direzioni differenti e manca di quella coerenza intrinseca che invece il suo predecessore aveva ben chiara. Cerchiamo di analizzare il perché.
Trama
Innanzitutto la trama. L’idea di base, senza scendere in spoiler, è quella che ci si aspetta: un tipo tosto ed un’archeologa trovano il sarcofago con un’antica mummia egizia che però è stata maledetta; in questo caso però i ruoli sono rovesciati: la mummia è di una donna ed il tipo tosto è l’amante prescelto della millenaria signorina. Inoltre, per ragioni ignote ci sono di mezzo i Cavalieri Templari, un’aggiunta di cui non si sentiva affatto il bisogno e che non dà niente di significativo alla trama se non una scusa per ambientare la maggior parte del film a Londra.
La storia in sé quindi dovrebbe essere semplice (l’unica struttura aggiunta è l’introduzione degli elementi che serviranno per l’universo esteso, ma di cui parlerò più avanti), tuttavia troppo spesso risulta essere invece semplicistica: i personaggi arrivano in determinati punti o fanno determinate cose senza nessuna spiegazione apparente. Ora, questo è un fattore comune a quasi tutti i film, per carità, in La Mummia però avviene così spesso da diventare frustrante ed è segno di una sceneggiatura raffazzonata e di una regia insufficiente (regia tra l’altro che si diverte a riproporre le stesse scene dell’Antico Egitto più o meno un miliardo e mezzo di volte).
Detto ciò, le aspettative sulla trama non è che potessero essere chissà quali: alla fin fine la storia è quella che è e, come detto in precedenza, il fatto che sia lineare e semplice in sé non è un difetto.
L’innovazione vera di questo film doveva arrivare sulla narrativa, ovvero: in una storia già vista e conosciuta, qual è la visione ed il messaggio che gli autori vogliono far passare? Di che colori vogliono tingere una tela sulla quale il disegno è già marcato ed evidente?
È sotto questo aspetto che secondo me il film pecca di più: da un lato pare voglia prendere una piega più seria, facendoci vedere il dramma di un uomo che già di suo sembra moralmente ambiguo, colpito da una maledizione che lentamente consuma la sua sanità mentale e mette a dura prova la sua capacità di compiere scelte; quindi sembra che voglia essere un film per certi versi più serio, dai confini meno marcati tra eroe e cattivo. Dall’altro lato però si hanno larghi tratti in cui il personaggio di Cruise è del tutto simile a quello di Fraser, il classico eroe americano che è sì narcisista ed interessato al profitto personale, ma si vede come in realtà sia un buono sin dall’inizio.
Questa dualità chiaramente incoerente emerge in maniera tragica nel susseguirsi delle scene del film, con sequenze da thriller-horror ed altre da action movie del sabato pomeriggio che si susseguono senza soluzione di continuità.
Per quanto riguarda i personaggi, il lavoro di scrittura, come per la regia, sembra essere stato svolto con molta pigrizia.
I personaggi
Nick, il personaggio interpretato da Cruise, come detto dovrebbe essere “moralmente ambiguo”, tuttavia questa percezione non emerge spontaneamente dai dialoghi e dalle situazioni (semmai viene da pensare che sia il classico americano imbecille “faccio tutto io, alla faccia di pericoli ed avvertimenti”), quanto piuttosto dal fatto che gli altri personaggi e lui stesso non fanno altro che ripetere che lo è, un classico esempio dove la basilare regola dello “show, don’t tell” è andata a farsi benedire. Inoltre sinceramente il casting di Cruise come protagonista, al di là degli scopi commerciali, mi è sembrata un’idea piuttosto controproducente per il personaggio che avevano in mente gli autori.
Annabelle Wallis, che interpreta l’archeologa, non è nemmeno giudicabile, vista la piattezza quasi fastidiosa del suo personaggio, completamente in balia degli eventi e presente solo come riferimento morale e mentale di Cruise, oltre al fatto che sembra essere dotata di teletrasporto. La Mummia è del tutto trascurabile ed ha una backstory piuttosto ridicola nella sua banalità.
I personaggi che si salvano sono forse il Jekyll interpretato da Russell Crowe, ma più per meriti dell’attore australiano che altro, e Veil, il “socio” di Cruise interpretato da Jake Johnson (tra l’altro, Johnson per me è sempre e solo Nick di New Girl per cui ogni volta che chiamava “Nick”, cioè Tom Cruise, il mio cervello si impallava per qualche secondo).
In conclusione
Infine, un motivo d’interesse di questo film era sicuramente il fatto che doveva introdurre il Dark Universe, ovvero quest’universo esteso con vari mostri presi da romanzi e film classici. Di per sé quest’operazione, che è chiaramente commerciale e che vuole cavalcare l’onda del successo del MCU, a me non dispiace: di film con i “mostri” (da Dracula a Frankenstein) ce ne sono a decine per cui l’interesse nel produrre delle nuove pellicole che dovessero introdurre ogni volta tutto il setting è relativamente basso. La possibilità invece di sfruttare una base consolidata e di potersi quindi buttare direttamente sulle specificità di ogni film la considero un aspetto indubbiamente positivo.
In La Mummia non vi sono però grandi riferimenti per ora, se non in un paio di scene in cui è presente Crowe, che dovrebbe essere una sorta di Nick Fury per questo universo, quindi non consente giudizi ulteriori. Tuttavia, vista la scarsa qualità di questo primo prodotto sinceramente le aspettative per il successo di questo esperimento sono per me calate a picco.
Nerdando in breve
La nuova versione di La Mummia con Tom Cruise aveva una pista semplice da seguire: fare un film divertente, con personaggi piacevoli e la giusta dose di azione. Tuttavia fallisce totalmente, dando l’impressione di voler andare in troppe direzioni contemporaneamente e combinando scelte di casting sbagliate ad una sceneggiatura ed una regia poco curate, se non pigre.
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