Potrebbe andar peggio. Ad esempio potrebbe piovere.
Oppure, più banalmente, la ressa di avventori psicopatici della fumetteria potrebbe non essere la cosa peggiore che ti possa capitare.
Ed è esattamente quello che il nostro piccolo mech Volt, aspirante fumettista condannato all’inferno del bancone, sta per scoprire.
Recensione
Arriva, dopo due mesi di spasmodica attesa, il terzo volume di Volt – Che vita di Mecha, che tanto ci è piaciuto nelle sue due prime uscite. In questo terzo volume, dal titolo evocativo Pandemonio! scopriremo cosa si nasconde dietro il delicato processo di approvvigionamento delle scorte fumettistiche. Nella vita di Volt appare quindi un nuovo oscuro personaggio, Blackspot, che si occupa appunto di rifornire il negozio; ma siccome nulla è semplice e lineare in ciò che circonda la vita del nostro piccolo protagonista, scopriremo che Blackspot è un gigantesco panda che usa tecniche di arti marziali per posizionare i fumetti negli scaffali, ed è dotato della medesima orientale disciplina nel gestire la precisione dell’ordinamento.
Volt dovrà quindi non solo imparare dal nuovo maestro la via del fumetto ordinato, ma anche far fronte alla ressa di clienti che, tra caroselli sempre più improbabili e grotteschi, faranno il possibile per devastare la religiosa sacralità del tempio-fumetteria.
In questo (in)delicato equilibro, scopriremo come Volt sia capace di tecniche degne del re di Hokuto, naturalmente in chiave surreale e declinata nella particolarissima autoironia del suo autore, The Sparker.
Considerazioni
Come giustamente introdotto dal direttore di SaldaPress Andrea Ciccarelli, siamo di fronte ad un numero delicato. Il terzo volume segna una sorta di passaggio iniziatico, un incrocio in cui i nodi devono iniziare a venire al pettine e dove i lettori attendono al varco per scoprire se l’exploit dei primi numeri è destinato a spegnersi o se la serie ha il giusto potenziale per diventare qualcosa di importante.
Ad onor del vero, questo volume è meno brillante dei due precedenti: accusa un po’ di lentezza nella trama e la figura del panda non convince al cento per cento, scadendo un po’ nella macchietta. Vero anche che il binomio Panda-Arti marziali, inizia ad essere qualcosa di già visto troppe volte.
Non per questo, tuttavia, si tratta di un’opera di poco valore. Il volume si legge tutto d’un fiato e, una volta terminato, si torna all’inizio per rigustarsi tutti i piccoli dettagli e le citazioni che la mano sapiente di The Sparker continua a regalare pagina dopo pagina. Ottimo anche il cliffhanger finale che sembra lasciar intendere grandi cose negli albi a venire.
Sull’economia globale del numero, inoltre, ho apprezzato la giusta alchimia tra nuovo e vecchio: l’arrivo degli avventori ha introdotto nuove tipologie di clienti e riproposto alcuni “classici” villan della serie, in un’ottima miscela che non stanca e tiene viva la curiosità.
Non resta quindi che attendere un paio di mesi per scoprire quale oscuro destino attende il nostro povero Volt.
Nerdando in breve
Volt – Che vita di Mecha è un prodotto di ottimo livello, forse leggermente sotto le aspettative con questo terzo numero, ma continua a conservare un grande potenziale.
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