Clack: Negli ultimi anni la moda dilagante ad Hollywood e dintorni sembra essere quella di prendere un’idea vincente del passato e riproporla in salsa più o meno aggiornata. Gli anni Ottanta, per il cinema, sono stati una fucina di creatività e innovazioni, siamo d’accordo, ma c’è davvero bisogno di saccheggiarli a piene mani per produrre un film di successo? A mio parere questo riproporre all’infinito prodotti cult è frutto di un impigrimento generale di produttori e sceneggiatori e, nella maggior parte dei casi, si traduce in un maldestro tentativo di eguagliare l’originale. Quindi no, per me non abbiamo davvero bisogno di tutti questi remake, quanto piuttosto di idee originali che sappiano magari prendere spunto e omaggiare i cult che tutti amiamo senza copiarli o scimmiottare (vedi, in questo senso, l’esperimento riuscito di Guardiani della Galassia).
FrankieDedo: Il remake è un argomento delicato, che va visto caso per caso. Certe volte è completamente superfluo, altre volte è un gradito presente. Credo che i remake (o reboot) abbiano senso quando il prodotto che si va a rifare non sia estremamente caratterizzato dai personaggi, dalla storia o dall’impronta degli autori che lo hanno definito in primis e che magari meriterebbero una rinfrescata a livello tecnico. Mi giunge subito alla mente il genere dei “mostri” e quindi film come Godzilla, King Kong e compagnia bella. Questa visione vale soprattutto per i film, ma meno per i videogiochi, dove mantenere personaggi e trama è facile e un aggiornamento tecnico e grafico rende nuovo un prodotto che già conosciamo. Il remake diventa inutile, o quasi fastidioso, quando si vuole semplicemente adattare alla nostra epoca e ai nostri gusti qualcosa di già riuscito, qualcosa che almeno all’apparenza risulta un successo evergreen. Peccato che spesso il successo può essere legato al contesto storico e sociale o alle affinità del pubblico che dopo 20 anni possono anche cambiare. Qualcuno ha detto Ghostbusters? Atto di Forza? Ci sono poi tentativi a metà, prodotti che potrebbero trovare nuova vita in un remake, ma che si perdono nella mancanza di ispirazione. Penso a Robocop, un film che avrebbe potuto giovare tantissimo da una visione critica della società tecnologica moderna, ma che è risultato poi solo un blando film d’azione, privato anche della caratteristica regia di Paul Verhoven.
Insomma, il remake non va bocciato a priori, ma i produttori dovrebbero pensarci due o tre volte, prima di fare una brutta copia di un titolo già riuscito.
Giakimo: Parto dal presupposto che i remake nel cinema si sono sempre fatti, quindi l’ondata attuale non è niente di nuovo. Per cui non è che io sia contrario a priori, molti film che mi piacciono parecchio sono remake e ci sono tanti insospettabili remake. Ma c’è un però.
Ipotizzo che il fastidio maggiore per molti è il rifacimento di film con cui si è cresciuti e un po’ lo capisco. Non credo che riuscirei ad accettare un remake de I Predatori dell’Arca Perduta o di Ritorno al Futuro. Non tanto per l’idea in sé di rifare un film che amo, ma perché (e questo è il mio problema maggiore coi remake attuali) la maggior parte di questi remake sono film senza ambizioni, si limitano a ricopiare la fonte originale senza possederne la forza né la freschezza originale, ma solo più effetti speciali. Sono film in larga parte fatti da mestieranti e sono film pilotati dagli studios, mentre le pellicole originali erano magari anche qualcosa in più perché erano progetti personali dei registi o perché c’erano dietro delle idee vere.
La differenza tra La Cosa di Carpenter (per citare il più famoso del ristretto club dei ‘remake migliori dell’originale’) e Ghostbusters di Feig non è solo che Carpenter è un grande regista e Feig un mezzo cane, ma che Carpenter osa e ha un’idea di cosa vuole cambiare e modernizzare, Feig si limita a copiare pari pari l’originale sperando che bastino più effetti speciali e il cambio di sesso dei personaggi principali.
Quindi, va bene fare remake, ma almeno fateli bene e in maniera originale.
Giando: Sinceramente? No. Ok, magari rinfreschiamo la grafica, magari rinfreschiamo il personaggio, magari contestualizziamo un po’ più con i tempi correnti… ma di vedere sempre la stessa storia ne ho sempre meno voglia! È anche vero che l’originalità è merce sempre più rara, ma allora che studiare a fare cinematografia, miei cari registi e sceneggiatori.
jedi.lord: Remake sì, remake no. Sinceramente sono combattuto: viviamo nell’epoca in cui stanno mettendo mano a tutti quei miti con i quali la mia generazione è cresciuta, e parlo sia di cinema che di videogiochi. Ecco, è proprio qui che la mia indecisione si accentua.
Generalmente sono molto meglio disposto nei confronti dei remake videoludici che di quelli cinematografici, perché se i primi vanno a rendere disponibili dei capolavori del passato per i sistemi moderni e per la nuova generazione di utenti, i secondi molto spesso risultano essere mere operazioni commerciali che snaturano la magia dentro le pellicole originali.
Attenzione: non sto dicendo che i remake videoludici li facciano per bontà d’animo e anzi, trovo che sbandierare i remake come grandi uscite per giustificare un esborso ex-novo e far vedere che una data console abbia un parco giochi molto più ampio sia quantomeno discutibile (si, tipo Skyrim di cui hanno fatto 8000 edizioni, ecco). Però di solito si tratta di operazioni di maquillage consone e che non vanno a toccare ciò che era il cuore dell’opera.
Per concludere: remake sì o no? Diciamo meglio quelli videoludici. Quelli cinematografici li affronto con i piedi un po’ più di piombo.
LC: Sono assolutamente a favore dei remake. Penso sempre che se fanno schifo li si può bellamente ignorare e non intacchino minimamente la validità dell’opera precedente (come invece potrebbe accadere con dei sequel). L’unico difetto che vedo nel fare remake è che tolgono risorse a progetti nuovi, ma per averle basterebbe eliminare tutte le schifezze non-remake che vengono fatte.
Morgana: Non capisco che senso abbia continuare a fare remake su remake, soprattutto di film che sono già belli e ben fatti così come sono. Le idee nuove scarseggiano purtroppo…
Penny: Onestamente non ho una vera e propria opinione sulla necessità dei remake. Da una parte so che alle persone più stagionate possano dare fastidio, d’altronde se si azzardassero a fare un remake di Harry Potter non credo riuscirei a guardarlo, nemmeno se aggiustassero quei dettagliucci tipo il ben noto “says he calmly”, perché per quanto possa venire bene comunque non sarebbe quello con cui sono cresciuta. Dall’altra apprezzo il fatto che colleghino le nuove generazioni alle vecchie: non sempre si riescono ad avere nuove idee e se quelle precedenti sono ancora appetibili, piuttosto che fare una “falsa novità” ha più senso riproporre vecchie glorie, con però nuovi mezzi e tecnologie che le valorizzino.
Tencar: Sì, ne abbiamo bisogno. È bello poter godere nuovamente di titoli che mi hanno entusiasmato da ragazzino ed è bene educare le nuove generazioni con dei prodotti più vicini ai loro gusti, riproposti in salsa moderna e realizzati bene (no abomini, please!).
Abbiamo però bisogno anche di nuove idee: il giusto equilibrio non guasterebbe.
Wiwo: Remake sì, remake no? A mio parere, remake dipende. C’è necessità di riportare alla ribalta una storia perché, in qualche modo, è di nuovo attuale, ma va adattata al palato del pubblico odierno? Ben venga il tentativo.
Ciò che mi lascia più dubbiosa riguardo alla recente tendenza al remake è il fatto che, spesso, mi sembra che lo scopo non sia tanto reinterpretare o dire qualcosa di nuovo, quanto coinvolgere il maggior pubblico possibile appellandosi alla nostalgia, senza cambiare niente di rilevante. Per carità, funziona e può piacere, ma a volte mi viene da chiedere se non se ne poteva fare a meno.
Insomma, remake sì, ma con criterio e, possibilmente, nuovi contenuti. La cosa divertente è che, essendo io una purista, potrei lamentarmi in ogni caso, ma è il principio che conta!
Zeno2k: Remake di film, di serie tv, di giochi. Remake di qualsiasi cosa mascherati da qualcos’altro: film che diventano serie, libri che diventano serie, serie che diventano libri. Va bene: il problema è la scarsità di idee e la difficoltà di trovare qualcosa che vinca contro una concorrenza sempre più agguerrita. Ovvio che nel tentativo di andare sul sicuro (dal punto di vista di ascolti e quindi di introiti), si cerchi di pescare nel già noto, nel già apprezzato.
Ovvio anche il tentativo di attirare verso vecchi franchise di successo pletore di nuovo pubblico, dimenticando che spesso l’eccezionalità di un evento non è replicabile semplicemente mettendo un nuovo attore e cambiando un po’ di pedine sul tavolo. Gli esempi si sprecano, quelli fallimentari anche di più.
La verità è che bisognerebbe chiedere a chi non ha mai visto l’originale cosa ne pensa del remake (che per lui remake non è, quindi) e smettere di puntare sull’effetto nostalgia perché, sinceramente, ci ha davvero stancato.