Recensione
Per il ciclo “bestemmie come se piovesse”, oggi parliamo di un titolo che, a detta di molti, è la concretizzazione di un Dark Souls in 2D. Ho giocato troppo poco a Dark Souls per permettermi di affermare lo stesso con assoluta certezza, ma non posso negare che i paesaggi e i nemici lo ricordino incredibilmente anche ad una novizia del genere come me.
Il gioco in questione è Salt and Sanctuary, un action RPG bidimensionale, creato dai due coniugi fondatori di Ska Studios. Mi ha colpito davvero molto il fatto che un prodotto del genere venga fuori dal genio di due persone sole.
Parto subito dal grosso difetto di questo gioco, in quanto dovrete averci a che fare praticamente da subito: la traduzione in italiano, frutto di un traduttore automatico. Questo mi ha resa un po’ incerta sulla trama, non essendo sicura di averla compresa ho dovuto riguardarmi la parte iniziale in inglese per accertarmi di non scrivere castronerie terribili.
Trama
All’inizio di Salt and Sanctuar mi viene spiegato che c’è una guerra in corso da centinaia di anni. Avrò il compito di portare la principessa nel regno nemico per un matrimonio combinato che porterà finalmente la pace. A questo punto sono stata brutalmente catapultata nel gioco: mi sono trovata su una nave in procinto di affondare e un marinaio mi ha spiegato che ci hanno attaccati per rapire la nostra protetta. Un gigantesco mostro si è avventato su di me dopo pochi passi e nella sequenza successiva mi sono ritrovata su una spiaggia, svenuta, con un unico scopo: ritrovare la principessa.
Gameplay
Prima di iniziare si potrà creare il personaggio e assegnargli una classe, ma ciò non significa che ci saranno limitazioni per tutto il gioco a determinate armi ed abilità: si potranno benissimo acquistare armi che non hanno niente a che fare con la classe scelta inizialmente e sperimentare così in lungo e in largo senza bisogno di creare svariati salvataggi diversi.
Il punto forte di Salt and Sanctuary è che non può essere noioso: si troveranno sul cammino tantissimi nemici diversi, ognuno con le sue peculiarità. I boss andranno studiati attentamente, difatti al primo approccio ci sono alte probabilità di essere uccisi visto che possono abbatterci in un paio di colpi. Insomma, il gioco rappresenta in pieno il concetto di hardcore gaming.
Per poter alzare il livello del personaggio occorrerà raccogliere il sale, che potremo spendere nei vari santuari del gioco, da cui potremo accedere anche ad un albero delle abilità molto variegato.
Ambientazione
L’ambientazione è lugubre e tetra, perfettamente adatta al mondo pullulante di mostri che ci viene presentato. Ci sono varie zone nel gioco, ognuna visivamente diversa dall’altra ma tutte molto curate nei dettagli, graficamente è davvero molto bello nel suo genere. Nella mappa non mancano i segreti, quindi vi consiglio di esplorarla attentamente.
In conclusione
Ho apprezzato davvero tanto Salt and Sanctuary, difficile ma non così tanto da diventare snervante, regala soddisfazioni continue tra la scoperta di un segreto, l’acquisto di una nuova abilità o la sconfitta di un boss che ha dato parecchio filo da torcere. Inoltre è stato di recente adattato per PS Vita, il che mi ha permesso di portarmelo ovunque e, visto le incombenti vacanze di Pasqua, potrebbe salvare molti da quelle che possono essere noiose giornate in preda a sciami di parentame.
Nerdando in breve
Salt and Sanctuary è perfetto per chi è alla ricerca di un Souls-Like con i fiocchi, non correrete di certo il rischio di annoiarvi e vista la possibilità di giocarci su console portatile potrà accompagnarvi anche oltre la soglia di casa.
Trailer
Contenuti