Recensione
“Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima.”
Poche ed efficaci parole per descrivere lo steampunk, uno dei sottogeneri fantascientifici più pittoreschi e, troppo spesso, più stereotipati nell’immaginario collettivo. Perché steampunk non è solo macchine a vapore, corpetti ed ambientazione british vittoriana.
Il genere steampunk nasce in contrapposizione al cyberpunk ed afferma la superiorità dell’ingranaggio, della meccanica ed in generale di una tecnologia più umana e tangibile, sull’elettrone, il computer e la distopia cibernetica. Nella sua breve vita (il termine steampunk viene citato nel titolo di un’opera per la prima volta nel 1995) ha già dimostrato di essere un genere vivace e camaleontico, in grado di sviluppare nuovi filoni distanti da quello classico, reso famoso dal fumetto di Alan Moore, poi divenuto anche un film, La Lega degli Straordinari Gentlemen.
Il progetto
Prima di entrare maggiormente nel dettaglio è doveroso spendere qualche parola sul progetto The Steams e sulle sue peculiarità. La creatura di Luca Frigerio e Francesco “Paul Izzo” Polizzo nasce come raccolta di miniserie steampunk al di fuori del canone vittoriano, in cui action ed avventura si sostituiscono a noir e pulp ed il cui sviluppo è curato in modo parallelo ed indipendente da due diversi team creativi. Una prima squadra ha Frigerio come sceneggiatore, Giampà e Pandozy ai disegni e Zoanni ai colori, l’altra invece è formata dal trio Paul Izzo, Cosentino e Iozzoli.
Da questa audace scelta editoriale deriva l’inusuale formato dell’opera: un flipbook interamente a colori ed equamente diviso tra la storie di Frigerio e quelle di Paul Izzo.
Trama
I Wonder Who, la storia firmata da Luca Frigerio, occupa la prima parte del flipbook. Lady Caitlin Ward, vedova dell’agente Lord Samuel Ward, è una donna spigliata e sensuale, tra le più ricche d’Inghilterra, una vera femme fatale, nonché una combattente spietata ed una dei migliori agenti segreti del Secret Intelligence Service della corona. Richiamata a Londra, dovrà indagare sul misterioso caso di un cadavere dalla forza incredibile, un boia mascherato che porta morte e scompiglio nella capitale. Al suo fianco avrà il giovane tecnomago Wymond, apparentemente in grado di vivere scene del passato semplicemente entrando in contatto fisico con un oggetto o una persona, e Garnett, suo storico maggiordomo e guardia del corpo.
La seconda parte dei numeri di The Steams presenta Punch Drunk e China Surprise. La miniserie di Paul Izzo racconta la storia di Volodymir Azarov, conosciuto come l’Orso di Kodiak, un pugile burbero dall’animo gentile, il più classico dei giganti buoni, rientrato in Alaska dopo un lungo viaggio e numerosi incontri di pugilato contro dei robot. Ad attenderlo con impazienza a Kodiak c’è Clint, suo manager e grande amico, un’astuta canaglia i cui debiti gioco, contratti in assenza del suo miglior lottatore, saranno motore delle avventure e delle scazzottate che porteranno il duo fino ad Hong Kong.
Disegni
Sfogliando e girando il flipbook si nota immediatamente come la differenza di genere e tono delle due storie si rifletta profondamente anche su colori e stile dei disegni.
I Wonder Who è un noir dalle atmosfere eleganti, ricco di momenti d’azione che farebbero impallidire un film di James Bond. I tratti realistici e dettagliati di Giampà e Pandozy permettono di respirare tutta l’eleganza e l’opulenza della Londra dei primi del ‘900 ricostruita nei palazzi, negli scorci, nei vicoli e nella maniacale cura dei particolari degli interni.
Le storie dell’Orso di Kodiak hanno invece un tono molto più leggero e sembrano un folle, seppur piacevole, incontro tra un buddy movie americano e la quantità di ceffoni di un film di Bud Spencer e Terence Hill. Lo stile di Cosentino e Iozzoli è ben diverso rispetto a quello utilizzato in I Wonder Who, ma i colori vivaci, i disegni sempre dinamici e vicini al cartoon sono un perfetto complemento alla leggerezza della sceneggiatura di Paul Izzo.
Conclusioni
The Steams è un progetto ambizioso e carico di novità, partito decisamente col piede giusto. Il piano editoriale è molto audace, sia nella scelta di un formato, il flipbook, inusuale per il mercato italiano, sia nell’affidare le due metà di ogni volume ad un diverso team creativo. Il risultato è una coppia di storie contraddistinte da tanta azione ed avventura, profondamente diverse ma complementari nei contenuti, nei toni della narrazione e nello stile grafico: il lettore si trova così in mano un prodotto che abbandona il canone del fumetto nostrano per accostarsi allo spillato americano.
L’approccio di The Steams al genere steampunk è un ulteriore elemento di novità ed interesse. Entrambi gli archi narrativi presentano tanti elementi dello steampunk classico: ci sono Londra, le macchine, i robot ed i computer, tutto rigorosamente meccanico ed alimentato a vapore, ma il tutto viene reinventato e visto da una diversa prospettiva che prende spunto dal mondo del cinema d’azione. Così Lady Ward si trasforma in James Bond in una spettacolare scena a bordo di un dirigibile, mentre la strana coppia Clint-Azarov è sempre alle prese con incontri e risse da bar ai confini tra Street Fighter e le scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill
Nerdando in breve
The Steams è un progetto innovativo e molto interessante, in grado di fare uscire lo steampunk dai suoi stereotipi con storie ricche di avventura, mistero e scazzottate.
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