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Dragon Ball Super: la frittata è fatta

Introduzione

Era il 2001 quando, in seguito alla fine dell’amatissimo cartone Dragon Ball Z, in Italia veniva trasmessa la serie animata Dragon Ball GT.
L’anime, fortemente voluto dalla Toei Animation in seguito al grande successo ottenuto dall’originale creazione di Akira Toriyama, fu considerato un po’ uno scivolone se paragonato alla qualità che le avventure di Goku e compagni (soprattutto nella saga Z) ci avevano mostrato.
Un tipo di narrazione molto diverso da quanto visto precedentemente e la mancanza di molti dei personaggi classici per gran parte degli episodi, contribuirono a deludere le aspettative di molti fan. Da tempo, quindi, si aspettava un seguito che potesse rendere onore al Sayan protagonista di tante avventure.

Dragon Ball Super

Dopo ben 18 anni dalla fine della messa in onda di Dragon Ball GT in Giappone, ecco che Fuji Television sbarca nel palinsesto giapponese con una trasmissione attesa e agognata: Dragon Ball Super.
Seguito degli avvenimenti collocati prima di quelli che concludono l’anime Dragon Ball Z (e quindi nei dieci anni che intercorrono tra il 288° episodio ed il 289° episodio della serie Z), la serie Super sceglie di non tenere in considerazione quanto visto in GT.
Akira Toriyama torna nei panni di responsabile del soggetto e del character design di base e la storia, nelle battute iniziali, si presenta come un remake dei film di animazione “La battaglia degli dei” e “La resurrezione di Freezer”, per poi proseguire con storie originali.

Dove eravamo rimasti

Dopo la sconfitta di Majin Bu, Goku e Vegeta continuano ad allenarsi nonostante la Terra sia ormai in pace. Tuttavia, dopo ben 39 anni di sonno, Lord Beerus, il signore della distruzione, si risveglia e decide di partire con il proprio maestro Whis sulle tracce del Super Sayan God, avversario apparsogli in sogno e in grado di solleticare il suo interesse.

Cos’è il Super Sayan God?

Nell’anime si assiste ad un’ulteriore trasformazione di Goku in un nuovissimo tipo di Super Sayan.
Non connesso con quanto visto in precedenza (addio livelli di Super Sayan da questo momento, almeno sembra), questa nuova forma, oltre che per un’enorme forza combattiva, si caratterizzerebbe, nel film “Dragon Ball Z: la battaglia degli dei”, per il colore rosso assunto per occhi e capelli da parte del Sayan.
Negli episodi dell’anime dal 17° al 27° però, nella saga relativa al ritorno di Freezer, quando si parla di tale stadio di evoluzione, i capelli di Goku e Vegeta appaiono di colore azzurro.
Tale trasformazione, in realtà, dovrebbe rispondere al nome di Super Sayan Blue/Super Sayan God  e l’uso generico del termine di Super Sayan God adottato in Dragon Ball Super non risulta ancora molto chiaro.
Ad ogni modo, la nuova forma dovrebbe essere raggiungibile tramite l’energia di cinque Sayan puri di cuore che converge in un altro individuo appartenente alla stessa razza.

Recensione

La questione che forse ci si dovrebbe porre è: avevamo davvero bisogno di Dragon Ball Super?

Io per primo sentivo la voglia irrefrenabile di rivedere le avventure di Goku e soci sullo schermo e, alla notizia della nuova serie animata, non stavo più nella pelle.
Tuttavia, dopo aver visto per bene l’anime, posso dire che, forse complice un’aspettativa troppo alta, sono rimasto piuttosto deluso.
Al di là di un restyling molto azzeccato e, sinceramente, necessario, in grado di rispettare le caratteristiche originali dei personaggi e di svecchiare la serie, manca molto nel nuovo prodotto.
L’epicità tipica della serie Z, dei film dedicati ad i personaggi, manca completamente e la scelta di rievocare un antagonista come Freezer mostra tutta la mancanza di originalità creativa presente nelle nuove avventure con una brutalità estremamente franca.
La sensazione di un grosso scatolone, bellissimo a vedersi, ma completamente vuoto a livello di contenuto, non migliora durante la visione e gli spiegoni interminabili, sempre presenti (bisogna dirlo), qui sono semplicemente fini a loro stessi. Poca azione e combattimenti noiosi, ripetitivi e senza il minimo coinvolgimento, messi in atto soltanto per mostrare i nuovi poteri di Goku e non in grado di eguagliare lotte interminabili presenti nei precedenti di questa saga, con antagonisti di spessore come, ad esempio, Cell. A tutto questo si aggiungono un’improponibile voce di Goku (capisco che qui non ci si potesse fare molto, data la scomparsa di Paolo Torrisi) e un qualcosa che mai mi sarei aspettato: animazioni spaventose.
Va bene, in tutte le serie precedenti le animazioni erano state alquanto discutibili, ma al giorno d’oggi, in presenza di una tecnologia molto migliorata, ci si aspetterebbe qualcosa di più. Assistere a scene in cui, in immagini di gruppo, un solo personaggio si muove venendo contornato da comprimari immobili ed inquietanti lascia un senso di tristezza difficile da descrivere.

Nerdando in breve

Dragon Ball Super, forse, doveva restare un’idea. Un’idea dei fan, magari, che, conquistati e cresciuti con le avventure dei Sayan, avevano assistito alla messa in onda di un’epica avventura.
Il cartone non regge minimamente il paragone con gli episodi protagonisti di tante repliche sui palinsesti delle nostre televisioni e si sperava che il seguito di un qualcosa di così coinvolgente potesse essere realizzato in modo ben diverso.

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