Recensione
“Nel nostro paese la forma più comune di imprudenza è quella del ridere, ritenendole assurde, delle cose che poi avverranno” (E. Flaiano).
Perché cominciare un articolo riguardante un fumetto satirico con una citazione dello scrittore pescarese? Beh, innanzitutto perché la stessa citazione è presente nel quarto ed ultimo albo dell’irriverente opera del dinamico duo che ha riportato in vita il dittatore con la mascella più volitiva che abbiamo mai avuto in Italia. E poi perché rappresenta una vera e propria dichiarazione di intenti, che ben dipinge l’approccio dissacrante con il quale Qvando c’era LVI è stato concepito.
La storia e le tematiche
Nei mesi scorsi abbiamo seguito con piacere le vicende del redivivo duce (qui e qui si parla degli scorsi numeri) che, volente o nolente, si è dovuto adattare alla situazione di essere ritornato in vita con la pelle scura (ascaro, direbbe lvi): sfruttando gli atavici difetti del popolo italico, difetti che ben conosciamo e dei quali magari ci lamentiamo ogni santo giorno al bar, Mussolini era riuscito nel terzo albo a trovare il modo di essere acclamato come idolo delle folle.
Nel gran finale lo vedremo cimentarsi con il consolidamento di questo potere; se negli scorsi numeri ad essere sbeffeggiata era la troppa intrusività del web e dell’appiattimento misto alla manipolazione delle opinioni, in questo i due autori spingono il loro protagonista su un altro terreno che più minato non si può: ideologia gender, coppie omosessuali e compagnia cantante saranno le tematiche al centro della vicenda, ma non sono certo io a dovervi far scoprire che, come sempre, Qvando c’era LVI non le manda a dire. Divertente il fatto che il razzismo “classico” non sia più quello dominante tra i fascisti: essendo il duce nero, lo scontro si sposta sull’orientamento sessuale.
Qui si esagera, ci sono prese in giro di personaggi noti, di modi di fare italiani, si sconfina finanche nel cinismo. E si ride. Lo dicevo anche l’altra volta, io ne ho riso perché la satira è pruriginosa ma forse, come diceva Flaiano, ridere è proprio il modo giusto per affrontare argomenti che causano diverbi e risse ad ogni angolo della strada.
Sì, “Credere, Obbedire, Fornicare” mi ha fatto molto ridere. E poi…
…e poi ci sono rimasto di sasso, vi giuro, quando una serie di vignette che dovrebbero far ridere diventano d’improvviso serie perché condite da didascalie recanti frasi e detti mussoliniani: dalla risata sono tornato bruscamente alla realtà e mi sono reso conto del grande inganno; di quanto poco ci volle quasi un secolo fa a fregare un intero popolo. E a quanto anche ora ci vorrebbe poco se spegnessimo tutti il pensiero ed il senso critico.
Scusate se è poco.
Lo stile
Per quanto riguarda i disegni, vale ciò che abbiamo scritto per gli albi precedenti: il tratto da fumetto umoristico e l’esagerazione sono perfettamente sul pezzo rispetto alla vicenda narrata; piuttosto voglio spendere due parole per quanto riguarda il contorno: a partire dai finti manifesti, dalle illustrazioni che riecheggiano di ventennio, fino ad arrivare alle finte rubriche di approfondimento, anche questo numero si conferma spassosissimo.
Leggetele a fondo e cogliete ogni citazione: dai, Eldo Leo, quello dei gelati, che diventa Eddo Leo è meraviglioso. E vorrei pure parlarvi dell’ultima tavola della storia, ma non lo faccio perché è spoiler. Però finale aperto è finale aperto, e un bel versus me lo aspetto!
In conclusione
Siamo arrivati alla fine di un’opera che per sua natura rimarrà controversa e sarà sempre ricordata anche per l’episodio, ormai tristemente famoso (ma anche triste e basta) dell’assalto a suon di Coca-Cola. Ecco, ricordarlo solo per questo sarebbe un peccato, perché Qvando c’era LVI è un fumetto che merita di essere letto, merita se grazie a lui ridete, anche molto amaramente, dei problemi e delle idiosincrasie di questo nostro paese. E se vi fa un po’ brutto riderne, meglio ancora. Perché vuol dire che la satira sta funzionando.
Troverete l’ultimo numero di Qvando c’era LVI a partire dal 15 gennaio. Se invece non avete ancora letto gli altri numeri, sappiate che dal 6 aprile sarà disponibile l’edizione completa contenente tutti e quattro i numeri, per di più in edizione cartonata.
Tutto questo grazie a Shockdom, che ringraziamo per averci fornito l’opportunità di guardare con sguardo prepotente e virile al futuro d’Italia!
Nerdando in breve
L’ultimo numero di Qvando c’era LVI chiude degnamente una serie che non si vergogna di farci ridere e riflettere su concetti scomodi grazie ad un personaggio ancor più scomodo. Lo rivedremo in un seguito?
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