Dopo il resoconto degli incontri con Miller ed il duo Cassaday-Walta, è giunto il momento di raccontarvi la conferenza dedicata alla stampa di uno dei maestri del fantasy: Terry Brooks.
Brooks si è mostrato molto gentile e disponibile, sempre pronto a rispondere – alcune volte in maniera lapidaria – a tutte le domande che gli sono state poste nel corso del tempo che ha concesso a giornalisti e blogger.
Terry Brooks è tornato a Lucca dopo sei anni ed in questo tempo ha lavorato molto scrivendo sei libri e partecipando alla realizzazione della serie The Shannara Chronicles; a questo proposito, ha voluto ribadire nuovamente che i libri e la serie TV sono due prodotti separati, realizzati per differenti media e pubblici; chi ha realizzato The Shannara Chronicles è stato lasciato libero nella scrittura poiché lo stesso Brooks, lavorando in un campo per lui inesplorato come la produzione televisiva, ha voluto (e dovuto) avere fiducia negli sceneggiatori.
Brooks ha continuato il discorso sulla serie TV parlando degli attori: è stato consultato durante il casting ma ha scelto di non intromettersi, limitandosi ad un parere sulla somiglianza fisica e ritenendosi non qualificato per stabilire la bravura degli interpreti. Il prodotto finale, comunque, lo ha soddisfatto tanto da imprimersi nella sua mente.
Quando ha scritto i libri, infatti, Brooks ha spiegato che non aveva una visione chiara dell’aspetto dei suoi personaggi, ma solo del loro comportamento, tant’è che per lui adesso i protagonisti hanno la fisionomia di quelli visti sul piccolo schermo.
Il discorso è continuato parlando di The Shannara Chronicles: Terry Brooks ha negato la possibilità di vederlo in un cammeo perché non ne ha alcun desiderio ed ha voluto successivamente spiegare il suo rapporto con le scene di sesso della serie. Ha scritto un piccolo racconto, “50 sfumature di Shannara“, da consegnare ai responsabili di MTV per spiegare che non c’era bisogno di girare sequenze “hot” poiché per lui è una perdita di tempo: la storia si blocca e non va avanti come invece dovrebbe, anche se si rende conto che occorre soddisfare gli ormoni dei telespettatori.
Terminando il suo discorso sulla serie, Brooks ha affermato che i lettori sono stati molto critici e non approvavano il fatto che The Shannara Chronicles fosse diversa dai suoi libri, ma ha ribadito – per l’ennesima volta – di come siano due opere diverse. Come scrittore è felice se gli spettatori, a partire da quanto visto in tv, arrivano a leggere le sue opere perché, per un autore, è la cosa più importante.
A questo punto, l’incontro è virato sul personale. Brooks ha raccontato che, per lui, il fantasy è vedere il mondo da un altro punto di vista, un’altra prospettiva: parlando con il suo editore, sono arrivati alla conclusione che il fantasy deve avvicinarsi il più possibile al reale per essere compreso. Una delle chiavi per far apprezzare questo genere letterario è avere cura ed avere empatia per i protagonisti.
L’autore ha spiegato anche che ultimamente, al contrario di quando iniziò a fare questo mestiere, scrive la mattina presto mentre agli albori si dedicava a quest’arte solamente nei weekend e durante la notte.
Andando a parlare dei sui ultimi libri, gli è stato chiesto come mai siano più cupi, con un’atmosfera più dark; Brooks ha risposto spiegando che questo periodo buio è passato e che nelle prossime storie torneremo a leggere racconti più simili alle sue prime opere. Ha inoltre voluto precisare che Shannara è il mondo di domani, è la sua visione di come sarebbe la Terra se tutto andasse male: è una presa di consapevolezza del fatto che dobbiamo utilizzare le nostre energie in maniera positiva.
Terry Brooks ha concluso la sua conferenza promettendo di non far passare altri sei anni: io ci spero, era da molto che non incontravo un uomo d’altri tempi come lui.