Indie

Inside – Significato nascosto

Significato nascosto di Inside

Abbiamo avuto modo di parlare, tempo fa, del capolavoro sviluppato da Playdead: Inside. Molti di voi l’avranno ormai giocato e scommetto che tanti sono rimasti colpiti dall’enigmatico finale. Se siete tra coloro che ancora devono giocarlo, smettere di leggere subito: sto per spoilerare tutto; se invece l’avete finito e siete rimasti con un enorme punto di domanda in testa, ecco la mia interpretazione su cosa ci vuole raccontare questo strepitoso Indie.

Il gioco è incentrato sul concetto di “controllo”. Controllo mentale e fisico. Durante l’avventura vediamo più volte normali cittadini resi schiavi, uomini che si muovono meccanicamente, privi di volontà, come automi. Il tutto orchestrato dagli strani scienziati che troveremo nel capitolo finale, per un futuro distopico che è tra i più drammatici che io riesca a ricordare. Lo stesso protagonista, il bambino senza nome, si avvale degli strumenti di controllo per superare alcuni degli enigmi. Spesso siamo costretti a muovere gli automi per raggiungere piattaforme altrimenti troppo distanti, o per salvarci da qualche minaccia mortale.

Durante il gioco, inoltre, ci sono dei “collezionabili”: si tratta di macchine da disattivare; marchingegni misteriosi che fanno capo ai medesimi scienziati ma su cui non viene svelato molto. Se alla fine del gioco li avremo trovati tutti, potremo disattivare l’intero impianto. Il finale, poi, è noto: il ragazzo si fonde in un blob disgustoso (vivo? non vivo? cosciente? animale?) e distrugge il laboratorio col bene placido di alcuni adulti che sembrano intenzionati ad aiutarci, invece che darci la caccia. Il blob termina poi la sua esistenza su una spiaggia solitaria, in riva al male.

Fine del gioco? In realtà no, ed è qui che il genio degli sviluppatori esplode in tutta la sua brillantezza. Se, e solo se, abbiamo disattivato tutti i congegni, al successivo playthrough ci si apre una nuova possibilità: a metà del primo livello, sotto i campi di grano, avrete notato una porta sigillata. Questa porta non è apribile in alcun modo nella prima partita; stavolta, invece, sarà possibile entrarci e avere accesso ad una stanza nuova. All’interno c’è un ulteriore macchinario da disattivare. Se lo spegnete, il ragazzo crolla a terra, come un fantoccio, e la partita finisce. Game Over. Quello vero stavolta.

Cosa significa tutto ciò? Abbiamo detto che il gioco parla di controllo. Scienziati controllano umani, il ragazzo controlla altri automi, e così via. Ma chi controlla il ragazzo? Chi per davvero lo fa muovere? La risposta è: tu. Tu che stai giocando ad Inside, stai esercitando controllo totale sul protagonista del gioco. Se disattivi quell’ultimo macchinario, interrompi il collegamento tra te, giocatore, e lui, protagonista del gioco. Lui cessa di vivere, ma è finalmente libero da qualsiasi forma di controllo.

Come va l’amaro in bocca, adesso?

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