Sono passati ormai dieci anni da quando l’uomo ha avuto la brutale certezza di non essere solo nell’universo. Le strane creature sono rimaste lì come colossali pilastri piantati a terra, immobili ed immutate, a vegetare come fossero alberi, riversando i loro liquami sull’umanità come se “quaggiù non ci fosse nessuno”. Intanto il genere umano si è abituato alla presenza aliena, aggiustando il tiro alla routine di tutti i giorni e continuando la propria esistenza come se nulla fosse, vivendo nel silenzio e nell’indifferenza come dei separati in casa. Scritto da Warren Ellis e disegnato Jason Howard, Trees si presenta al lettore in una sorta di stallo alla messicana, una situazione di precario equilibrio in cui la più piccola ed insignificante delle mosse può scatenare reazioni a catena dalle conseguenze catastrofiche.
La trama di Trees o meglio le trame, dato che paiono tutte tra loro scollegate, si svolgono tra New York, la Città di Shu, Spitsbergen, Cefalù e Mogadiscio, rigorosamente all’ombra degli alberi ed ognuna di esse sembra focalizzarsi su un genere differente: le scene tra gli Stati Uniti e l’Africa sono prettamente a sfondo politico mentre al centro di ricerca delle Isole Svalbard si respira un’aria decisamente Sci-Fi, Cefalù è ricca di azione e scazzottate ed infine in Cina si svolge la parte più intimista ed emotivamente intensa. Edita negli States da Image Comics l’opera si trova al numero tredici ed è ancora in corso, mentre SaldaPress ci ha permesso per ora di apprezzare solo i primi otto numeri, stranamente divisi in volume 1A e 1B. Il nome di Ellis è ormai garanzia di grandi storie e le tavole del talentuoso Howard sono un ottimo complemento, alcuni suoi paesaggi sono davvero mozzafiato, ci sono insomma tutti gli ingredienti per cui la serie continui sugli altissimi standard qualitativi visti in questi primi volumi.